Metodologie in evoluzione per la teologia spirituale

Nei giorni 25-28 settembre 2019 alcuni docenti della Facoltà teologica del Triveneto hanno partecipato a Roma, presso la Pontificia Università Antonianum, alla conferenza internazionale “Metodologie in evoluzione”, promossa dal Forum dei professori di teologia spirituale in Italia e dalla Society for the study of christian spirituality.

Un programma assai nutrito ha visto confrontarsi studiosi con varie competenze e specializzazioni, oltre che di differenti provenienze: non solo dunque docenti attivi nelle Facoltà teologiche romane ma ricercatori e professori provenienti da vari paesi europei e anche dagli Usa, dall’Australia, dal Sud Africa, da Hong Kong. Un panorama davvero internazionale che ha messo in campo prospettive variegate e percezioni metodologiche differenti nello studio della teologia spirituale.

I contributi proposti hanno focalizzato l’attenzione sulla questione del metodo, offrendo una ricchezza di approcci e di piste ulteriormente percorribili. A più voci sono state affrontate le questioni della relazione tra spiritualità e teologia, della centralità dell’esperienza, dell’autoimplicazione dello studioso nell’oggetto della propria indagine. Sono emerse differenti metodologie di ricerca con la condivisione di applicazioni concrete delle stesse a casi specifici di studio: si è dunque parlato di metodo contemplativo negli studi di spiritualità, di metodo teologico-decisionale, personalistico, di metodi letterari, performativi ed empirici, di etnografia e mistagogia, di interdisciplinarietà facendo pure riferimento agli esiti di studi mirati di carattere antropologico, sociologico, psicologico e pedagogico, con attenzione anche al dialogo interreligioso. Un opportuno spazio è stato riservato alle sollecitazioni apportate dal Vaticano II e dalla Veritatis gaudium, con l’attenzione a leggere i contesti storici, culturali e sociali attuali riflettendo sul significato dello studio della spiritualità e della formazione spirituale in un’età postsecolare.

Certamente l’ascolto di tanti interventi e così variegati ha dato l’opportunità di cogliere punti di contatto ma anche i percorsi “nuovi” che gli studi teologico-spirituali hanno intrapreso negli ultimi anni fuori dall’Europa, con un peculiare interesse per l’approfondimento dei contesti storici-antropologici-culturali e delle spiritualità in essi vissute e comunicate. A livello metodologico, dei quadri epistemologici di riferimento e sul piano del confronto con altre discipline sono stati molti gli stimoli e le provocazioni offerte e sulle quali sarà fruttuoso tornare e riflettere: attendiamo la pubblicazione degli atti che, a questo scopo, sarà molto preziosa e utile.

Marzia Ceschia

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