La teologia, volto pubblico della fede

Mercoledì 2 marzo, nel teatro della Facoltà Teologica del Triveneto, si è celebrato il Dies academicus.

Mercoledì 2 marzo, nel teatro – aula magna della Facoltà Teologica del Triveneto a Padova, si è celebrato il Dies academicus che ha inaugurato il sesto anno di attività della Facoltà. Tema centrale della giornata: il ruolo pubblico della teologia.

 

Aperta dal saluto del vice gran cancelliere della Facoltà, il vescovo di Padova mons. Antonio Mattiazzo, la mattinata è entrata nel vivo con l’intervento del gran cancelliere, il patriarca card. Angelo Scola, che ha ribadito «l’importanza del lavoro svolto dalla Facoltà che, impegnata nell’approfondimento della teologia pratica, è chiamata a mostrare il nesso inscindibile tra la riflessione sistematica e critica e la fede vissuta dalla comunità ecclesiale. Solo l’annuncio di tutti i misteri cristiani nelle loro implicazioni antropologiche, sociali e cosmologiche – ha proseguito – ci aiuterà a superare la dolorosa spaccatura tra fede e vita che già Paolo VI indicava come il tarlo dei cristiani contemporanei. È quindi l’unità dell’esperienza cristiana adeguatamente intesa a garantire la fecondità della riflessione teologica. Ed è a partire da questa visione unitaria che la teologia può rivendicare il diritto di esprimersi nella pubblica piazza, interagendo ed entrando in dialogo, a pari titolo, con le altre discipline e gli altri saperi» (leggi l’intervento del gran cancelliere ).

 

Anche il preside della Facoltà, don Andrea Toniolo, ha richiamato come la teologia non sia più «fatta solo dentro i seminari e per il clero, ma è una teologia che è disponibile per tutti, grazie anche alla riforma degli Istituti superiori di Scienze religiose; dei 2482 studenti iscritti in quest’anno accademico quasi 2000 mila sono laici». L’indirizzo teologico-pratico della Facoltà fa riferimento esattamente  «a quell’esperienza che è la fede, – ha spiegato il preside – intesa non nella sua forma generica o astratta, ma nella forma storica, ben precisa, che è la fede cristiana, la fede degli uomini e donne, che vivono in questo nostro territorio, che lavorano, insegnano, hanno imprese, si confrontano con altre culture e religioni, la fede che si intreccia con le sfide molteplici del Nord-Est e che come Chiesa stiamo leggendo e interpretando anche in vista del secondo convegno di Aquileia» (leggi la relazione sulla vita accademica della Facoltà ►).

 

La teologia, volto pubblico della fede è stato il tema della prolusione del dies, affidata a S. E. mons. Peter Henrici, gesuita, per molti anni docente di filosofia alla Pontificia Università Gregoriana. Dopo aver gettato uno sguardo alla storia della teologia, mons. Henrici ha evidenziato i tre ambiti in cui la teologia ha esercitato ed esercita una funzione pubblica: il campo universitario; l’ambito del dialogo ecumenico e interreligioso; la dimensione politica (leggi una sintesi della prolusione ►). 

 

Proprio dalla determinazione a riallacciare un dialogo fra teologia e sapere laico è nata la convenzione stipulata con l’Università degli Studi di Padova, firmata durante il Dies dal gran cancelliere card. Angelo Scola e dal magnifico rettore prof. Giuseppe Zaccaria. Il documento permetterà lo scambio di docenti e studenti (che potranno ottenere crediti formativi validi per il piano di studi) e la realizzazione di attività accademiche e iniziative culturali aperte anche al pubblico. «Oggi il tempo è maturo per un superamento della frammentazione dei saperi – ha sottolineato il rettore dell’Università di Padova – e questa convenzione è un punto di partenza per ulteriori sviluppi che costituiranno un reciproco arricchimento per le due istituzioni» (leggi il saluto del magnifico rettore ►). «È un passo decisivo – ha affermato il card. Scolache apre realmente alla speranza perché documenta che quando si assume con realismo la situazione in cui il momento storico ci situa, è sempre possibile inventare strade costruttive. L’urgenza del confronto fra i diversi soggetti che abitano la società si fa più forte a partire da un dato fondamentale, cioè il bene sociale del vivere insieme. Questo diventi un bene politico, perseguito da tutti in vista di pratiche virtuose che conducano a una vita buona, soprattutto in una società plurale. Questa convenzione è l’espressione convinta e sostanziale di porre, in una società sovente fluttuante, dei pali solidi».

 

L’accordo tra Facoltà Teologica e Università di Padova è stato definito da mons. Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, come un’iniziativa che «ricostituisce idealmente quella universitas studiorum che è all’origine dell’idea stessa di università e la teologia viene reintegrata nell’alveo universitario da cui era stata allontanata». Mons. Ravasi ha inoltre auspicato «che questa convenzione possa costruire una solida collaborazione tra la teologia in quanto autoriflessione razionale alla luce della fede e la cultura che, nell’ateneo patavino, è stata coltivata fin dalla sua nascita, andando dunque ben al di là di un semplice accostamento e di un confronto interdisciplinare occasionale» (leggi il messaggio integrale di mons. Ravasi).

 

 

Paola Zampieri

 

 

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