COMUNICATO STAMPA 33/2025
Padova, 3 settembre 2025
SCAMBI INTERNAZIONALI
Memorie dalla Thailandia: un’estate da visiting professor alla scoperta di una Chiesa giovane, aperta e sorprendente
Don Lorenzo Voltolin, docente della Facoltà teologica del Triveneto, è stato per due mesi visiting professor al Saengtham College University di Bangkok, nell’ambito del protocollo di scambio attivo tra la Facoltà del Triveneto e la realtà accademica thailandese. Il racconto della sua esperienza.
«Dall’Italia a Bangkok sono dodici ore di volo che ti introducono in un mondo nuovo, dove la fede – non solo e non tanto quella cristiana – si fa presenza pubblica, intensa e profondamente intrecciata con le sfide della vita quotidiana. Questa riflessione, che mi sono ritrovato spesso a condividere, sintetizza bene il segno che la Thailandia ha lasciato in me. Sono partito per insegnare, ma quel viaggio si è rivelato molto di più: un’occasione viva di scoperta e di incontro con una “chiesa giovane”, aperta e sorprendente».
Don Lorenzo Voltolin, docente della Facoltà teologica del Triveneto, è stato per due mesi visiting professor al Saengtham College University di Bangkok, nell’ambito del protocollo di scambio attivo tra la Facoltà del Triveneto e la realtà accademica thailandese. Ha vissuto nel seminario Lux mundi, alle porte di Bangkok, e ha tenuto lezione di Teologia pastorale e di Missiologia nell’attigua Università. «Ma la vera scuola – afferma – era fuori dall’aula: tra un pranzo a base di zuppa di pesce e papaya dai mille sapori, una cena conviviale attorno a lunghi tavoli, e i pomeriggi tra studio, sport, lavori nell’orto e attività manuali condivise».
Il racconto della sua esperienza è pubblicato nel sito della Facoltà teologica del Triveneto www.fttr.it (link alla pagina: https://www.fttr.it/memorie-dalla-thailandia-unestate-da-visiting-professor/). Ne riportiamo qui alcuni stralci.
Chiesa di minoranza, ma dal volto aperto e internazionale
In Thailandia, dove la chiesa cattolica rappresenta una piccola minoranza – meno dell’1 per cento della popolazione – si respira la fede nel clima di relazione autentica, nello spirito di dialogo e di accoglienza. «Anche il confronto con il buddhismo, pilastro della società, non avviene mai con aggressività, bensì mediante relazioni di stima, ascolto e paziente testimonianza. Convertirsi al cattolicesimo, per un thailandese, – spiega Voltolin – significa spesso recidere antiche radici; ma la presenza dei missionari originari del Triveneto, alcuni in Thailandia da decenni, è un ponte silenzioso e prezioso verso l’incontro tra mondi e tradizioni. Ho avuto la fortuna di ascoltare storie di preti che hanno attraversato le tribù montane o sperimentato la meditazione buddhista, segno di una chiesa in dialogo e in perenne ricerca».
Praticità, comunità, giovinezza: i tratti della formazione teologica
La formazione teologica vive in un continuo intreccio tra studio e vita vissuta. «Durante le mie lezioni, che adattavo per superare le barriere linguistiche, – prosegue Voltolin – ho sempre portato anche esempi dalla pastorale italiana: fraternità, gruppi di ascolto, attenzione alle famiglie, evangelizzazione nei luoghi informali, scoutismo… Molte di queste esperienze sono per i cattolici thailandesi quasi un racconto di fantascienza. Loro mi raccontavano, invece, di una pastorale quotidiana fatta di visite agli ammalati e cori animati, piccoli gruppi parrocchiali e servizi caritativi. Ma la vitalità era lì, concreta: a cena, a turno, i seminaristi narravano le esperienze pastorali della settimana, intrecciando episodi e speranze. Vederli protagonisti mi ha restituito lo sguardo fresco di una chiesa in movimento».
La formazione in seminario e al college prepara giovani resilienti, capaci di attraversare realtà culturali e tribali tra loro diversissime. Dopo gli anni di formazione – molti più che in Italia – li aspetta il servizio in parrocchia, ma anche l’impegno nella scuola, nel sociale, nelle molteplici iniziative diocesane.
«Oggi, a casa, mi porto nel cuore la gratitudine per ogni relazione nata, per l’accoglienza ricevuta, per ciò che ho imparato – e dovuto reinventare – come docente. Ho capito – conclude Voltolin – l’importanza di ascoltare, di sospendere il giudizio, di lasciarmi sorprendere ogni giorno dal Vangelo vissuto nella vita di tutti».