Dies academicus – Theobald: teologia del dialogo per una chiesa fraterna e sinodale

COMUNICATO STAMPA 40/2018

COMUNICATO STAMPA 40/2018

Padova, 22 novembre 2018

Inaugurato l’anno accademico 2018/2019
della Facoltà Teologica del Triveneto

Il teologo Christoph Theobald:
teologia del dialogo per una chiesa fraterna e sinodale

Oggi più che mai la società, ma anche la chiesa, devono confrontarsi con quesiti lancinanti: su cosa fondare l’intesa fra tutti? In nome di che cosa intraprendere un dialogo sociale? Che cosa è autorevole e permette di rinunciare ai propri interessi?
Il teologo Christoph Theobald, nella prolusione al dies academicus della Facoltà, ha spiegato quale servizio la chiesa può rendere al dialogo sociale all’interno delle nostre società civili.

Padova, 22 novembre 2018. Il quattordicesimo anno di vita della Facoltà teologica del Triveneto è stato inaugurato con la prolusione del teologo Christoph Theobald sj, docente di teologia sistematica al centre Sèvres di Parigi, intervenuto sul tema Dialogo e autorità tra società e chiesa.
Il dies academicus si è aperto con gli interventi del vice gran cancelliere, il vescovo di Padova mons. Claudio Cipollla, e del gran cancelliere, il patriarca di Venezia mons. Francesco Moraglia; il preside mons. Roberto Tommasi ha tenuto la relazione sulla vita della Facoltà.
Testi e foto sono scaricabili in www.fttr.it

Dialogo e autorità tra società e chiesa

Nella prolusione, il prof. Christoph Theobald si è soffermato sull’articolazione tra le molteplici scelte, le negoziazioni e i dialoghi che costituiscono la nostra vita quotidiana e il ruolo dell’autorità, o delle autorità, che al giorno d’oggi incontriamo nel terreno complesso del nostro vivere insieme. Partendo dal riferimento alle parole di papa Francesco nella lettera al popolo di Dio (agosto 2018), dove il pontefice parla della sofferenza vissuta da parte di innumerevoli vittime di abusi sessuali, il teologo gesuita evidenzia come il clericalismo – «maniera deviata di concepire le autorità nella chiesa» – dia vita a «una scissione nel corpo ecclesiale, che incoraggia e aiuta a perpetuare molti dei mali che oggi denunciamo».
In che modo allora è possibile un esercizio non clericale dell’autorità?

Strumento allo stesso tempo necessario e fragile, il dialogo è ciò che permette di giungere a un’intesa in seno alle società e alla chiesa, di sviluppare, all’interno delle nostre società iper-organizzate e burocratizzate, un terreno del vivere insieme, superando l’eterno combattimento degli interessi personali o di gruppo e la lotta tra poteri di fatto e di diritto.

Nel momento in cui la coesione sociale ed ecclesiale si lascia provocare dalla prospettiva del dialogo, l’esercizio dell’autorità subisce una trasformazione. «Nelle nostre società, dove il potere di diritto è indebolito e ogni sorta di potere di fatto, fondato sull’ascendente personale, rischia di imporsi e di essere ricercato da una parte della popolazione, – fa notare Theobald – la differenza che caratterizza ciò o colui che è autorevole è data dalla credibilità».

«Gli abusi sessuali, commessi da alcuni membri del clero, e dissimulati da altri, che hanno un potere di fatto e un potere giuridico, – afferma Theobald – conducono alla distruzione della credibilità dell’istituzione ecclesiale (che si sarebbe voluto proteggere) e della fiducia che in essa è riposta in quanto portatrice di una autorità libera nei confronti di se stessa. Il riconoscimento, da parte di papa Francesco e da parte di qualche vescovo, di questa situazione di estrema gravità, rappresenta un primo passo, necessario ma non sufficiente, al fine di attraversare questa crisi che durerà, senza dubbio, ancora. Dovranno essere compiuti altri passi in ordine al governo della chiesa».

Al cuore della crisi attuale si delinea il passo nuovo di papa Francesco, che è una riforma reale del governo ecclesiale. Tale revisione va intesa certamente in senso spirituale, «ma essa deve condurre verso una nuova figura del vivere insieme nella chiesa, figura che Francesco descrive con l’espressione “una chiesa interamente sinodale”».
Solo un sentimento reale e quasi-fisico di “fraternità” – sostiene Theobald – può rendere possibile un superamento della lotta sociale e dare accesso a un’intesa e una coesione, pur sempre fragile e provvisoria.
L’autorità si trasforma qui in «autorità della fraternità»; trasformazione che suppone una «autorità fraterna», capace di suscitare «per contagio», se così si può dire, l’evangelico sentimento di fraternità – o lo “spirito di fratellanza”, secondo l’art. 1 della Dichiarazione universale dei dritti dell’uomo – là dove le tormente della storia rischiano di ingoiarla.

La chiesa può ancora “essere autorevole” all’interno delle nostre società laiche, «a condizione – precisa Theobald – che essa tiri tutte le conseguenze di ciò che in questo tempo è successo e che si impegni in una veritiera riforma del suo modo di governo. Essa può offrire l’immagine di una chiesa fraterna e dunque sinodale e deliberante. Essa può anche giocare il ruolo di una “rabdomante”, capace di scoprire, “come testimone”, lo spirito di fraternità all’opera all’interno dei nostri dialoghi quotidiani e presso gli esclusi delle nostre conversazioni».

L’orientamento del dialogo e dell’esercizio dell’autorità verso la “mistica della fraternità” – conclude il teologo gesuita – è precisamente l’apporto di papa Francesco sul modo di presenza della chiesa all’interno delle nostre società.

 

I NUMERI DELLA FACOLTÀ TEOLOGICA DEL TRIVENETO NELL’ANNO ACCADEMICO 2018/2019.
Nell’insieme della “rete” della Facoltà – che, oltre alla sede centrale di Padova, comprende 6 Istituti teologici affiliati e 7 Istituti superiori di Scienze religiose con sedi in Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige – sono iscritti 1637 studenti e insegnano 347 professori.
La Facoltà offre due percorsi di studio: Teologia (nei tre gradi accademici: baccalaureato, licenza, dottorato) e Scienze religiose (laurea e laurea magistrale).

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