È uscito il nuovo numero di Studia patavina

Nell’editoriale il direttore riflette sulla libertà di condurre la ricerca scientifica, a partire dalla "Universa universis patavina libertas" ai casi Regeni e Zaki. Fra gli argomenti del n. 2/2021: dialogo sulla giustizia fra Università e Facoltà; risvolti economico-sociali dell’ecologia integrale; sinodi e sinodalità nel secondo millennio.

Il tema della libertà di condurre la ricerca scientifica – inseparabile dalla responsabilità che ogni sapere comporta – non è questione da addetti ai lavori, ma è un fatto di grande attualità. Si pensi ai casi di Giulio Regeni, di Patrick Zaki, ma anche del medico cinese Li Wenliang che per primo mise l’allerta sul nuovo virus che si stava diffondendo a Wuhan. L’intreccio di libertà ed etica della ricerca è al centro dell’editoriale (Academic freedom: right and responsibility – Libertà ed etica della ricerca) di Stefano Didonè, direttore di Studia patavina, che nel nuovo fascicolo della rivista (2/2021) prende spunto dall’ottocentenario dell’Università di Padova (1222-2022), di cui si sono appena aperte le celebrazioni, per una riflessione sulla figura della libertà intesa come “libertà da”, cioè come autonomia e indipendenza da qualsiasi auctoritas che non sia quella accademica, che è uno dei tratti caratteristici della fondazione delle università moderne.
La chiesa, da parte sua, riconosce che le università «costituiscono la sede primaria della ricerca scientifica per il progresso delle conoscenze e della società, svolgendo un ruolo determinante per lo sviluppo economico, sociale e culturale» (papa Francesco, Veritatis gaudium, n. 5). Anche le più buone intenzioni, però, devono fare i conti con la realtà, non solo per questioni pratiche ma anche di ordine teorico, che Didonè enuncia: la marginalizzazione culturale del cristianesimo (o “esculturazione”) e della chiesa; il superamento del pregiudizio sull’autenticità del carattere scientifico della ricerca teologica; la fatica di trovare un minimo comune denominatore per l’umano nell’ambito della bioetica. «L’ambito universitario, – sottolinea – originariamente inteso come luogo di ricerca, d’apprendimento e di insegnamento da parte di coloro che si impegnano nel libero confronto pubblico per raggiungere la verità, necessita di una vera libertà anche rispetto a ogni forma di pregiudizio e discriminazione, compresa quella di natura religiosa. Da questo punto di vista, la vexata quaestio dell’insegnamento accademico della teologia in Italia si configura a tutti gli effetti come un “caso anomalo”. Non è questa la sede per affrontare il tema, ma certamente l’evocazione della proverbiale patavina libertas rinvia a una lettura disincantata della storia delle istituzioni».

In concomitanza con le celebrazioni per gli 800 anni dell’Università di Padova, Studia patavina ha elaborato un progetto editoriale che parte da questo numero ospitando un ideale dialogo sulla giustizia fra l’Università e la Facoltà, grazie all’intervento di Giuseppe Zaccaria, già rettore dell’ateneo patavino, che propone una rivisitazione dantesca dell’ideale della giustizia (Breve viaggio nell’idea di giustizia, passando per Dante) e il contributo di Gianfranco Maglio, docente della Facoltà, su Giustizia e bene comune in Tommaso d’Aquino. «Nei fascicoli del 2022 – anticipa il direttore – la rivista accompagnerà i lettori in un percorso attorno ai temi che l’Ottocentenario porta con sé e che interpellano anche la riflessione della teologia ecclesiale: la memoria di tanti protagonisti dell’interlocuzione tra università e chiesa, il rapporto epistemologico fra scienze umane e scienze religiose, le declinazioni recenti del rapporto fra scienza e fede.

Tornando al fascicolo 2/2022, fa qui il suo esordio la nuova rubrica Agorà, che in questo numero ruota attorno ai risvolti economico-sociali dell’ecologia integrale dell’enciclica Laudato si’, mettendo in dialogo il vescovo di Treviso mons. Michele Tomasi (Laudato si’: una visione della persona e dell’economia per lo sviluppo sostenibile) con Stefano Solari, docente dell’Università di Padova («Abbiamo troppi mezzi per scarsi e rachitici fini» [Laudato si’, n. 203]. L’equilibrio ecologico come bene comune nella prospettiva dell’interdipendenza e della pienezza della vita). Di altro tenore, nella rubrica Temi e discussioni, il contributo di Furio Isolani, che propone alcune Riflessioni sulla politica religiosa longobarda: il re Agilulfo e lo scisma tricapitolino.

Nel Focus, infine, si completa l’approfondimento iniziato nel numero precedente della rivista sulle forme storiche di sinodalità nella chiesa e coordinato da due docenti della Facoltà, Cristina Simonelli e Silvio Ceccon. Qui si affronta l’arco temporale del secondo millennio, arrestandosi alle soglie del concilio Vaticano II, poiché i due curatori ritengono che «una valutazione propriamente storica sul post-Concilio necessiti di altro spazio e ancora di altri dibattiti per essere costruita». L’approfondimento è articolato in quattro contributi: Sinodi e sinodalità tra X e XII secolo: prima e dopo la riforma gregoriana, di Luciano Bertazzo; Tra sinodi e sinodalità nel basso medioevo: spunti di ricerca, di Silvio Ceccon; I sinodi diocesani nell’età del Disciplinamento. Appunti sulla situazione delle diocesi venete, di Claudio Centa; Sinodi e sinodalità dall’Ottocento alla vigilia del concilio Vaticano II, di Ivan Portelli.
Poiché «la differenza tra quanto accadeva in un sinodo diocesano dell’XI, del XV o del XVIII secolo e quanto è in genere avvenuto nel sinodo dei vescovi del 1965 in poi non è così marcata» come scrivono Ceccon e Simonelli nella presentazione del focus, questi articoli possono offrire materiale utile per la riflessione in vista della XVI Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei vescovi in programma per il mese di ottobre del 2022 sul tema Per una chiesa sinodale: comunione, partecipazione e missione.

Completa il fascicolo una ricca sezione di recensioni e segnalazioni bibliografiche.

Il fascicolo 2/2021 può essere richiesto (al costo di € 17,00) a studiapatavina.abbonamenti@fttr.it ed è in vendita su Libreriadelsanto.it

In allegato l’editoriale del direttore Stefano Didonè e il sommario della rivista.

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