2000 – fascicolo 2

Studia Patavina – anno XLVII (2000) – fascicolo 2 (maggio – agosto)

Editoriale

LUIGI SARTORI
Giubileo 2000: dove porta? Considerazioni teologiche

Ricerche

MARIO MIDALI
Percorsi di teologia pastorale. 7. La riflessione in area italiana

GIUSEPPE SEGALLA
L’autocomprensione di Gesù come mediatore di Dio Padre e del suo Regno alla luce della “terza ricerca”

AMERICO MIRANDA
Autorità temporale e spirituale nella cultura cristiana del V secolo

RICCARDO NANINI
Tipi ideali e fenomenologia della religione in Gerardus van Leeuw.
1. Dalla “comprensione” alla “comprensibilità”

Problemi e discussioni

JACQUES DUPUIS
Il Verbo di Dio, Gesù Cristo e le religioni del mondo

Rassegna

CARLO SACCONE
Rassegna bibliografica sull’Islâm. 1. Teologia

Note

JOSÉ I. ALEMANY
La libertà cristiana ispiratrice dell’evangelizzazione

NICLA BUONASORTE
“Dalla Chiesa di Cristo alla religione dell’arcobaleno”?
La lettura “tradizionalista” dell’ecumenismo e del dialogo interreligioso

Notiziario

TERESA SALZANO
Dov’è tuo fratello? (Gen 4,9): Dalla paura alla scoperta dell’altro.
XX Colloquio ebraico-cristiano (Camaldoli, 25-28 novembre 1999)

Recensioni, schede e segnalazioni bibliografiche

Libri ricevuti


LUIGI SARTORI
Giubileo 2000: dove porta? Considerazioni teologiche
Studia Patavina 47 (2000), pp. 313-330 

Si intende provocare la teologia ad una riflessione critica più profonda sul Giubileo ancora in corso. Anzitutto riflettendo sulle ambiguità del suo contesto spettacolare inedito, anche per relativizzarne l’importanza. Ma ancora di più valorizzando quegli eventi che finora lo caratterizzano in profondità. Tre soprattutto: – il mea culpa del 12 marzo, con il quale la Chiesa domanda perdono anche al mondo di specifici peccati che hanno segnato la storia dei suoi rapporti con gli “altri”: gli ebrei, gli eretici… e quanti erano ritenuti una minaccia o un pericolo; – l’incontro del Papa, in Terra Santa, con i rappresentanti delle tre grandi tradizioni religiose che fanno appello ad Abramo e alle radici bibliche; – il radicamento, almeno intenzionale, del Giubileo nella Liturgia quale luogo primario di quell'”universo simbolico” col quale e nel quale l’uomo ospita ed esprime il Mistero. 

The article aims to provoke a more serious theological critical reflection of the current Jubilee, by considering in particular the ambiguity of the unprecedented spectacular context, in order to put its importance into perspective. Above all, however, it wants to evaluate those aspects of the Jubilee that have so far characterised it in a particular manner- three in particular: the “mea culpa” of the 12th of March, which witnessed the Church asking forgiveness for the specific failings which have marked the history of its relations with the “others” (non-Catholics), the Jewish people and the “heretics” – and whoever was deemed to be a danger or a threat -; the meeting in the Holy Land between the Pope and the representatives of the three main religious traditions that appeal to Abraham and the biblical beginnings; the intentional founding of the Jubilee on the liturgy, the primary source of the “symbolic universe” with which and in which humanity expresses and makes its own the universal mystery.

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MARIO MIDALI
Percorsi di teologia pastorale. 7. La riflessione in area italiana
Studia Patavina 47 (2000), pp. 331-381 

In una prima parte l’autore presenta i seguenti percorsi di prassi religiosa, cristiana ed ecclesiale emersi in Italia nel postconcilio e la connessa riflessione teologica: il vissuto cristiano popolare; il cristianesimo attivo, adulto e militante; il magistero pastorale di tipo progettuale della CEI; l’identità di vari soggetti ecclesiali; l’indagine di tipo scientifico elaborata da teologi di professione. Nel suo insieme ciò rientra in una rinnovata configurazione di teologia pratica in cui va inclusa la classica teologia pastorale. In una seconda parte l’autore tenta di descrivere e valutare, dal punto di vista teologico-pratico, l’attuale passaggio dalla modernità alla postmodernità: ne indica le interpretazioni e le linee di tendenza, ne chiarisce i lineamenti problematici e i tratti di segno positivo che costituiscono una grave sfida e segnala gli orientamenti in atto tesi a darvi rinnovata risposta. Il che esige, tra l’altro, una rinnovata spiritualità apostolica.  

In the first part the author presents the direction of religious, Christian and ecclesial praxis which has emerged in post-conciliar Italy and the related theological reflection: the popular Christian experience; active, mature and militant Christianity; the programmatic pastoral teaching (magistero) of the CEI (Italian Episcopal Conference); the identity of various ecclesial subjects; the scientific research under-taken by professional theologians. Seen as a whole these issues converge to form part of a renewed configuration of practical theology, which includes classical pastoral theology. In the second part the author attempts to describe and evaluate from the theological-practical viewpoint the current passage from modernity to post-modernity, indicating the various interpretations and trends, clarifying both the problematic aspects and positive attributes which constitute a serious challenge, and pointing out the current orientations with a view to providing a fresh response, which, in particular, calls for a renewed apostolic spirituality. 

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GIUSEPPE SEGALLA
L’autocomprensione di Gesù come mediatore di Dio Padre e del suo Regno alla luce della “terza ricerca”
Studia Patavina 47 (2000), pp. 383-409 

Dopo una introduzione di carattere metodologico, il saggio si struttura in tre parti: nella prima si mette in relazione Gesù di Nazareth con le istituzioni di mediazione di Israele (torà, tempio e popolo), che egli porta a compimento escatologico mediante il regno di Dio Padre; nella seconda si presenta Gesù mediatore del regno di Dio Padre nella sua missione fino alla morte salvifica; nella terza si perviene alla singolarità di Gesù, mediatore personale di Dio Padre come Figlio. La novità più significativa del recupero della storia di Gesù nel suo ambiente originario risulta essere l’autocomprensione di Gesù come mediatore di Dio Padre e del suo regno presso il popolo di Israele, e attraverso Israele per tutte le genti. 

Following a preliminary methodological introduction, the essay is structured in three sections: the first part constructs the relationship between Jesus of Nazareth and the Israeli mediatorial institutions (the torah, the temple and the people) which Jesus fulfils (in an eschatological sense) by means of the kingdom of God the Father; the second section presents Jesus as the mediator of God’s kingdom on his mission which leads to the saving sacrifice of his death; the final part focuses on Jesus’ uniqueness as the son of God and as such a personal mediator of God the Father. The most significant discovery made by collocating the life of Jesus in its proper historic context, is probably Christ’s self-awareness of his role as mediator of God and his kingdom to the people of Israel, and consequently to all mankind.

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AMERICO MIRANDA
Autorità temporale e spirituale nella cultura cristiana del V secolo
Studia Patavina 47 (2000), pp. 411-437 

Il presente studio tenta di definire la nozione di autorità tra i secoli IV e V nel complesso rapporto tra “temporale” e “spirituale”, evidenziandone i presupposti nella dinamica interna ad Impero e Chiesa. Determinante risulta la percezione che di tale rapporto ebbero gli scrittori cristiani del tempo, dato il crescente ruolo della cultura nel definire lo spazio ideale in cui l’autorità si colloca. La peculiarità dello “spirituale” è avvertita in un primo momento solo confusamente, dato il comune organizzarsi sulla base di istituzioni omologhe; comuni ad entrambe sono le immagini derivanti dal modello della regalità, ed intese al comune fine dell’esercizio di autorità sul popolo. Le attribuzioni individuali nella persona di chi ne è investito orientano alla concorde condivisione di alcuni aspetti dell’autorità, dando luogo ad una caratterizzazione in termini di attribuzioni giuridiche piuttosto che di qualità morali. 

The essay attempts to define the concept of authority prevalent during the fourth and fifth centuries in the complex relationship between “spiritual” and “temporal”, highlighting the presuppositions in the internal dynamics of Church and Empire. The perception that the Christian authors of the period had of this relationship emerges as a decisive factor, given the increasing influence of culture in defining the appropriate parameters within which authority should be situated. The peculiarity of the “spiritual” is initially perceived in a confused manner, given the common organisation on the basis of homologous institutions; nevertheless common to both institutions is the use of imagery based on a regal model, with the shared objective of imposing authority on the people. The personal attributions of those individuals depicted with such imagery suggests a consistent sharing of some aspects of authority, giving rise to a characterisation more in terms of juridical attributions than moral qualities.

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RICCARDO NANINI
Tipi ideali e fenomenologia della religione in Gerardus van Leeuw. 1. Dalla “comprensione” alla “comprensibilità”
Studia Patavina 47 (2000), pp. 439-459 

Il saggio rappresenta la prima parte di un intervento che prende in considerazione i tipi ideali, strutture di comprensione utilizzate dallo scienziato olandese delle religioni Gerardus van Leeuw nei suoi studi metodologici. Per Leeuw il tipo ideale può essere considerato come l’elemento unificante della “via orizzontale” e della “via verticale”, cioè delle due modalità – oggettiva e soggettiva – attraverso cui i Fenomeni, e i fenomeni religiosi in primo luogo, possono essere intesi, e che le scienze positive (anche e soprattutto la storia delle religioni) tendono a separare. Questa prima parte in particolare, dopo il chiarimento di ciò che rappresentano la fenomenologia e il processo di comprensione (Verstehen) per Leeuw, intende mettere in luce le caratteristiche e l’utilizzazione del tipo ideale in tale contesto e in quello specificamente religioso, giungendo a individuare nella Sinneseinheit (significatività) o comprensibilità il perno su cui si basa il suo valore ermeneutico. 

This article represents the first part of a study that examines the “Idealtypen”: structures of understanding used by Gerardus van der Leeuw, a Dutch scientist of religions, in his methodological analyses. According to Leeuw the “Idealtypus” can be considered as a factor that unifies the “horizontal way” and the “vertical way”, i.e. the objective and subjective approaches by means of which phenomena – principally religious phenomena – can be understood; approaches that the positive sciences (religious history in particular) tend to keep separate. This first part, in particular – after a clarification of what, according to Leeuw, phenomenology and Verstehen (understanding) represent -, intends to emphasize the characteristics and use of “Idealtypus” in a phenomenological as well as a religious context, identifying in the “Sinneseinheit” (meaningfulness) or comprehensibility the pivot on which its hermeneutical value is based.

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JACQUES DUPUIS
Il Verbo di Dio, Gesù Cristo e le religioni del mondo
Studia Patavina 47 (2000), pp. 461-484 

L’evento-Cristo sta al centro della storia della salvezza. Rappresenta nella storia l’apice dell’impegno personale di Dio nei riguardi dell’umanità, in auto-rivelazione e auto-donazione. In Gesù Cristo Dio ha riconciliato con se stesso l’intera umanità e il mondo intero. Il valore salvifico universale dell’evento-Cristo non impedisce, però, un’azione “illuminatrice” universale del Verbo di Dio come tale, prima dell’incarnazione del Verbo come pure al di là dell’umanità di Gesù Cristo dopo la sua risurrezione dai morti. L’articolo fonda tale presenza e azione universale del Verbo nella rivelazione e tradizione cristiana. Il disegno unitario di Dio per l’umanità comprende elementi distinti da combinare assieme: il significato salvifico universale dell’evento-Cristo, e la presenza e azione permanenti del Verbo di Dio e del suo spirito. 

The Christ-event stands at the centre of the history of salvation. It represents the climax of God’s dealings with mankind in history which culminates in self-revelation and self-donation. In Jesus Christ God has reconciled to himself the whole of humanity and the entire world. The universal salvific value of the Christ-event does not, however, prevent a universal “illuminating” action of the Word of God as such, both before the incarnation as well as beyond the human story of Jesus Christ after his resurrection from the dead. The article bases this universal presence and action of the Word on Christian revelation and tradition. The unified design of God for humankind comprises distinct yet combined elements: the universal saving significance of the Christ-event, and the continuing presence and action of the Word made flesh and his Spirit. 

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CARLO SACCONE
Rassegna bibliografica sull’Islam. 1. Teologia
Studia Patavina 47 (2000), pp. 485-501 

L’articolo contiene una rassegna bibliografica sulla teologia islamica. Sono prese in considerazione le voci seguenti: 1. manuali; 2. motivi cristiani; 3. descrizione di Dio; 4. teologia sciita; 5. teologia e politica; 6. angelologia; 7. teologia della salvezza; 8. Dio e libertà umana, 9. traduzioni. 

The article contains a bibliographical survey of Islamic theology. The following issues are considered: 1. manuals; 2. Christian motives; 3. description of God; 4. Shiite theology; 5. theology and politics; 6. angelology; 7. theology of salvation; 8. God and human freedom; 9. translations.

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JOSÉ I. ALEMANY
La libertà cristiana ispiratrice dell’evangelizzazione
Studia Patavina 47 (2000), pp. 503-513 

L’articolo segnala alcuni aspetti per i quali il ripensamento della libertà deve costituirsi come ispiratore dell’evangelizzazione cristiana. Quest’ultima deve effettuarsi senza rifuggire i potenziali conflitti che essa comporta, in modo da creare e promuovere la libertà in tutti i campi in cui l’uomo contemporaneo è oggetto di schiavitù, suscitando il superamento dell’individualismo mediante l’apertura agli altri, la configurazione di un linguaggio di verità e lo stimolo di una testimonianza cristiana dinanzi alle situazioni sociali. 

 The article indicates some aspects in which the idea of liberty should constitute an inspiring force behind Christian evangelisation, which should take place without avoiding the potential conflicts it creates, in order to generate and promote freedom wherever contemporary man remains subject to slavery, provoking the overcoming of individualism by focusing attention on openness towards others, the configuration of a language of truth and the stimulus of a Christian testimony in the face of the social situation.

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NICLA BUONASORTE
“Dalla Chiesa di Cristo alla religione dell’arcobaleno”? La lettura “tradizionalista” dell’ecumenismo e del dialogo interreligioso
Studia Patavina 47 (2000), pp. 515-522 

La Chiesa cattolica è attivamente impegnata, a partire dal concilio Vaticano II, in un cammino ecumenico e di dialogo con le altre religioni; tuttavia, esistono alcuni settori fortemente critici nei confronti di questa nuova sensibilità: si tratta di gruppi tradizionalisti, lefebvriani e sedevacantisti, che sostengono posizioni ultraconservatrici, accusando nel contempo la Chiesa di Roma di tradimento della sua missione. 

Since the second Vatican Council, the Catholic Church has been actively involved in a process of ecumenical dialogue with the other world religions; nevertheless, there continues to be strong opposition to this new-found sensitivity from some sectors of the church- traditionalist groups, lefeverians, “sedevacantisti”- which maintain ultraconservative positions whilst accusing the Roman Church of betraying its mission. 

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