Pagine di storia, pagine di chiesa

La chiesa fra stato e religione, la chiesa come soggetto-stato globale, la continuità della storia ecclesiastica nella discontinuità della storia civile… sono alcune sottolineature fatte dal prof. Gianpaolo Romanato a margine della storia della chiesa racchiusa nel nuovo manuale che ha impegnato undici storici della chiesa e un teologo, professori di Fttr e Ftis.

La storia della chiesa, dalle origini a oggi, raccolta in duemila pagine, ad uso di studenti e professori e, perché no, anche di un pubblico più ampio, culturalmente interessato a conoscere la chiesa come istituzione, al netto della sua essenza che non si gioca esclusivamente nell’ambito mondano. I quattro volumi del nuovo Manuale di storia della chiesa edito da Morcelliana, presentato il 25 ottobre in Facoltà teologica a Padova (vai alla notizia), hanno puntato sull’unitarietà nel linguaggio e nell’impostazione, sulla fruibilità e la solidità dei contenuti, come ha spiegato Umberto Dell’Orto, curatore scientifico dell’opera assieme a Saverio Xeres, raccontando la genesi del progetto nato a metà del 2010 dalla collaborazione fra undici storici della chiesa e un teologo, professori della Facoltà teologica dell’Italia settentrionale e della Facoltà teologica del Triveneto.

Un’opera che, a detta di Gianpaolo Romanato, già ordinario di Storia all’Università di Padova e membro del Pontificio comitato di scienze storiche, può essere motore di una inversione di tendenza. «Scrivere duemila pagine per rappresentare l’imponenza storica della chiesa – ha affermato – è un atto che può contribuire a dare autoconsapevolezza alla chiesa cattolica romana, che oggi appare molto autoreferenziale e di cui si parla per le malefatte di una certa parte del clero e per le guerre interne».
Certo, la chiesa resta un soggetto difficile di cui parlare, innanzitutto perché essa è una comunità di fede, una forza spirituale, un motore di vita interiore ma è pure uno stato con una forma costituzionale e un apparato di governo. «La chiesa è uno stato e una religione – ha evidenziato Romanato – e far convivere “il trono e l’altare” non è assolutamente facile. L’intreccio di stato e religione è continuo, costante e indissolubile».
Il soggetto-chiesa è un soggetto globale: è l’unico soggetto planetario oggi sulla terra – ha fatto poi osservare – È uno stato globale perché la chiesa distribuita nei quattro angoli del globo non è più una emanazione della chiesa europea: dalla seconda guerra mondiale essa si è radicata nei territori e nelle culture; è diventata chiesa locale. «Oggi la componente cardinalizia non-europea – ha aggiunto – è largamente maggioritaria con circa 70 membri contro i 50 europei. In questa realtà globale ciascuna cultura ha i propri diritti e i nodi dell’inculturazione arrivano al pettine».
La chiesa inoltre non vive la dialettica di continuità e discontinuità che caratterizza le istituzioni statali civili, ma c’è una continuità della storia ecclesiastica nella discontinuità della storia civile. «Dove guerre e rivoluzioni creano nuovi inizi per gli stati, la chiesa rivendica a se stessa la continuità della propria storia: il pontefice è l’unico che può rivendicare una successione che risale indietro di duemila anni».

Paola Zampieri

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