Cristianesimo ed Europa nella prolusione del card. Bagnasco a Udine

Udine, 17 novembre 2017. Sarà il card. Angelo Bagnasco a inaugurare l’anno accademico 2017/2018 del nuovo Issr “Santi Ermagora e Fortunato” di Gorizia, Trieste e Udine. Il pro-direttore don Federico Grosso spiega la sfida della formazione teologica in una terra di confini, identità e autonomie.

Sarà incentrata sul rapporto fra cristianesimo ed Europa come casa comune la prolusione del card. Angelo Bagnasco, presidente del Consiglio delle Conferenze episcopali d’Europa, che il 17 novembre aprirà l’anno accademico 2017/2018 del nuovo Istituto superiore di Scienze religiose “Santi Ermagora e Fortunato” di Gorizia, Trieste e Udine e dello Studio teologico interdiocesano (Udine, viale Ungheria 22, ore 17.30).
«La rilevanza e l’utilità della riflessione teologica cristiana davanti alle sfide che la storia e la cronaca di oggi ci pongono dinnanzi – spiega il pro-direttore don Federico Grosso – ci hanno sollecitati a invitare il presidente dei vescovi europei».

Il nuovo Issr, nato dall’accorpamento dell’Istituto di Udine con quello di Trieste e con l’aggiunta di un servizio anche per la diocesi di Gorizia, si trova in un contesto geografico e storico particolare.

«La nostra è una terra bella e interessante, non sempre facile da capire – afferma Grosso –. È una terra di identità, di autonomie, di confine, con differenze storiche, pluralità e minoranze linguistiche slovene e tedesche, con la lingua friulana… Le due arcidiocesi di Udine e di Gorizia, nate dallo smembramento del patriarcato di Aquileia, sono state messe a capo di due mondi diversi: la prima raccolse i territori sotto l’influenza veneziana, la seconda quelli dell’impero d’Austria. Giovanni Paolo II aveva proposto il ruolo del Friuli Venezia Giulia come una regione-ponte e questo noi lo viviamo sulla nostra pelle con la presenza di studenti provenienti da tutte queste diverse realtà».

In questo contesto, la proposta teologica deve rispondere a quanti si formano per diventare insegnanti di religione, ma anche offrire una spendibilità sul versante pastorale in tempi in cui la carenza di clero si fa sentire. Dal punto di vista culturale, inoltre, la teologia è chiamata a colmare la distanza fra parole e gesti, come spiega Grosso:

«Con papa Francesco emerge in maniera evidente che esiste una teologia della riflessione e dei ragionamenti (sistematica o accademica) e una teologia delle biografie e del vissuto. Credo che il compito di una facoltà, di un istituto teologico sia anche quello di trovare punti comuni fra queste che sembrano due teologie diverse, ma che in realtà corrispondono a un unico compito teologico: quello di presentare come plausibile e vivibile il messaggio cristiano».

Paola Zampieri

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