La rete tra mondo militare e ricerca scientifica

Conferenza del 3 marzo 2015
Ha preso il via martedì 3 marzo 2015 a Padova il ciclo di conferenze La Rete ci cambia?, promosso da Facoltà teologica del Triveneto e Dipartimento di fisica e astronomia dell’Università di Padova. Gli interventi di Mauro Nanni (Istituto di radioastronomia, Inaf Bologna) e di Piero Benvenuti (Università di Padova) hanno illustrato le basi tecnico-scientifiche della rete spiegando, rispettivamente, come essa è sorta e si è sviluppata e come ha modificato il modo di fare ricerca.
 
La seconda guerra mondiale, la guerra fredda e la conquista dello spazio sono stati gli “incubatori” dei primi tentativi americani di organizzare dei sistemi di comunicazione fra calcolatori, ha spiegato Mauro Nanni che ha ripercorso la storia della rete. Il primo ambito di sviluppo, negli anni Cinquanta e Sessanta, fu quello militare e l’obiettivo primario era rispondere alle necessità di difesa e di controllo del cielo. Nel 1969 nasce Arpanet e negli anni Settanta si sviluppa la possibilità di lavorare su un calcolatore remoto, dove risiedono programmi non presenti nel sistema locale, e di trasferire dati tra calcolatori diversi. Lo snodo fondamentale si ha a metà dagli anni Ottanta: la rete Arpanet collega centri universitari di ricerca e da qui si svilupperà internet, mentre il mondo militare, comprendendo che ormai si è andati oltre l’interesse iniziale della difesa, si sfila dal progetto e costruisce una propria rete blindata (Milnet).
Al Cern di Ginevra negli anni Novanta si lavora per creare un archivio per testi, disegni tecnici e immagini da aggiornare e distribuire in rete e nasce così, nel 1989, il web assieme al primo browser (Mosaic). A questo punto il dialogo con la macchina, che richiedeva operazioni complesse, diventa facile e immediato e perciò il web sfugge presto dai laboratori del Cern e si diffonde con rapidità incredibile: diventa semplice creare e trovare pagine, nascono il primo motore di ricerca (Altavista), i siti commerciali, i servizi, e poi il web 2.0 che permette non solo di fruire di contenuti già fatti ma anche di crearne di propri, i blog, i social network, il cloud…
 
Il web è stato dunque inventato al Cern, in un centro di ricerca, per fare ricerca, ha sottolineato Piero Benvenuti che ha spiegato come la rete ha inciso proprio nel modo di fare ricerca. Computer e connettività sono due concetti che si sono evoluti assieme e la connessione è un concetto-chiave per la ricerca scientifica, che da sempre cerca lo scambio di idee e questo è stato senza dubbio potenziato e reso più veloce dalla tecnologia. La nuova modalità di descrivere i dati e di pubblicare in rete i risultati accorcia i tempi di divulgazione e crea un nuovo atteggiamento di confronto fuori e dentro la comunità scientifica (peer review); permette di stringere alleanze e avviare nuove collaborazioni ed è uno stimolo continuo nel mondo della ricerca a livello internazionale. Fra gli strumenti messi a disposizione dalla rete, uno dei più efficaci appare l’ipertesto, che permette di scavare nei contenuti e di alimentare una serie di informazioni.
Tutto ciò d’altra parte richiede molta autocritica e autoeducazione nell’uso dello strumento, che non è immune da rischi. Fra questi si annoverano l’autoreferenzialità e la tentazione di costruire un mondo di ricerca attorno a sé ai propri interessi oppure, all’opposto, il lasciare che sia la rete a influenzare le linee di ricerca. Ciò che la ricerca e i ricercatori possono trasmettere ai giovani – ha concluso Benvenuti – è la capacità critica di valutare i contenuti, far capire cioè che non tutto quello che è in rete ha la stessa validità.
 
Il ciclo di conferenze La rete ci cambia? proseguirà martedì 10 marzo (Dipartimento di fisica e astronomia, vicolo dell’Osservatorio, 3 – aula Rosino, Padova, ore 15.30-18) con la conferenza tenuta da due docenti della Facoltà teologica, Simone Morandini e Paolo Vidali, che svilupperanno rispettivamente i temi: La Rete cambia la conoscenza e Il linguaggio della Rete. (vedi programma allegato )
 
 
Paola Zampieri
 
 
 
Scarica i materiali della prima conferenza 
 
 
Facebooktwitterlinkedinmail