Amore ed esperienza, per una rilettura del pensiero di Rosenzweig

Seminario di studio

Tra mondo ebraico e cristiano, tra filosofia e teologia: sono questi i poli entro cui si muove il pensiero di Franz Rosenzweig, a cui la Facoltà Teologica del Triveneto, in collaborazione con lo Studium Generale Marcianum di Venezia, ha dedicato un seminario di studio che si è tenuto giovedì 20 gennaio 2011 nella sede di Padova.

 

Il pensiero di Franz Rosenzweig (1886-1929), dopo un clima di disattenzione e silenzio, è stato riscoperto nell’ultimo ventennio e la sua opera La stella della redenzione è considerata oggi, assieme a Essere e tempo di Heidegger, uno dei punti più alti della riflessione del Novecento.

Al seminario Tra due mondi. L’attualità del pensiero di Rosenzweig per filosofia e teologia sono intervenuti il prof. Nicola Petrovich dello Studium Generale Marcianum, con la relazione dal titolo Dalla forma dell’amore a un nuovo statuto della verità, e il prof. Leopoldo Sandonà, sempre del Marcianum, che ha trattato Il pensiero esperiente e la svolta dialogica nel contemporaneo.

 

Nicola Petrovich, riprendendo la sua tesi dottorale (pubblicata con il titolo La voce dell’amore nel Nuovo Pensiero di Franz Rosenzweig, Cantagalli, Siena 2009), ha posto l’accento su un aspetto dell’opera di Rosenzweig che è sempre rimasto al margine degli studi: la tematica dell’amore.

Petrovich ha innanzitutto ricostruito i nuclei speculativi del pensiero del filosofo di Kassel, dalla critica alla filosofia occidentale, naufragata nei flutti dell’astrattismo e intellettualismo con conseguente perdita della concretezza dell’essere e dell’esistenza, fino alla ricerca di un nuovo punto di partenza, che Rosenzweig pone nella rivelazione come relazione d’amore. E proprio la relazione prototipica uomo-donna è il punto di Archimede attraverso cui cogliere il reale, dove l’altro è un tu singolare e irripetibile, una alterità irriducibile: l’identità dell’io nasce da una relazione che lo precede, un tu che si presenta come una differenza, che pone la domanda circa l’identità, e così viene superata la tentazione in cui cade la ragione di spiegare tutto con un unico principio.

La relazione d’amore fra io e tu, ha poi evidenziato Petrovich, per Rosenzweig è sempre per sua natura legata al tempo, si dà nel tempo e nel tempo custodisce novità e continuità; essa inoltre si dà nelle parole: l’amore si dona con la comunicazione. «Alla fine della “Stella” – conclude Petrovich – c’è in nuce l’invito a riformulare il concetto di verità alla luce dell’amore e l’amore diventa quindi il luogo privilegiato dell’epifania della verità. Nella nostra tradizione l’amore si è relegato a livello di morale o di spiritualità; esso invece ha anche un valore gnoseologico».

Leggi l’intervento integrale del prof. Petrovich ►

 

Una rilettura del testo di Rosenzweig in dialogo con le istanze della filosofia dialogale è stata poi proposta da Leopoldo Sandonà, che ha ripercorso alcuni temi della sua tesi dottorale (Fidarsi dell’esperienza, Marcianum Press, Venezia 2010).

Filigrana del metodo e del contenuto del pensiero di Rosenzweig, l’esperienza è, in quanto tale, diacronica e dinamica, ha spiegato Sandonà che ha poi evidenziato le tre categorie dell’esperienza: creazione, rivelazione, redenzione; l’esperienza si coglie soprattutto nella relazione che intercorre fra Dio, uomo e mondo. «In Rosenzweig troviamo un pensiero che si fa esperienza, con tre dimensioni fondamentali: il tempo, il linguaggio, l’alterità, che si possono riassumere sotto il termine “responsabilità”, inteso non in senso etico-morale ma strutturale. Si può parlare di una vera e propria ragione dialogica, trasversale alle diverse dimensioni della filosofia e della teologia – conclude Sandonà – e con ciò si può collocare Rosenzweig al centro del dibattito contemporaneo».

Leggi l’intervento integrale del prof. Sandonà ►

 

Come discussant è infine intervenuto il prof. Gianluigi Pasquale, dello Studium Generale Marcianum, che ha aggiunto alcuni tasselli biografici per una migliore comprensione del pensiero di Rosenzweig e ha ripreso e ampliato alcuni spunti emersi nelle relazioni precedenti: il recupero delle categorie di alterità e differenza; la dimensione trascendentale dell’umano che supera il rapporto circolare io-tu; il tema del tempo e dell’eternità.

 

 

Franz Rosenzweig nasce a Kassel (Germania) il 25 dicembre 1886 in una famiglia ebrea. Dopo essersi dedicato inizialmente alla medicina, abbandona tali studi per dedicarsi completamente alla storia e alla filosofia, annoverando fra i suoi maestri Rickert e Meinecke, con cui discute la tesi dottorale poi pubblicata sotto il titolo Hegel e lo Stato. Rosenzweig, ebreo ma con tiepidi sentimenti religiosi, progetta di convertirsi alla religione cristiana, ma dopo un’intensa e lunga crisi, che segna il punto nodale della sua vita, riscopre l’antica religione e decide, nel 1913, di rimanere ebreo. Dopo aver partecipato alla prima guerra mondiale e aver elaborato la sua opera fondamentale, La stella della redenzione, viene colpito da una gravissima malattia che, a partire dal 1922, lo paralizza completamente, senza impedirgli però di completare diversi saggi con l’aiuto della moglie, alla quale indicava su uno speciale apparecchio le lettere dell’alfabeto. Muore nel 1929, a 43 anni di età.

 

La Internationale Rosenzweig Gesellschaft (IRG) fondata nel 2004, raccoglie diverse centinaia di studiosi e cultori dell’opera dell’autore tedesco provenienti da molti paesi. Ha sede presso l’Università di Kassel e molti membri sono attivi anche in Italia.

 

Paola Zampieri

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