Secondo ciclo – La chiesa che verrà. Seminario-laboratorio di teologia pastorale

News aa 2021/2022 Percorso di teologia – specializzazione in Teologia pastorale. C’è un interrogativo che si fa strada in questo periodo di pandemia che ha innescato inediti processi di cambiamento: quale forma di chiesa sta emergendo? La questione sarà al centro del seminario-laboratorio “La chiesa che verrà” condotto da Dario Vivian e Alessio Dal Pozzolo, con gli interventi di quattro teologhe.

Sul piano pastorale la questione è cruciale: quale forma di chiesa sta facendo maturare la pandemia di Covid-19 in atto? Quali prospettive si aprono dentro questo tempo nuovo? A partire da questi interrogativi si svolgerà il seminario-laboratorio proposto per l’anno accademico 2021/2022 dalla specializzazione in Teologia pastorale del biennio di licenza della Facoltà teologica del Triveneto. Un corso curricolare per gli studenti ordinari, ma anche di formazione permanente aperta a quanti abbiano desiderio o necessità di aggiornamento personale o professionale (insegnanti di religione, operatori pastorali, presbiteri…), nell’ottica di ricevere ma anche di dare – visto l’aspetto laboratoriale del seminario – un contributo di riflessione e di pratiche che possano davvero delineare la chiesa che verrà.

La chiesa che verrà è infatti il titolo della proposta coordinata da Dario Vivian, docente di Teologia pastorale, e Alessio dal Pozzolo, docente di Teologia fondamentale, che coinvolgeranno gli studenti nel discernimento del nuovo che avanza e poi nella progettazione pastorale per ridefinire il volto di chiesa. Nella prima parte del corso interverranno quattro teologhe, a mettere a fuoco alcune sollecitazioni: la crisi delle pratiche ecclesiali (Stella Morra); la percezione e le modalità di vivere il tempo e lo spazio (Lucia Vantini); la questione del genere (Simona Segoloni Ruta); i processi aperti dal cammino del sinodo amazzonico (Serena Noceti).

Professor Dario Vivian, quale forma di chiesa sta emergendo dalla pandemia?
«Sta emergendo una forma di chiesa che deve sempre più spiazzarsi. Si tratta infatti di fare chiesa non nei luoghi e nei tempi abituali, ma là dove la gente vive. È la fine della civiltà parrocchiale, con tutto e tutti attorno al campanile».

Quali sono le provocazioni che ci vengono dall’oggi?
«La provocazione di una aumentata indifferenza religiosa, che paradossalmente va insieme a una ricerca di spiritualità non intercettata dalle chiese nelle loro forme istituzionalizzate. La chiesa deve ritrovare una leggerezza evangelica, puntando all’essenziale».

E le novità che questo tempo ha portato?
«Siamo stati costretti a riflettere sulle nostre esistenze, sulla fragilità costitutiva di ogni essere umano immerso nel mondo, continuamente a rischio di morte, ma anche di vita. Questo può chiuderci maggiormente, come aprirci a una fraternità solidale più intensa».

Evidenziamo i processi di cambiamento in atto.
«Già da tempo la modernità, e ancor più la contemporaneità, ha avviato processi di cambiamento nelle modalità di sperimentare le coordinate di tempo e di spazio. Nella rete e nel mondo dei social questo si fa eclatante. Il dove e il quando determinano il come delle nostre esistenze».

Quali sono i passaggi che generano il divenire della chiesa?
«La chiesa è in continua generazione. Questa ecclesiogenesi si plasma e si riplasma mediante le esperienze fondamentali, riconducibili a tre: ospitare la vita, senza giudizi e pregiudizi; narrare il vangelo, intrecciandolo con le nostre storie; celebrare il dono di grazia, non solo nelle chiese, ma nelle case e nei vari luoghi di vita».

Quali prospettive oggi si aprono?
«Sarà lo Spirito a dircelo, nella misura in cui sappiamo fare una lettura di fede del nostro tempo. Gesù osserva che la messe è molta nel campo del mondo, si tratta di non lasciarne cadere i frutti, ma di coglierli e accoglierli. Il regno di Dio va oltre la chiesa e apre a orizzonti larghi».

Come agire per non sprecare queste opportunità, dando luogo alla chiesa che verrà?
«Rilancio quanto ripete spesso papa Francesco. Anzitutto non occupare spazi, quasi dovessimo riconquistare quanto perduto, ma condividere e accompagnare processi, anche quelli di cui non siamo i titolari. Poi pensare in grande e agire in piccolo, secondo la logica glocal adatta ai nostri tempi. Già il teologo Congar diceva: la mia parrocchia è il vasto mondo!».

Il seminario-laboratorio si svolgerà durante tutto l’anno accademico, a partire da fine settembre 2021, con lezioni il martedì pomeriggio.

Per informazioni e iscrizioni: segreteria.secondociclo@fttr.it – tel. 049-664116

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Paola Zampieri

 

Foto da Pixabay

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