È stato inaugurato ufficialmente mercoledì 17 febbraio 2016 l’undicesimo anno accademico della Facoltà teologica del Triveneto, alla presenza di autorità ecclesiastiche e civili, docenti e studenti e pubblico che si sono ritrovati nell’aula magna della sede di Padova.
Il gran cancelliere, il patriarca mons. Francesco Moraglia, ha introdotto il tema della misericordia, al centro della riflessione odierna con la prolusione del prof. Paul Gilbert. Oggi più che mai – ha affermato il patriarca – è necessario ripartire dalla misericordia, che è il fondamento di ogni riconciliazione personale e sociale. La misericordia infatti non solo va intesa come virtù cristiana ma anche civile, non è solo categoria teologica ma anche laica (non laicista). La misericordia è nuova apertura di credito agli altri e, in particolare, verso chi ha sbagliato. L’invito – ha concluso – è stare con umiltà dinanzi a Dio che sempre ama, anche in modi a noi ignoti. Solo la vera umiltà e la certezza d’essere comunque amati da Dio consente di entrare nel mistero della misericordia. (leggi l’intervento del gran cancelliere ►)
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Il preside, prof. Roberto Tommasi, nella relazione sulla vita accademica della Facoltà ha toccato tre punti di particolare importanza. Innanzitutto l’attenzione a promuovere una docenza sempre più qualificata per i 2238 studenti (di cui circa 1800 laici), con l’inserimento di nuovi docenti stabili e con la promozione di un lavoro di ricerca condiviso fra i diversi professori ed entro progetti di respiro nazionale (già avviati quelli sui temi della sinodalità e sul quinto centenario della Riforma protestante). È stato annunciato anche il tema del prossimo convegno annuale di Facoltà: Giubileo della «Misericordia», giubileo della «Riforma»: una prossimità feconda; si terrà il 10 novembre 2016.
In secondo luogo, il preside ha aggiornato sul processo in corso per il riassetto della mappa territoriale degli Istituti superiori di Scienze religiose presenti nel Triveneto: il prossimo 5 aprile i rappresentanti della Congregazione per l’Educazione cattolica incontreranno i membri del Comitato Cei, i gran cancellieri e i presidi delle Facoltà italiane per una valutazione finale della mappa nazionale degli Issr. La proposta maturata a livello triveneto, su cui la Congregazione dovrà dire l’ultima parola, prevede che «nel Triveneto gli Issr accademicamente collegati alla Facoltà teologica siano 7 rispetto agli attuali 11, così prefigurati: Issr Interdiocesano di Belluno-Treviso-Vittorio Veneto con sede a Treviso e lezioni a distanza (Fad) a Belluno; Issr a statuto speciale di Bolzano-Bressanone presso lo Studio Teologico Accademico di Bressanone; Issr interdiocesano di Gorizia-Trieste-Udine con sede in Udine; Issr di Padova; Corso Superiore di Scienze Religiose di Trento a statuto speciale; Issr di Verona; Issr di Vicenza. Se la proposta verrà accolta in questa forma dalla Congregazione – ha specificato il preside – gli Issr di Portogruaro e Trieste, oltre a Venezia, andranno a concludere la loro attività, assicurando agli studenti già iscritti e frequentanti la conclusione del curricolo accademico e la possibilità di acquisizione del titolo entro ragionevoli termini temporali».
Infine, il preside ha annunciato che sono in corso trattative per perfezionare la cessione del fondo filosofico Aloisianum della Provincia italiana della Compagnia di Gesù alla biblioteca della Facoltà. (leggi la relazione del preside ►)
La riflessione proposta nella prolusione dal prof. Paul Gilbert, professore emerito di filosofia e pro decano della Facoltà di Scienze sociali della Pontificia Università Gregoriana, si è sviluppata in due momenti. Nel primo ha evidenziato la dialettica esistenziale fra il misericordioso e il misero. Considerando il caso del perdono, questa dialettica porta il misericordioso ad agire con una potenza creatrice capace di dare la vita, di restituire cioè al misero uno sguardo diverso su se stesso e di aiutarlo a sperare, perché il bene per il misericordioso è sempre possibile ed è l’apertura per il cammino di libertà di cui il misero avrà personalmente la responsabilità. D’altra parte, il misero, con la sua chiamata di aiuto, ha il potere di dare la vita al misericordioso, cioè di dargli spazio perché animi le sue capacità che, senza di lui, rimarrebbero solo possibili. Questo rovesciamento evidenzia il carattere spirituale della relazione di misericordia: è un doppio dono reso possibile da due conversioni incrociate e provocate reciprocamente.
Nella seconda parte della prolusione, Gilbert ha tratto le considerazioni radicali, metafisiche, a cui questa dialettica porta e ha concluso, riassumendo: «La misericordia è in Cristo vera empatia, e perdono. Il perdono dà la perfezione, la vita. Questa possibilità diviene effettiva nel tempo, apre un percorso. La fine di questa temporalità rimane però inconcepibile. Le sue tappe sono invece chiare. La persona sottomessa al male sa, contemplando il Vangelo, che può accettare un gesto di misericordia che va più profondamente di tutto ciò che potrebbe pensare, che gli apre così una nuova storia spirituale, quella di una conversione condotta con impegno personale. I mezzi di questa storia non potranno però essere altri dai mezzi di Cristo, vale a dire la partecipazione alla sua lotta radicale, alla sua discesa in ciò che è più orribile nella nostra umanità umiliata, non soltanto per prendersene cura, ma soprattutto per identificarsi con chi patisce a causa del Maligno e farlo risorgere vittorioso con Cristo». (leggi la prolusione ►)
In occasione del dies sono stati proclamati i vincitori del concorso “10 tesi per 10 anni”, lanciato in occasione del decennale dalla Facoltà teologica in collaborazione con Fondazione Antonveneta, che da diverso tempo sostiene alcune iniziative della Facoltà. Fra le 18 tesi presentate, ne sono state scelte due per il primo ciclo e due per il secondo ciclo della Sede; tre per gli Ita; tre per gli Issr (vedi i nomi dei vincitori ►)
Paola Zampieri