COMUNICATO STAMPA 26/2025
Padova, 14 giugno 2025
Aquileia, ritorno e ripartenza
Cardinale Pietro Parolin: «Tenere lo sguardo fisso su Gesù»
Le quattro facoltà ecclesiastiche presenti nel Triveneto hanno celebrato insieme il Giubileo tornando alle origini della fede nella chiesa-madre che ha generato le chiese del Nord-Est
Aquileia, 14 giugno 2025.
Si è svolto sabato 14 giugno ad Aquileia il pellegrinaggio giubilare delle facoltà ecclesiastiche presenti nel Triveneto: Facoltà teologica del Triveneto (sede e Istituti collegati in rete), Facoltà di diritto canonico San Pio X di Venezia, Istituto di Liturgia pastorale Santa Giustina di Padova e Istituto di studi ecumenici San Bernardino di Venezia.
Un’esperienza di preghiera e di spiritualità, di incontro e di festa a cui hanno partecipato circa 400 persone, fra studenti e studentesse, docenti e personale delle quattro istituzioni accademiche. La giornata, iniziata con l’ingresso in Basilica attraverso il Battistero e il rito del rinnovo delle promesse battesimali guidato dal vescovo di Gorizia mons. Carlo Roberto Maria Redaelli, ha avuto il suo momento centrale nella celebrazione eucaristica presieduta da S.Em. card. Pietro Parolin, Segretario di Stato della Santa Sede, e concelebrata dai vescovi del Triveneto.
Tenere lo sguardo fisso su Gesù
Sguardi innocenti, pieni di stupore, di curiosità, di attesa: sono gli occhi dei compaesani di Gesù, fissi su di lui mentre parla in sinagoga all’inizio della sua predicazione: come vorremmo che la chiesa fosse così! Il cardinale Pietro Parolin nell’omelia ha commentato: «si realizzerebbe la splendida raccomandazione della Lettera agli ebrei, che invita a tenere lo sguardo fisso su Gesù, a non essere comunità piegata su se stessa né preoccupata di catturare l’attenzione del mondo». Ha poi citato alcune fra le prime parole di papa Leone XIV nella Cappella Sistina: «Un impegno irrinunciabile per chiunque nella chiesa eserciti un ministero di autorità è sparire perché rimanga Cristo, farsi piccolo perché lui sia conosciuto e glorificato».
«Tenere lo sguardo su Gesù è il compito primo della teologia – ha affermato –. A voi, che siete impegnati in questo ministero fondamentale per la vita della chiesa, è data la meravigliosa possibilità di rinnovare continuamente tale incanto contemplativo. In questo modo è possibile accogliere un ministero che va studiato e indagato con il rigore degli studi, certo, ma che va amato con la tenerezza degli affetti e va declinato con una passione autentica per l’umanità dolente di oggi. Mistero che ci viene donato in modo del tutto speciale nell’Eucaristia, per la quale va continuamente coltivato lo “stupore eucaristico”, da cui si impara a trasformare la parola proclamata in vita vissuta».
«Il convenire in questa basilica oggi da parte delle istituzioni accademiche, nell’attuale contesto socio-culturale – contrassegnato da una parte dalle crescenti sfide e opportunità e dall’altra dalle vicende dolorose della situazione mondiale – consegna il compito di far vedere che l’ “oggi” di Dio è possibile anche qui, in un continuo raccordo tra la Parola di Dio, la vita sacramentale della chiesa e la prassi concreta delle comunità cristiane dentro il contesto di società civili sempre più diversificate. Queste istituzioni accademiche vanno considerate come uno dei segni più belli della vitalità delle nostre chiese».
Al termine della messa il cardinale Parolin ha voluto sottolineare il clima «intenso, solenne e anche familiare» del momento celebrativo, aggiungendo una nota personale: «È commovente per me tornare qui, nel luogo da cui proviene anche la mia fede, che dà senso e sapore alla vita. Una fede che gratuitamente abbiamo ricevuto e che dobbiamo trasmettere alle nuove generazioni».
Leggi l’omelia del card. Pietro Parolin.
Un luogo che ha fatto la storia della chiesa
Il patriarca di Venezia, mons. Francesco Moraglia, nel saluto all’inizio della celebrazione ha sottolineato la valenza del luogo: «Qui, nell’aula teodoriana su cui, più tardi, sarebbe stata edificata la grande basilica patriarcale nella quale ci troviamo, fu celebrato il Concilio che concluse, per l’Occidente latino, la lunga e complessa storia della messa a punto della dottrina della consustanzialità del Verbo, iniziata a Nicea 1700 anni fa. Tutto ciò rende vivo, attuale e imprescindibile il compito filosofico e teologico circa l’intelligenza della fede di cui tutte le nostre Facoltà, in modi differenti, si rendono interpreti».
Aquileia laboratorio di fede, ieri e oggi
Negli interventi che hanno preceduto la celebrazione, Maurizio Girolami – preside della Facoltà teologica del Triveneto che quest’anno celebra i vent’anni della fondazione – ha sottolineato come «la fede chiede di essere pensata e il pensiero chiede il buon uso delle parole, cioè un buon uso della Parola di Dio che va conosciuta e amata; un buon uso delle parole ecclesiali, perché la Chiesa sia sempre visibilmente una, pur nella varietà delle sue espressioni di fede; un buon uso delle parole umane, perché possano fare sentire l’altro come fratello». Marzia Ceschia, docente di teologia spirituale, ha evidenziato che «la teologia non è a servizio di un mondo ideale, ma del mondo come è, e richiede di non guardare a distanza la storia. Ci è richiesta una “mistica degli occhi aperti”, in cui la fede e il ragionare sulla fede ci apra a un cammino solidale con l’invocazione di ogni uomo, di ogni donna, con la sua speranza e disperazione, soprattutto con l’anelito alla giustizia. “Sapere Dio” non è un processo soltanto intellettuale».
Leggi gli interventi integrali: Maurizio Girolami – Marzia Ceschia
Mosaici di giustizia. Un libro raccoglie le voci teologiche del Triveneto
Il tema della giustizia è declinato nelle sue diverse dimensioni – in particolare la giustizia riparativa – nella pubblicazione realizzata in occasione del Giubileo con il contributo delle quattro realtà accademiche che si sono fatte pellegrine ad Aquileia. Mosaici di giustizia. Voci teologiche del Triveneto è il titolo della pubblicazione, edita da Triveneto Theology Press in formato cartaceo e digitale, consegnata a tutti i partecipanti e scaricabile gratuitamente in formato pdf (clicca qui).
«Il Giubileo è un invito a tutti i battezzati a farsi pellegrini per scoprire il dono della speranza che abita nei cuori di chi ha ricevuto il bene inestimabile della fede – scrive Maurizio Girolami –. La speranza cristiana, per essere concreta, chiede innanzitutto di ristabilire la giustizia, che si traduce nel rispetto della dignità di ogni persona e di ogni popolo, attraverso una equa distribuzione delle ricchezze e un impegno collettivo per la salvaguardia della nostra casa comune».
I contributi del libro, curato da Paola Zampieri, sette in tutto, percorrono gli ambiti biblico-teologico (Maurizio Girolami, Facoltà teologica del Triveneto), rituale-liturgico (Loris Della Pietra, Istituto di Liturgia pastorale Santa Giustina), spirituale (Marzia Ceschia, Facoltà teologica del Triveneto), del diritto canonico (Bruno Fabio Pighin, Facoltà di Diritto canonico San Pio X), pastorale (Assunta Steccanella, Facoltà teologica del Triveneto), ecumenico (Marco Dal Corso, Istituto di Studi Ecumenici San Bernardino) e pedagogico (Davide Lago, Istituto superiore di Scienze religiose “Mons. Arnoldo Onisto”).
L’evento e la pubblicazione sono stati realizzati con il contributo del Servizio nazionale per gli studi superiori di teologia e di scienze religiose della Conferenza episcopale italiana e di Banco BPM.