2002 – fascicolo 1

Studia Patavina – anno XLIX (2002) – fascicolo 1 (gennaio – aprile)

Editoriale

JEAN LUIS SKA
Sacra Scrittura e Parola di Dio

PROSPER GRECH
Problemi di interpretazione dell’Antico Testamento nei primi secoli

Simposio
Articoli di fede incerti.
Rilevanza e irrilevanza della dottrina nella pratica dei cattolici 

GIUSEPPE TRENTIN (cur.)
Introduzione: La fede dei cattolici praticanti

ENZO PACE
Una indagine sul pluralismo morale e religioso degli italiani

ITALO DE SANDRE
Dispersione delle credenze tra i cattolici con pratica regolare

LUCIANO BORDIGNON
Ridare consistenza al “Credo”

RICCARDO BATTOCCHIO
Articoli di fede “impliciti”. Una nota storico-teologica

GIORGIO RONZONI
Dire la fede in contesto

GIULIANO ZATTI
L’Islâm tra dottrina e prassi

GIOVANNI LEONARDI
Dagli “articoli di fede certi”ai valori evangelici

ERMANNO ROBERTO TURA
Le formule brevi di fede degli anni ’70 e ’80

LUIGI SARTORI
Fides qua – Fides quae

Ricerca

M. GIULIANI
Parsifal Contra Moses. Wagner, Schoenberg e il dramma musicale della redenzione

Problemi e Discussioni

ALDO NATALE TERRIN
Saggio di fenomenologia della religione. Per un rapporto autentico tra fenomenologia e teologia/liturgia

Note

GIUSEPPE SEGALLA
“In Betania… aldilà del Giordano” (Gv 1,28)

A. PEDRINA
Interiorità e Imago Dei nell’antropologia di S. Agostino

Recensioni, schede e segnalazioni bibliografiche

Libri ricevuti


JEAN LUIS SKA
Sacra Scrittura e Parola di Dio

I lettori della Bibbia si imbattono in diversi problemi di interpretazione, ma la radice di queste difficoltà è spesso la stessa: in un modo più o meno conscio, si pensa che la Sacra Scrittura debba essere “perfetta” e ineccepibile in ogni sua parte. Ora, la perfezione della Bibbia non è quella di una “sfera”, ma piuttosto quella di un “bosco”. In altre parole, la “verità” della rivelazione biblica è plurale e diversificata. La Bibbia giustappone diverse prospettive, rilegge ed attualizza testi e tradizioni più antiche, soprattutto nella radicale rilettura dell’Antico Testamento nel Nuovo, ed apre costantemente l’orizzonte del lettore verso il futuro preparato da Dio per i suoi fedeli. 

Every reader of the Bible has to grapple with serious problems of interpretation, the roots of which, however, are often the same, namely inaccurate ideas about the Bible’s “perfection.” Many indeed think in a more or less conscious way that Biblical revelation should be “perfect” in every part. But the Bible’s perfection is that of a “wood” rather than that of a “sphere.” In other words, the Bible’s truth is “plural” and variegated. Different perspectives are overlapped, older texts and traditions are revised and modernised, especially in the radical reinterpretation of the Old Testament present in the New Testament, and the reader’s horizon is constantly opened up to the future prepared by God for the faithful.

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PROSPER GRECH
Problemi di interpretazione dell’Antico Testamento nei primi secoli

La dottrina della giustificazione per mezzo della fede in Cristo e non per mezzo della Legge suscitò, nel II secolo, il problema del valore dell’Antico Testamento per i cristiani. Marcione e gli gnostici lo rigettarono in toto o in parte, come anche gli ebioniti. Inoltre, gli gnostici, per elaborare le loro teorie facevano un’esegesi fantasiosa. Ireneo e Giustino posero le fondamenta di un’esegesi che prendesse sul serio l’autorità dell’AT. Origene ricorse all’esegesi allegorica, contraddetto più tardi dagli antiocheni i quali insistevano sulla necessità della storicità e sostituivano l’allegoria con la theoria. Il compromesso venne raggiunto dai Cappadoci e da Agostino che insistettero su un’esegesi letterale, ma con un contorno di una ricca lettura spirituale.

The doctrine of justification by faith and not through the works of the Law raised the problem, in the second Century, of the value of the Old Testament for Christians. Marcion, the gnostics and the ebionites rejected it either totally or in part, whereas the gnostics had to make recourse to an unrealistic exegesis. Irenaeus and Justin lay the foundations for a valid exegesis which took seriously the authority of the Old Testament. Origen proposed an allegorical interpretation but was later contradicted by the Antiochain school which insisted on the value of historicity and substituted allegory with theoria. A compromise was reached by the Cappadocians and Augustine who main-tained a literal exegesis enriched with a profound spiritual reading.

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Simposio
Articoli di fede incerti.
Rilevanza e irrilevanza della dottrina nella pratica dei cattolici

A partire dai risultati di una ricerca recente sul pluralismo morale e religioso in Italia e in Europa “Studia Patavina” ha organizzato il 15 novembre 2001 un simposio per analizzare alcuni dati che segnalano nella chiesa cattolica un’incipiente frattura tra articoli di fede e vissuto dei cattolici praticanti. I dati sono stati valutati in modo differente da sociologi e teologi: mentre i teologi vedono in essi un fenomeno strutturale e permanente della storia della fede e della sua inculturazione, i sociologi intravedono aspetti nuovi, congiunturali, determinati dall’impatto della fede con il pluralismo morale e religioso della cultura italiana. Al di là delle diverse interpretazioni del fenomeno il simposio ha fatto emergere una domanda degna di ulteriori ricerche e approfondimenti in riferimento ad eventuali criteri per valutare la qualità della pratica religiosa. 

Beginning with the results of a recent research into moral and religious pluralism in Italy and Europe, Studia Patavina organised on the 15th of November 2001 a symposium to analyse a number of statistics that indicate an emerging fracture in the Catholic Church between articles of faith and the actual life experience of practicing Catholics. The results were valuated differently by sociologists and theologians: whereas the theologians interpreted them as evidence of a permanent and structural phenomenon of the history of the faith and its inculturalisation, the sociologists observed new, related aspects conditioned by the impact of the faith with the moral and religious pluralism of contemporary Italian culture. Over and above the differing interpretations of the phenomenon, the symposium unearthed a question worthy of further research regarding potential criteria for valuating the quality of religious practice.

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M. GIULIANI
Parsifal Contra Moses. Wagner, Schoenberg e il dramma musicale della redenzione

Questo articolo mira ad approfondire il tema del Sommario. Possiamo considerare il “Moses und Aron” (1928-32) di Arnold Schoenberg una risposta al “Parsifal” (1882) di Richard Wagner? Da quest’ipotesi e dal confronto storico-letterario dei due testi emerge un corpo-a-corpo, un conflitto teologico tra due idee di redenzione, quella cristiana e quella ebraica; o meglio, tra una visione escatologico-trionfalistica del sacrificio cristico e il paradosso della redenzione incompiuta dell’esodo biblico. Attraverso l’analisi dell’antigiudaismo wagneriano, dello scontro con Nietzsche, della rilettura midrashica di Aronne e Mosè, e del messianismo secondo Yeshayahu Leibowitz, questo saggio rivisita alcuni temi fondamentali della riflessione filosofico-teologica della civiltà occidentale. 

Can we consider Arnold Schoenberg’s “Moses und Aron” (1928-32) to be an answer to Richard Wagner’s “Parsifal” (1882)? From this hypothesis and from the historical-literary com-parison of the two operas, a theological body-to-body confrontation emerges, a conflict between two conceptions of redemption, one Christian and the other Jewish. It is the conflict between the es-chatological-triumphalistic vision of the sacrifice of Christ and the paradox of the incomplete re-demption of the biblical exodus. Through an analysis of the anti-Judaism of Wagner, his relationship with Nietzsche, the midrashic reinterpretation of Aaron and Moses, and the messianic ideal of Yeshayahu Leibowitz, the essay revisits some fundamental philosophical-theological themes of Western civilization.

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ALDO NATALE TERRIN
Saggio di fenomenologia della religione. Per un rapporto autentico tra fenomenologia e teologia/liturgia

Questa ricerca mira ad un’interpretazione della fenomenologia di Husserl in rapporto ai problemi degli studi teologici e liturgici. Da rilevare in questa connessione è la notevole diversità nel livello delle due discipline: la prima va intesa in una forma trascendentale e da una prospettiva metodologica; la seconda – ossia la teologia/liturgia – ha obiettivi pratici e non è adeguatamente definita dalla metodologia trascendentale. E’ necessario, quindi, distinguere tra l’esperienza religiosa in quanto modalità ultima della coscienza religiosa e l’esperienza ermeneutica/contestuale nella quale si svolge la nostra fede cristiana. Questa fede ha la possibilità di essere rafforzata e invigorita tramite le dimensioni fondamentali dell’esperienza ultima ricostruendo il sé e ricostituendolo in profondità come Heidegger, Casel ed altri hanno proposto e fatto, ma sembra in ogni modo impossibile poter parlare di una “fenomenologia cristiana”. 

This research aims to interpret Husserl’s phenomenology in relation to the problems of theological and liturgical studies. What to stress in this connection is the very different level of the two disciplines: whereas the first is understood in a transcendental form and from a methodological perspective, the second (theology/liturgy) has practical aims and it is not adequately described by transcendental methodology. It is necessary, therefore, to distinguish between the ‘religious experience’ as the ultimate form of religious consciousness and the hermeneutical/ contextual experience in which we live our Christian faith. This faith has the possibility of being reinforced and enlivened by the fundamental dimensions of the ultimate experience by remaking and profoundly re-constituting the self as Heidegger, Casel and others proposed and did, but it nevertheless appears to be impossible to be able to speak of a ‘Christian phenomenology’.

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