Secondo ciclo TP – Focus sulla dimensione urbana dell’evangelizzazione

News aa 2019/2020 Percorso di teologia – specializzazione in Teologia pastorale. Le culture urbane sono una sfida per l’evangelizzazione e la pastorale nella dimensione urbana del vivere, fra potenzialità e contraddizioni, è il focus della proposta formativa. Intervista al direttore della licenza, prof. Riccardo Battocchio.

Il ciclo di specializzazione in Teologia pastorale per l’anno accademico 2019/2020 sarà caratterizzato dall’attenzione al tema della città. Due, in particolare, le proposte: il seminario-laboratorio annuale, dal titolo «Raggiungere con la parola di Gesù i nuclei più profondi dell’anima delle città» (EG 74): una sfida per l’evangelizzazione, coordinato dai docenti Ezio Falavegna e Dario Vivian; il corso di Liturgia del prof. Gianandrea Di Donna.

Ne parliamo con il direttore della licenza, don Riccardo Battocchio.

Professor Battocchio, Evangelii gaudium come interpella la città?

«I modelli di vita legati all’esperienza della città segnano profondamente le mentalità delle donne e degli uomini del nostro tempo. L’urbanizzazione è un fenomeno che coinvolge anche coloro che non abitano stabilmente nelle metropoli. L’esistenza quotidiana è sempre più improntata alle modalità urbane di abitare gli spazi e ritmare i tempi. E in tutto questo hanno un ruolo non indifferente la rete e il mondo dei social, in particolare per quanto riguarda l’universo giovanile. Tutto ciò non può non interpellare coloro che desiderano condividere con altri la gioia del Vangelo. Il documento programmatico del pontificato di Francesco ci orienta precisamente in questa direzione».

In che senso la città è una sfida per l’evangelizzazione?

«La città non è solo un luogo fisico, geografico: è un modo di vivere le relazioni. La pastorale nella città, o meglio la pastorale che tiene presente la dimensione urbana del vivere, non può essere pensata come una semplice estensione quantitativa di ciò che si fa in ambiti più ridotti. Cambiando la quantità cambia anche la qualità dei rapporti. Andranno perciò ripensati i legami con il territorio, interrogandoci anzitutto su ciò che intendiamo come “spazio parrocchiale”».

Nelle nuove geografie urbane il cristiano «non suole più essere promotore o generatore di senso, ma riceve da esse altri linguaggi, simboli, messaggi e paradigmi che offrono nuovi orientamenti di vita, spesso in contrasto con il Vangelo di Gesù» (EG 73). In che modo queste grandi aree e la cultura che esprimono possono diventare un luogo privilegiato della nuova evangelizzazione?

«La città – e potremmo considerare anche il nostro Veneto come una grande città diffusa – è spazio di incontri, scambi, meticciati, mobilità, ritmi di vita; essa però include anche fenomeni di esclusione, di marginalizzazione. La città offre moltissime occasioni per arricchirsi di nuove esperienze e di proposte culturali ad ampio spettro ma è anche luogo nel quale diventa difficile gestire la molteplicità degli stimoli, luogo nel quale più si manifesta il senso di disorientamento o la chiusura in ambiti ristretti di relazioni. È l’ambivalenza della città ed è il tema delle periferie: papa Francesco, fin dalla sua esperienza di arcivescovo di Buenos Aires, lo conosce bene e per questo sollecita a porre attenzione alla dimensione urbana dell’evangelizzazione».

La città è sempre più un ambito multiculturale. Questo è un valore aggiunto o un ostacolo per l’evangelizzazione?

«Nelle città si incontrano persone ed esperienze diverse. La diversità può generare conflitti o diventare motivo di arricchimento reciproco: si tratta di orientarsi e di aiutare a orientarsi da una parte o dall’altra. È in questo contesto che Evangelii gaudium richiama la necessità di “raggiungere con la parola di Gesù i nuclei più profondi dell’anima delle città” (n. 74). La chiesa è chiamata a porsi al servizio di un dialogo difficile dove ci sono, da una parte, cittadini che ottengono i mezzi adeguati per lo sviluppo della vita personale e familiare e, dall’altra parte, moltissimi “non cittadini”, “cittadini a metà” o “avanzi urbani”, per usare le parole di papa Francesco. La proclamazione del Vangelo diventa una base per ristabilire la dignità della vita umana».

Quale ruolo hanno la rete e i social?

«Oggi le relazioni tra le persone e i gruppi sono decisamente segnate anche dallo “spazio social”, nel quale non è più l’elemento geografico, fisico, a essere determinante. La vicinanza si vive nell’ambiente digitale, che per molti aspetti è un ambiente “urbano”, con prossimità e distanze, esclusioni e appartenenze, costituirsi di gruppi chiusi o allargati. Questi processi pongono nuove questioni da cui la pastorale non può esentarsi. Di fatto, è compito del cristiano vivere fino in fondo tutto ciò che è umano e porsi nelle sfide come fermento di testimonianza».

Nel percorso di attenzione verso il tema della città è stato inserito anche un corso di liturgia. Come si coniugano questi due mondi?

«Non è la stessa cosa celebrare una liturgia in contesto urbano, periferico o rurale. Il corso del prof. Gianandrea Di Donna “Celebrare il mistero di Cristo nel contesto ecclesiale urbano” intende cogliere le potenzialità pastorali della liturgia cristiana nell’ambito della crisi della modernità, quale si manifesta soprattutto nelle città, per delineare i tratti di una nuova cultura liturgica. A partire da un excursus storico sulle forme urbane del rito cristiano (dalle origini fino alla modernità), si saggerà una riappropriazione critica dei più rilevanti modelli rituali del concilio Vaticano II con lo scopo di coglierne le preminenti potenzialità pastorali in prospettiva estetico-rituale, eucologica, architettonico-spaziale, artistica, musicale, sonora, oratoria. Per molti aspetti il riferimento alla città non è cosa nuova per il cristianesimo: fin dall’inizio – basti pensare ai racconti degli Atti degli apostoli – esso ha trovato accoglienza ed è fiorito principalmente in contesti urbani. Nell’epoca della tarda o post-modernità, con tutti i cambiamenti in atto a livello globale, la città e le città interpellano in modo inedito l’azione pastorale della chiesa, anche nel momento liturgico».

Paola Zampieri

 

Informazioni e approfondimenti:

  • È possibile iscriversi al seminario-laboratorio e al corso di Liturgia anche come uditori.
  • Il seminario-laboratorio e i corsi di Liturgia (prof. Gianandrea di Donna), Teologia sistematica (prof. Simone Morandini), Temi di teologia biblica (prof.ssa Roberta Ronchiato), Temi di teologia pastorale (prof.ssa Assunta Steccanella) e Temi di teologia spirituale (prof. Alessandro Grossato e prof. Claudio Stercal)  sono validi per l’aggiornamento e la formazione dei docenti. Iscrizioni tramite la piattaforma SOFIA. La Facoltà è ente accreditato presso il Miur ai sensi della Direttiva 170/2016.
  • Descrizione dell’offerta formativa.
  • Depliant informativo per l’aa 2019/2020.
  • Programma dei corsi
  • Articolo Culture urbane, sfida per l’evangelizzazione 

Le iscrizioni alla Facoltà teologica del Triveneto
sono aperte fino alla fine di settembre 2019.

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