Pietà popolare, culto, devozioni

Nel riemergere dell’interesse sul valore della pietà popolare, "Studia patavina" propone un approfondimento su questa modalità particolare in cui la fede si incarna in una cultura e si trasmette. Con attenzione verso le forme di religiosità e pietà popolare presenti anche nel mondo islamico.

Le origini culturali e pastorali provenienti dal mondo latino-americano, di cui sono ricchi l’esperienza e il magistero di papa Francesco, hanno portato al riemergere di un interesse sul valore della pietà popolare. Un tema che, riprendendo documenti dell’episcopato del Sud America, è presente nell’esortazione Evangelii gaudium, dove si riconosce che nelle espressioni della pietà popolare «si può cogliere la modalità in cui la fede ricevuta si è incarnata in una cultura e continua a trasmettersi». E in Amoris laetitia papa Francesco riprende alcune forme tipiche che possono nutrire la pietà popolare quali il rosario, la benedizione delle case, la preghiera in famiglia…

Parte da questa rinnovata attenzione l’approfondimento che Studia patavina, la rivista della Facoltà teologica del Triveneto, ha scelto di dedicare al tema Pietà popolare, culto, devozioni pubblicato nell’ultimo numero in uscita (fascicolo 1/2017).

Il focus parte da una lettura dei documenti ecclesiali sul tema, dal Concilio Vaticano II al magistero attuale, dove Alessandro Ratti (autore del’articolo Dal Direttorio su pietà popolare e liturgia alla Evangelii gaudium. Evoluzione e comprensione di una proposta di «pastorale popolare») riscontra un filo conduttore ininterrotto nella consapevolezza dell’esistenza della religiosità popolare e, insieme, dello scarto rispetto a una “religione dotta”. Il carattere “proteiforme” delle espressioni popolari è invece messo in evidenza da Roberto Tagliaferri (Una lettura teologico-antropologica della pietà popolare. Valenze e ambivalenze); mentre Carlo Prandi (Religione popolare e scienze umane. Problemi d’interpretazione) apre a una lettura di come si è sviluppato il tema nel tempo, risalendo fino all’incrocio tra cultura pagana e la recezione cristiana verificatasi tra VI e VII secolo.

Si entra in campi specifici con due firme al femminile: Elena Zapponi (L’emergenza del pellegrinaggio. Pregare con i piedi) studia il pellegrinaggio, con particolare attenzione all’antica meta di Santiago, come simbolo di un viaggio interiore; Elisabetta Gulli Grigioni (Tra immaginette, santini, reliquie: vedere e toccare il sacro) ci trasporta nel mondo dei “santini”, quasi banali a un’affrettata considerazione e invece ricchi di un retroterra di gusto, arte, raffinatezza. Espressioni che nella proposta di Giovanni Trabucco (Per un’estetica della religiosità popolare. Un ripensamento) trovano un approfondimento nel linguaggio dell’estetica, capace di produrre reazioni emotive.

Infine un campo completamente diverso, e inaspettato, è quello introdotto da Enzo Pace (La religiosità popolare nell’islam), che presenta la ricca proposta di forme di religiosità e pietà popolare presenti anche nel mondo islamico, soprattutto nella sua forma sciita, nella particolare espressione sufi, non assente anche nella tradizione sunnita in luoghi lontani dall’epicentro della penisola arabica.

Il fascicolo1/2017 può essere richiesto (al costo di € 17,00) a studiapatavina.abbonamenti@fttr.it

In allegato gli abstract degli articoli della rivista.

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