2005 – fascicolo 2

Studia Patavina – anno LII (2005) – fascicolo 2 (maggio-agosto)

Editoriale

GIUSEPPE ANGELINI
Il sapere teologico tra scienza e confessione della fede

Simposio
Teologia, attese scientifiche e problemi attuali

GIUSEPPE TRENTIN (cur.)
Introduzione: ridefinire il rapporto tra confessione di fede e scienza

UGO SARTORIO
Teologia scienza che dà “da pensare”

ANDREA TONIOLO
La teologia tra scienza e confessione: il dibattito dal versante della teologia pastorale

CARLO SCILIRONI
Pensare dopo la crisi del trascendentale

ITALO DE SANDRE
Ricerca teologica e ricerca sociologica: disconoscimento o dialogo 

P. CAMPOGALLIANI
Le prossimità da perseguire 

MARCELLO MILANI
Una reazione biblica: sapienza e rivelazione 

GIOVANNI LEONARDI
Il sapere teologico del biblista 

ERMANNO ROBERTO TURA
Ricami teologici con domande

Ricerche

VALERIO BORTOLIN
Interculturalità e religioni. Una riflessione filosofica

CARLA CANULLO
L’amore dell’Altro. Le phénomène érotique di J.-L. Marion ►

Problemi e discussioni

STEFANO VISINTIN
Dal Cosmo a Dio. Ha la scienza interrotto questa via?

STEFANO BISIGHIN
Economia delle religioni: un primo approccio

Note

R. CAPPELLINI
La Bibbia a passo di danza. Alcune considerazioni rabbiniche contemporanee sulla danza biblica nella tradizione ebraica

ERMANNO ROBERTO TURA
Anno dell’Eucaristia. Una enciclopedia e qualche annotazione

A. GENTILI
Sant’Antonio Maria Zaccaria studente a Padova (1520-24). In margine all’edizione critica dei Sermoni

C. ALZATI
San Luca evangelista testimone della fede che unisce. Presentazione del III vol. degli Atti del Congresso Internazionale

Recensioni, schede e segnalazioni bibliografiche

Libri ricevuti

 


 

Editoriale

GIUSEPPE ANGELINI
Il sapere teologico tra scienza e confessione della fede 

L’articolo ripren¬de la relazione che Giuseppe Angelini, preside della Facoltà teologica dell’Italia settentrionale, ha tenuto nell’Archivio antico dell’Università di Padova in occasione del 50° anniversario della rivista Studia Patavina. L’autore affronta il tema dell’identità del sapere teologico osservando che nel Novecento essa ha assunto per lo più la forma di una riflessione sul metodo. Senza addentrarsi nel dibattito sulla Methodenstreit il teologo di Milano istruisce in modo pertinente e chiaro la questione del rapporto tra aspetto scientifico e confessionale della teologia denunciando il rischio che l’attuale egemonia della scienza a livello sociale induca un crescente distacco del sapere pubblico rispetto alla coscienza individuale. Dopo aver analizzato la filosofia moderna e la sua crisi, le scienze e il loro impatto civile, le assunzioni di fondo della storiografia moderna e delle scienze umane egli rivendica la qualità critica del sapere della fede, ma denuncia al tempo stesso la mancanza in ambito teologico di una teoria dell’umano e di una conoscenza esperta delle forme storiche della coscienza che rendano ragione storica e pratica del sapere della fede. 

The article is based on the lecture held by Giuseppe Angelini, dean of the Theological Faculty of Northern Italy, to commemorate the 50th anniversary of the theological review Studia Patavina. The author considers the question of the identity of theological knowledge that during the 1900’s mainly assumed the form of a consideration of method. Leaving aside the methodenstreit debate, the milanese theologian delineates in a clear and concise mannner the the question of the relationship between the scientific and confessional aspects of theology; denouncing the risk that the current hegemony of science on a social level results in an increasing separation between public knowledge and the individual conscience. Following an analysis of modern philosophy and its crisis, the sciences and their civil impact, the fundamental characteristics of modern historiography and the human sciences, he asserts the critical quality of the knowledge of faith, whilst condemning the lack in the theological sphere of a theory of human reality and of expert knowledge of the historical forms of conscience which practically and historically justify the knowledge of faith.

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Simposio
Teologia, attese scientifiche e problemi attuali

GIUSEPPE TRENTIN (cur.)
Introduzione: ridefinire il rapporto tra confessione di fede e scienza

A partire dalla relazione del prof. Giuseppe Angelini, tenuta in occasione della celebrazione del 50° anniversario della rivista Studia Patavina, i partecipanti al Simposio su “Teologia e attese scientifiche” hanno affrontato il problema del rapporto tra confessione di fede e scienza. Un problema che è stato ridefinito da vari punti di vista: teologico, filosofico e scientifico. Ad una serie di interventi più corposi ed impegnati sul fronte epistemologico e metodologico hanno fatto da contrappunto altri interventi di carattere più specifico e puntuale. E’ emersa così l’esigenza che la teologia, pur senza rinunciare alla propria autonomia e metodologia, si metta maggiormente in ascolto dei problemi e delle attese scientifiche del mondo contemporaneo e sia più sensibile agli interrogativi che emergono dal mondo delle scienze.

Prof. Giuseppe Angelini’s lecture, held to mark the 50th anniversary of the “Studia Patavina” review, was the starting point used by the participants of the symposium on “Theology and scientific expectations” to examine the problem of the relationship between science and the profession of faith, a problem considered from a theological and philosophical, as well as scientific perspective. A number of lengthy and comprehensive contributions on the epistemological and methodological aspects were counterbalanced by other more specific and precise contributions. What emerges is the demand for a theology which, without abdicating its autonomy and specific methodology, is more sensitive to the scientific expectations and problems of contemporary society and to the questions raised by the scientific world.

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VALERIO BORTOLIN
Interculturalità e religioni. Una riflessione filosofica

La presente riflessione mette in luce come la dimensione universale, propria della religione, si dia sempre nella particolarità di un determinato orizzonte culturale e, nello stesso tempo, coincida con la tensione che porta tale orizzonte ad un suo continuo autotrascendimento. È proprio tale dialettica tra universalità e particolarità che rende possibile, ma anche problematico e multiforme, l’incontro tra le religioni, dando luogo allo scontro tra le particolarità religiose in lotta tra di loro per affermare la propria superiorità e la propria verità. Solo l’esplicitarsi dell’universalismo della religione permetterà l’apertura di un orizzonte capace di comprendere le verità “altre”. In questo modo tuttavia si accetta di essere ricompresi dalla verità dell’altro e si riconosce che l’incontro con la verità “altra” è essenziale per la costituzione della propria identità.

The contribution demonstrates how the universal dimension, typical of religion, while expressing itself within a specific cultural context, coincides with the tension that leads to the continuous auto-transcendence of the context itself. Precisely this dialectic movement between universality and particularity makes possible, and simultaneously problematic and heterogeneous, an encounter between religions, generating conflict between those elements specific to each religion in an attempt to affirm its own superiority and truth. The explication of the universality of religion allows for the creation of a context capable of acknowledging the “other” truths; this however requires a willingness to be “re-understood” by such truths and an acceptance that such contact is essential in the defining process of one’s own identity.

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CARLA CANULLO
L’amore dell’Altro. Le phénomène érotique di J.-L. Marion 

Che cosa dà, alla fenomenologia, l’amore dell’Altro? Partendo dalla conclusione della celebre opera di Jean-Luc Marion Dato che. Saggio per una fenomenologia della donazione, dove l’amore viene per la prima volta annunciato come ciò che permette di giungere all’individuazione dell’altro, il percorso esposto in queste pagine segue la ripresa di tale individuazione messa in atto dall’amore e proposta da Marion nella sua ultima opera Le phénomène érotique. In quest’opera l’ego cogitans di Descartes è fenomenologicamente rovesciato in ego amans, ossia in un ego che, da trascendentale e costituente, si scopre effettivamente costituito dall’amore dell’Altro. Amore che, oltre la classica distinzione in eros e agape, Marion afferma nella sua univocità e che conduce a riaprire fenomenologicamente la questione di una trascendenza che la “fenomenologia storica” di Husserl e Heidegger, almeno in apparenza, sembrava aver chiuso.

What does the “love of the Other” contribute to phenomenology? Using as a starting point the conclusion of the of the renowned study of Jean-Luc Marion “Given that. Study for a phenomenology of donation” where for the first time love is presented as the necessary condition which permits the individualisation of the other, the author’s proposal continues along the lines of such an individualisation originated by love and proposed by Marion in his latest work “Le phénomène érotique”, where the ego cogitans of Descartes is phenomenologically overturned and becomes ego amans, in other words from a transcendental and constitutive ego to an ego aware of being effectively constituted by the love of the Other. The univocal character of this love asserted by Marion in addition to the classical distinction between eros and agape reopens the phenomenological question of a transcendence that the “historical phenomenology” of Husserl and Heidegger seemed, at least apparently, to have resolved.

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STEFANO VISINTIN
Dal Cosmo a Dio. Ha la scienza interrotto questa via?

Con la fine della Teologia Naturale sentenziata in modo definitivo dai lavori di Darwin, la teologia ha progressivamente abbandonato il Cosmo come via che indirizza a Dio, per concentrarsi quasi esclusivamente sull’uomo e la sua interiorità. Una nuova visione scientifica del mondo permette però nuovamente di far uso di concetti, in particolare quello del “piano divino”, che riaprono la via verso Dio in modo utile alla Teologia tutta e a quella Fondamentale in particolare.

Darwin’s theories signalled the irreversible decline of Natural Theology, and theological thought has progressively abandoned the Cosmos as a means of reaching God, concentrating almost exclusively on man and his inner self. However a new scientific vision of the world allows for the retrieval of concepts, such as that of the “divine plan” in particular, which reopen this way to God and are of use to Theology in general and Fundamental Theology in particular.

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STEFANO BISIGHIN
Economia delle religioni: un primo approccio

Partendo da un classico esempio di interazione commerciale (un mercato rionale), si introducono i principi dell’economia e della teoria della scelta razionale (scelte limitare di un consumatore, massimizzazione del profitto, esistenza di vincoli), allo scopo di arrivare ad applicarli, per similitudine, allo studio della religione. Vengono successivamente esaminati alcuni articoli di autori diversi, evidenziando come la teoria della scelta razionale sia stata applicata al caso concreto del fondamentalismo, si riveli funzionale ad una sua migliore comprensione oltre a risultare in accordo con le rilevazioni empiriche. Concludono alcune osservazioni sui vantaggi e limiti di applicabilità dei principi economici allo studio della religione, con alcune segnalazioni su dei campi di studio ancora parzialmente inesplorati.

Using a street market as a classic example of commercial interaction, the author introduces the principles of economy and of the theory of rational choice (limited consumer choice, profit maximisation, the existence of conditions), with the aim of metaphorically applying them to the study of religion. A number of articles by various authors are successively examined, highlighting how the theory of rational choice, applied in the specific case of fundamentalism, has permitted a clearer understanding of the phenomenon and corresponds to the empirical data. A number of observations on the advantages and limits of applying economic principles to the study of religion, and indications on areas of study still partially unexplored conclude the article.

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