2006 – fascicolo 2

Studia Patavina – anno LIII (2006) – fascicolo 2 – (maggio – agosto   2006)

Articolo

J. KULMANN
È pensabile la pace tra le religioni?

Ricerche

A.M. VALLI
L’autobiografia spirituale della beata Bonomo: Nota d’alcune grazie fatte da Dio ad un’anima

A. GIOSTRA
«Accomodar i pronunciati delle Sacre Lettere»: l’interpretazione di Ecclesiaste 1,4-6 tra i primi sostenitori della teoria copernicana

C. ALBINI
Per una ontologia processuale e relazionale. La teologia neo-whiteheadiana di J.A. Bracken

Rassegna

I. ASIMAKIS
Chiesa ed Eucaristia nella teologia greca ortodossa attuale ►

Note

S. VISINTIN
Il modernismo di George Tyrrell e «Il Santo» di Antonio Fogazzaro. Analisi dei motivi di una condanna

D. NASILLI
Il contributo del Vescovo di Treviso, Andrea Giacinto Longhin, alla redazione del catechismo di Pio X

P. GIOVANNUCCI
Fallibilisti e infallibilisti sulla canonizzazione dei santi (secoli XIII-XVI)

C. CORSATO
La catechesi in età patristica. Memoria e attualità.

Notiziario

G. DIANIN
Catholic Theological Ethics in the World Church, Padova 8-11 luglio 2006.

Recensioni, schede e segnalazioni bibligrafiche

Libri ricevuti


Articolo

JÜRGEN KULMANN
È pensabile la pace tra le religioni?

L’articolo è un tentativo di ripensare l’ecumenismo a partire da una duplice esperienza: la globalizzazione e il movimento «Religioni per la pace». Attraverso una serie di simboli, di immagini e di metafore, ma anche di riflessioni stimolanti l’autore offre un notevole contributo al superamento della dialettica fanatismo-relativismo sullo sfondo di un modello di pace tra le religioni che viene definito «stereofonico». Credenti religiosi e non vengono invitati a fare l’esperienza di questo dialogo nel quale e attraverso il quale è possibile non solo vivere, ma anche individuare la verità delle singole esperienze confessionali o religiose senza per questo dover rinunciare all’armonia della verità tutta intera. A tale scopo l’autore elabora e propone una «simbolica sanante» costituita da una serie di riferimenti biblici, patristici, e in parte anche nuovi: organi di un solo corpo, atti di un solo dramma, tappe di una sola storia, strumenti di una sola orchestra, colori di una sola luce, lettere di un solo alfabeto, che hanno lo scopo di rendere «pensabile» la pace tra le religioni. 

Is peace between religions imaginable? This article is an attempt to think again about ecumenism starting from two experiences: globalisation and the movement of “Religions for the peace.” Not only through a series of symbols, images and metaphors, but also through stimulating reflections, the author offers a remarkable contribution to the overcoming of the dialectic fanaticism-relativism thanks to a model of peace between religions, which can be defined as “stereophonic”. Religious believers and non-believers are asked to have experience of this dialogue. In this dialogue and through it, it is possible not only to live, but also to distinguish the truths of each confessional or religious experience, without renouncing the harmony of the whole truth. For this purpose the author elaborates and proposes a “healing symbolism”, which is constituted by a series of biblical, patristic and partly new references: organs of one body, acts of one drama, stages of one story, instruments of one orchestra, colours of one light, letters of one alphabet, which have the purpose of making peace between religions “imaginable”.

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Ricerche

ANNA MARIA VALLI
L’autobiografia della beata Bonomo: Nota d’alcune grazie fatte da Dio ad un’anima.

L’autobiografia della Bonomo, letta nella sua integralità grazie a un’edizione recente, mette in luce, ben oltre gli epifenomeni mistici (stigmatizzazione, ferite del serafino, bilocazioni) e le traversie della sua vita monastica, la conoscenza vissuta del mistero di Dio: essa si esprime in «sentimenti» e «intelligenze» e in alcune visioni escatologiche, ove i simboli della barchetta e dell’ascensione sul monte rivestono, con linguaggio universalmente accessibile e convincente, la sapienza cristiana del cammino della croce. 

(Blessed Bonomo’s Autobiography: a Note about Some Graces a Soul Received from God). Bonomo’s autobiography – which can be integrally read thanks to a recent edition – points out the lived knowledge of God’s mystery, besides the mystical epiphenomena (stigmatisation, the Seraph’s wounds, bilocations) and the misfortunes during her monastic life. The lived knowledge of God’s mystery expresses itself in the “sentiments” and “intelligences” and in some eschatological visions, where the symbols of the small boat and of the ascent of the mount represent the Christian wisdom of the path of the Cross with a universally accessible and convincing language.

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ALESSANDRO GIOSTRA
«Accomodar i pronunciati delle Sacre Lettere»: l’interpretazione di Ecclesiaste 1,4-6 tra i primi sostenitori della teoria copernicana.

Durante l’epoca moderna la diffusione della cosmologia copernicana ha evidenziato il contrasto con l’esegesi biblica, dal momento che alcuni passi delle Scritture sembravano confermare le teorie tradizionali. All’interno di questo dibattito una particolare importanza ha avuto l’interpretazione di Eccle. 1,4-6 che tratta, allo stesso tempo, della stabilità della Terra e del moto del Sole. Gli astronomi copernicani intervenuti in questa discussione hanno trovato nel principio di accomodazione una via di uscita al problema, anche se molti di essi non hanno rinunciato a cercare in altri versetti una conferma delle loro teorie.

(Making the Sayings of the Holy Scriptures Compatible: the Interpretation of Ecclesiastes 1, 4-6 of the First Upholders of the Copernican Theory). During the modern Age the diffusion of the Copernican cosmology highlighted its contrast with the exegesis of the Bible, as some passages of the Holy Scriptures seemed to confirm the traditional theories. In this debate the interpretation of Ecclesiastes 1, 4-6 was very important, as this passage deals at the same time with the steadiness of the Earth and with the motion of the Sun. The Copernican astronomers who took part in this debate found a way out of this problem in the principle of accommodation, even if many of them did not give up looking for a confirmation of their theories in other verses.

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CHRISTIAN ALBINI
Per una ontologia processuale e relazionale. La teologia neo-whiteheadiana di J.A. Bracken.

La teologia cattolica di oggi è alla ricerca di una prospettiva metafisica che faciliti l’accesso universale alla fede cristiana senza deformarlo. J.A. Bracken ha preso spunto dal pensiero di A.N. Whitehead, incentrato su un’ontologia processuale e relazionale, per descrivere la comunione trinitaria e il suo rapporto con il creato a partire dalla rivelazione: una proposta da rettificare, ma percorribile e promettente. 

(For a processual and relational ontology. The neo-whiteheadian theology of J.A. Bracken) Nowadays catholic theology is looking for a metaphysical perspective to facilitate a universal comprehension of christian faith without misrepresenting it. J.A. Bracken started from the thought of A.N. Whitehead, founded on a processual and relational ontology, to describe Trinitarian communion and his relationship with created world in the light of revelation: a worth-while attempt, though it needs some adjustments. 

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IOANNIS ASIMAKIS
Chiesa ed Eucaristia nella teologia greca ortodossa attuale.

La teologia ortodossa greca riflette sull’Eucaristia seguendo la metodologia eucaristico-ecclesiale (che concepisce l’Eucaristia come la realizzazione storica della pienezza del mistero di Cristo) e la sintesi neopatristica (la quale ripropone il modo di impostare e di risolvere le questioni fondamentali nel periodo patristico, quando il mondo era plasmato da un pensiero pagano con elementi incompatibili con la Parola di Dio). Mentre fino agli anni ’50 i classici dogmatici ortodossi (Andruzzos, Trembelas, Dyovouniotis), per mancanza di sviluppi dogmatici propri, ricevevano influssi dai manuali della scolastica e dalla teologia liberale tedesca, dagli anni ’60 teologi come Nissiotis e Zizioulas, sul filone della ecclesiologia eucaristica di Afanassieff, rileggendo i Padri greci, presentano l’Eucaristia come la presenza di Cristo nel tempo resa possibile grazie all’azione dello Spirito Santo e come mistero dell’assemblea (pregustazione della sinassi escatologica). Per trattare oggi l’Eucaristia i teologi ortodossi greci fanno la descrizione e l’analisi della Divina Liturgia (tipico della teologia bizantina alla quale si rifanno è di descrivere e non di spiegare i sacramenti) riferendosi soprattutto agli scritti di Nicola Cabasilas e di Gregorio Palamas .

(Eucharist in the Greek Orthodox Theology). The Greek Orthodox Theology reflects on Eucharist following the Eucharist-ecclesial methodology (which regards Eucharist as the historical realization of the fullness of Christ’s mystery) and the neopatristic synthesis (which proposes again the way of stating and solving the fundamental problems of the patristic period, when the world was moulded by a pagan thought with elements which were not compatible with the Word of God). The dogmatic classics of the Orthodox Church (Andruzzos, Trembelas, Dyovouniotis) were influenced by the treaties of the Scholastic theology and of the German liberal theology until the 50s, as their theology had had no developments. But from the 60s, following Afanassieff’s ecclesiology and revising the Greek Fathers, some theologians – for instance Nissiotis and Zizioulas – describe the Eucharist as Christ’s presence in the time, which is possible thanks to the action of the Holy Spirit, and as Mystery of the Assembly (anticipation of the eschatological synaxis). In order to deal with the Eucharist the Greek Orthodox theologians describe and analyse the Divine Liturgy (describing and not explaining the Sacraments is typical of the Byzantine Theology) referring to Nicola Cabasilas and Gregorio Palma’s writings.

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