Padova, 12 maggio 2010
L’arcivescovo Antonio Mattiazzo ha consegnato
i diplomi di Baccalaureato, Licenza e Dottorato
Facoltà Teologica del Triveneto in festa questa mattina, mercoledì 12 maggio, per la celebrazione di consegna dei diplomi agli studenti che hanno conseguito il diploma di Baccalaureato e Licenza nell’anno accademico 2008-2009 e al primo Dottore in Sacra Teologia della Facoltà Teologica del Triveneto: don Emmanuel Runditse, che ha discusso la tesi, attualmente in fase di pubblicazione, il 24 giugno 2009.
Una cerimonia, svoltasi per la prima volta e proprio a conclusione del primo quinquennio di avvio della Facoltà Teologica del Triveneto, alla presenza del Vice Gran Cancelliere mons. Antonio Mattiazzo, vescovo di Padova e del dott. Mario Carraro, presidente della Fondazione Antonveneta, istituzione che nell’ultimo anno ha permesso l’elargizione di 63 borse di studio a studenti sia per il sostegno delle tasse scolastiche, sia per la formazione all’estero.
A spiegare il significato di questo momento celebrativo è stato il preside della Facoltà, don Andrea Toniolo, che ha riassunto in tre parole il senso della mattinata: visibilità, riconoscenza, fine. Visibilità in quanto, ha dichiarato «ci sembrava doveroso dare visibilità a coloro che hanno studiato e lavorato in questi anni. È bene dire il nome, la storia». Riconoscenza verso quanti si sono prodigati per la Facoltà Teologica del Triveneto: personale amministrativo, docenti, direttori dei rispettivi cicli e sostenitori. E per ultimo la parola “fine”, perché, ha ricordato don Toniolo, rivolgendosi ai diplomati «siete arrivati alla fine di un percorso», per alcuni anche molto lungo (ci vogliono circa dieci anni dal baccalaureato al dottorato, ndr). Essere arrivati a questa meta significa ora potersi impegnare diversamente nella ricerca, nella Chiesa e nella società. Ma – ha ricordato don Toniolo, citando Maritain, sul tema dell’educazione e della formazione – «il fine dell’educazione e della formazione è la conquista della liberta interiore e spirituale, raggiungibile dall’individuo tramite la saggezza, la buona volontà, l’amore e la saggezza si acquisisce con l’esperienza spirituale, perché né l’intuizione, né l’amore sono materie di insegnamento».
Il Vice Gran Cancelliere, l’arcivescovo Mattiazzo, ha espresso riconoscenza ai docenti e a tutto il personale che opera nella Facoltà per il lavoro fatto in questi anni e si è complimentato con gli studenti che hanno portato a termine il loro percorso di studi, incoraggiandoli ora, a mettere a frutto la propria formazione anche nella partecipazione alla vita della Chiesa, ma soprattutto a proseguire nello studio della teologia, in quanto «Dio è per definizione infinito. E quindi per definizione anche la scienza che studia Dio non ha mai termine. Vi incoraggio al desiderio di una ricerca che non finisca mai». Una ricerca che va indirizzata verso l’unità, la sintesi: «Chi studia teologia – ha rimarcato Mattiazzo – ha bisogno di questa ricerca di unità, che non esclude il diverso, ma fa convergere la molteplicità nell’unità». Agli studenti e ai diplomati ha quindi augurato di «trovare nella vostra vita questo centro di unità, una sintesi vitale». Il vescovo Mattiazzo si è poi soffermato sulla necessità da un lato di sviluppare sempre di più il dialogo interdisciplinare e dall’altro di incentivare una proposta di autentica spiritualità mistica cristiana.
Da parte sua, Mario Carraro, presidente della Fondazione Antonveneta ha sottolineato come l’interesse a sostenere le borse di studio nasceva proprio da questo “piacere della conoscenza” che si respira nella Facoltà Teologica e nei suoi obiettivi. «La mia idea – ha poi concluso – è di poter continuare nel sostegno, anche se questi non sono tempi così facili».
Prima della consegna dei diplomi la parola è passata a don Emmanuel Runditse, il primo studente al quale è stato conferito il titolo in Sacra Teologia lo scorso 24 giugno 2009.
Nato in Burundi il 17dicembre 1957 e ora residente e vicario parrocchiale a Dignano (Udine), Runditse è stato ordinato il 18 dicembre 1988. La sua diocesi di incardinazione è Muyinga (Burundi). Ha conseguito la Licenza in teologia pastorale nel 1997 con la tesi “Evangelizzazione e culto dei morti nella diocesi di Muyinga. Problemi di inculturazione del Vangelo”, ha discusso la tesi di dottorato il 24 giugno 2009 sul tema “La chiesa in Burundi (1896-1990): dalla violenza di massa, verso una comunità riconciliata”.
Durante la mattinata don Runditse ha esposto brevemente il lavoro di dottorato spiegandone motivazioni e valutazioni conclusive. Il suo lavoro ha preso avvio da una considerazione: il Burundi da 40 anni vive situazioni umanamente e cristianamente inaccettabili, eppure conta più del 70 % di cristiani, con una partecipazione alle sante liturgie dell’80% e le vocazioni al sacerdozio e alla vita religiosa in continuo aumento. Però i cristiani non riescono a bloccare le uccisioni, i massacri e ogni tipo di violenza. «Che cosa non ha funzionato nella prassi pastorale, o quali strategie si potrebbero adottare per aiutare il cristiano burundese a rispondere cristianamente alle ripetute violenze che periodicamente lo assalgono? – si è domandato il sacerdote – Forse il murundi non sente suo il Vangelo? Forse la religione cristiana viene sentita ancora come religione dei potenti che governano il mondo? O forse il murundi si trova meglio nelle sue pratiche ancestrali, per cui il cristianesimo è solo di facciata?».
Tra le valutazioni conclusive di Runditse, la consapevolezza che «la scienza teologica non può prescindere dal contesto umano su cui e con cui cresce, si riformula, si elabora, accompagnando l’evoluzione storica, gli eventi, la stessa mutevolezza di un popolo; nel Burundi in modo tutto particolare, data la situazione politica in continua spesso cruenta evoluzione. La riconciliazione, obiettivo primo ed ultimo della pastorale burundese richiede un iter educativo che risani le radici più nascoste dell’uomo murundi».
Al termine della mattinata, la consegna dei diplomi: 41 di Baccalaureato, 14 di Licenza in teologia pastorale uno di dottorato in teologia, appunto a Emmanuel Runditse. Tra questi anche i seminaristi che il prossimo 5 giugno verranno ordinati preti dal vescovo Mattiazzo, alcuni diaconi permanenti, religiosi/e e laici/che.