I giovani, la fede, la teologia. Il Sinodo interpella gli studenti Fttr

COMUNICATO STAMPA 31/2017

COMUNICATO STAMPA 31/2017

Padova, 8 giugno 2017

I GIOVANI, LA FEDE, LA TEOLOGIA
IL SINODO INTERPELLA GLI STUDENTI DELLA FACOLTÀ TEOLOGICA DEL TRIVENETO

Nel nuovo numero della News Letter è pubblicato un ampio approfondimento, frutto dell’ascolto degli studenti della Facoltà, su ciò che i giovani cercano per la propria vita, chiedono alla chiesa, si attendono dal percorso di studi teologici. Alcuni docenti intervengono sul modo di comunicare della teologia, sull’azione pastorale e la formazione spirituale verso giovani (iper)connessi.

Quali sono le domande che orientano la vostra vita? Che cosa chiedete alla chiesa? Che cosa vi aspettate dallo studio della teologia? Come dovrebbe essere integrato, negli studi teologici, il cambiamento culturale determinato dallo sviluppo del mondo digitale? La proposta formativa della Facoltà è in grado di parlare alla vostra vita?
Sono cinque le domande che la Facoltà teologica del Triveneto ha rivolto ai propri studenti delle diverse sedi, in sintonia con le altre componenti della chiesa che hanno accolto l’invito a mettersi in ascolto del mondo giovanile in vista del Sinodo dei vescovi del 2018, che avrà per tema: I giovani, la fede e il discernimento vocazionale.
Le risposte – arrivate da Padova, Verona, Vicenza, Pordenone, Treviso e Vittorio Veneto – hanno restituito un campione significativo dei pensieri, dei desideri e delle attese dei giovani che frequentano i percorsi di studio di Teologia e di Scienze religiose negli Istituti in rete. La sintesi di quanto raccolto è pubblicata nel nuovo numero della News Letter della Facoltà, scaricabile dal sito www.fttr.it (link diretto: https://www.fttr.it/wp-content/uploads/2011/03/NL_17_giugno_2017.pdf).

LE DOMANDE. Il senso della vita, il perché delle cose, la relazione con Dio e la responsabilità verso i fratelli sono le questioni profonde che animano questi giovani. Emerge forte la domanda di identità e di significato da dare alla propria vita in un cammino di crescita e di fede, con lo sguardo rivolto a se stessi e allo stesso tempo proiettato fuori di sé, alla ricerca di vivere relazioni autentiche, di capire che cosa significa amare veramente. «Siamo costantemente minati da domande e provocazioni che chiedono di sapere chi siamo e dove andiamo – affermano – e non possiamo farci trovare impreparati, vagare senza punti di riferimento essenziali per la nostra vita».

LA CHIESA. Alla chiesa i giovani chiedono innanzitutto di essere conosciuti: «non siamo persone da riempire con mille proposte – spiegano – ma persone che hanno bisogno di essere ascoltate, accolte nei nostri dubbi e nelle nostre contraddizioni». Alla chiesa chiedono anche coerenza con il messaggio evangelico, e trasparenza viene invocata anche rispetto alle questioni gravi della pedofilia e, in genere, nell’ambito dell’affettività/sessualità.
Nella chiesa i giovani vorrebbero avere un ruolo come laici, un impegno di corresponsabiltà nelle parrocchie, un lavoro che valorizzi le competenze maturate e che sia retribuito, perché non si può non fare i conti con la concretezza del vivere.

LA TEOLOGIA. Lo studio della teologia appare «un’occasione, forse unica, per guardare all’uomo da un punto di vista nuovo», perché offre «una fonte di conoscenze, di strumenti e modalità di comprensione, di ragionamento e di argomentazione che aprono a una maggiore consapevolezza e responsabilità nei confronti di sé stessi, di quanti ci circondano, dell’intero creato».
Sono chiare – e alte – anche le aspettative sui docenti, che sanno parlare alle vite degli studenti nella misura in cui si fanno modello degli alti valori che professano, e mirano, oltre che a trasmettere nozioni e concetti, soprattutto a favorire la crescita vera, sostanziale, delle persone.
Alla teologia i giovani chiedono di non preoccuparsi di speculazioni intellettualistiche, ma di calarsi nel proprio tempo, di inserirsi nei contesti di vita reale delle persone, di non avere paura di utilizzare le potenzialità tecnologiche attuali, ma piuttosto di fare proprio il linguaggio digitale e di trovare nei social dei buoni alleati alla diffusione delle informazioni teologiche. Se la maggior parte dei giovani si sente integrata nel mondo digitale, divenuto ormai ambiente di vita, al tempo stesso c’è però il desiderio di mantenere su di esso «uno sguardo positivamente critico, per non tradire la nostra identità di cristiani».
Infine, la teologia non è percepita come un percorso di studio soltanto per credenti, ma anche «per persone atee che vivono in una società che, in qualsiasi parte del mondo, pullula di religiosità: come non essere interessati a ciò che ci circonda e al suo fondamento?».

GIOVANI (IPER)CONNESSI: OPPORTUNITÀ E SFIDE. Nella News Letter è riportata anche una seconda parte di questo percorso di avvicinamento al Sinodo, con tre interviste a docenti della Facoltà che approfondiscono alcuni passaggi del Documento preparatorio al Sinodo, selezionati come i più significativi in relazione all’indagine fatta tra gli studenti.
In particolare, ci si è soffermati sul punto che evidenzia come il mondo dei new media sia ormai divenuto «un luogo di vita» per le giovani generazioni, mentre «la comunità cristiana sta ancora costruendo la propria presenza in questo nuovo areopago, dove i giovani hanno certamente qualcosa da insegnarle». Questo passaggio ha stimolato a interrogare i professori su alcuni aspetti particolari legati a un mondo giovanile “iperconnesso”: i linguaggi e la comunicazione della teologia (Andrea Vaona, docente di Storia della chiesa nella sede di Padova), l’azione pastorale (Giovanni Giuffrida, docente di Teologia pastorale all’Ita e Issr di Treviso-Vittorio Veneto), la dimensione spirituale (Antonio Bertazzo, docente di Psicologia delle relazioni e comunicazione della fede nella sede Facoltà).

In allegato la News Letter.

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