Dialogo teologia-scienza: un modello da esportare

Successo del convegno romano

Costituire una commissione presso il Ministero dell’istruzione per continuare, potenziare ed esportare in altre regioni italiane il dialogo tra teologia e scienza avviato a Padova dal progetto pilota promosso da Facoltà teologica del Triveneto e Dipartimento di astronomia dell’Università. È l’esito del convegno organizzato dalle due istituzioni patavine a Roma, a Palazzo Marini, venerdì 20 gennaio 2012, a cui sono intervenute la presidente della Commissione Cultura della Camera, Valentina Aprea, e Carmela Palumbo, direttore generale del Miur, che hanno dato pieno appoggio all’iniziativa. «Puntare solo alle conoscenze nella scuola non basta – ha affermato Aprea – né è più possibile lavorare per compartimenti stagni; bisogna dare ai ragazzi nuove esperienze che recuperino il senso dell’istruzione e la professionalità dei docenti. Il progetto padovano può divenire un modello, una pista culturale per tenere viva negli insegnanti e negli studenti la curiosità e l’intelligenza; è una risposta alla sfida di innalzare i livelli di apprendimento». «L’educazione degli studenti non può prescindere mai dalle domande di senso – le ha fatto eco Palumbo – e ha bisogno di un approccio multidisciplinare». Pieno consenso, quindi, e riconoscimento del titolo di “buona pratica” per l’esperienza patavina che nello scorso anno accademico, con il patrocinio dell’Ufficio scolastico regionale, ha proposto un ciclo di conferenze rivolte agli insegnanti di diverse discipline sui più recenti sviluppi dell’astrofisica e della ricerca teologica collegata alla cosmologia, con l’obiettivo dell’aggiornamento per gli insegnanti e di dimostrare come sia possibile e fruttuoso il dialogo fra discipline apparentemente lontane se non addirittura, nel sentire comune, contrapposte. «Un’attenzione, quella al dialogo tra ragione e fede, che d’altra parte trova già spazio nelle riviste scientifiche a livello internazionale», come ha fatto notare Piero Rafanelli (Dipartimento di astronomia dell’Università di Padova). Intanto, il successo di partecipazione e l’interesse manifestato dagli insegnanti hanno portato a proporre, nel prossimo mese di febbraio, un secondo ciclo di conferenze e spinto Fttr e Università a presentare l’esperienza nel convegno nazionale Il dialogo tra teologia e scienza nella scuola d’oggi, che ha messo assieme teologi e astronomi.

 

«Ogni scienza dovrebbe riconoscere onestamente i propri confini, e vigilare per non indurre una “cecità parziale”, quella che rende impossibile la vista di altre realtà – ha affermato il preside della Fttr, Andrea TonioloIl ruolo della teologia è quello di ridestare l’orizzonte ultimo, più ampio, della ragione e della verità, il discorso del senso e del valore, la visione sapiente della vita, capace di orientare le scelte. Il dialogo e il confronto tra teologia e scienze moderne aiuta la ricerca della verità, evitando sconfinamenti o deduzioni indebite sia da parte della teologia che da parte delle scienze: una scienza non può considerare le proprie leggi come interpretazioni del reale in quanto tale, del tutto; allo stesso modo la teologia non può sottomettere alla necessità scientifico-sperimentale le verità di fede, come quella della creazione del cosmo e dell’uomo». Nella scuola ciò si traduce in un’educazione corretta all’uso della scienza e della ragione, come ha sottolineato Michele Pellerey, della Pontificia Università Salesiana: «Se l’educazione scientifica è condotta in maniera adeguata, mano a mano che i giovani vengono a possedere i concetti chiave e le principali linee procedurali delle scienze, deve essere svolta una opportuna e approfondita analisi delle caratteristiche interne di tali conoscenze, rilevandone le peculiarità. Occorre infatti che i giovani si rendano conto fin dall’inizio che sono approcci formali alla realtà dell’uomo e della natura e che come tali esse non possono pretendere di costituirne una esplicazione totale. Il diritto della scienza a spiegare l’uomo, la natura e la società è infatti limitato dalla natura stessa del progetto scientifico e del suo prolungamento tecnicista». Ovviamente, ciò nulla toglie al riconoscimento del contributo che la scienza ha dato e dà al miglioramento della vita, delle condizioni di lavoro e della comunicazione interpersonale e sociale, ma richiede una ricomposizione tra cultura di riferimento (all’interno di una visione unificante capace di dare un senso) e apporto della scienza. «Il contributo educativo della scienza – ha concluso Pellerey – è soprattutto dato dalla disposizione mentale che promuove: razionalità, senso critico, capacità di mettersi in discussione, disponibilità a essere giudicati e ad ascoltare gli altri con mente aperta in un atteggiamento non aprioristico.  Se questo è l’atteggiamento di base, il dialogo tra scienza e teologia è decisamente un’avventura affascinante, ricca di apporti formativi».

D’altra parte, è solo una piccola frazione del cosmo quella che l’uomo può dire di conoscere: appena il 5 per cento, mentre il 95 per cento di ciò che ci circonda risulta, ancora oggi, misterioso. È quanto ha messo in evidenza Roberto Battiston, dell’Istituto di fisica nucleare di Perugia, ripercorrendo la storia dell’osservazione del cosmo da parte dell’uomo da Stonehenge (2500 anni prima di Cristo) fino agli strumenti tecnologici più complessi e sofisticati che permettono di studiare la materia oscura e i neutrini, «un trionfo della scienza, ma anche una continua consapevolezza che c’è ancora moltissimo da scoprire – ha affermato Battiston – e quindi anche una speranza per i giovani, perché c’è la possibilità di studiare e di continuare a cercare le risposte agli interrogativi che da sempre l’uomo si pone sulla vita e sul cosmo».

 

Il ciclo padovano di conferenze “Se guardo il tuo cielo…” svoltosi nello scorso anno accademico è stato poi illustrato da Piero Benvenuti (astrofisico, Università di Padova), Simone Morandini (teologo, Facoltà teologica del Triveneto) e Fabrizio Floris (Ufficio scolastico regionale Veneto), concordi nell’evidenziare e ribadire la formula del successo: il dialogo tra teologia e scienza è possibile e fruttuoso nella misura in cui ciascuna parte conosce il proprio ambito e limite ed è però anche capace di guardare al di là. Per il ciclo di incontri di quest’anno accademico, Luci nel firmamento del cielo (16 e 23 febbraio, 1 e 8 marzo), sono state annunciate due novità nel segno di un’ulteriore apertura al dialogo: la presenza di Ermanno Bencivenga, filosofo che si dichiara ateo ma ha una grandissima sensibilità per la spiritualità e la trascendenza e una grande conoscenza della patristica e dei testi della scolastica; e il riferimento alle religioni del subcontinente indiano, che saranno esplorate con Massimo Raveri (antropologo, docente a Ca’ Foscari – Venezia) come uno dei modi diversi, accanto alla tradizione cristiana, di dare senso al mondo.

 

I lavori del convegno hanno poi esplorato alcune esperienze. Giuseppe Tanzella-Nitti, della Pontificia Università Santa Croce di Roma, ha presentato il programma di formazione Disf Working Group (Documentazione interdisciplinare di scienza e fede – www.disf.org), articolato attorno a un Seminario permanente rivolto a laureati (under 35) in materie scientifiche desiderosi di arricchire il proprio bagaglio culturale con contenuti filosofico-religiosi.

Mons. Melchor Sanchez de Toca, sottosegretario del Pontificio Consiglio della cultura, ha annunciato in anteprima che papa Benedetto XVI ha approvato una Fondazione creata presso il Dipartimento Scienza e fede proprio allo scopo di promuovere questo dialogo. Fra le iniziative c’è il Portale di cosmologia, che sarà realizzato in collaborazione con l’Agenzia spaziale italiana e che è stato illustrato da don Tomasz Trafny (direttore del Dipartimento Scienza e fede) e Fabrizio Zucchini (Asi): «Il portale offrirà un servizio a coloro che sono impegnati nell’insegnamento delle scienze religiose e delle scienze naturali – ha spiegato Trafny – fornendo informazioni serie e rigorose sul concetto di scienza, di materia, sull’azione divina nel cosmo… grazie all’apporto di un grande numero di esperti: astronomi, teologi, filosofi». Il portale, che presto sarà attivo nella fase sperimentale, si strutturerà su tre livelli: uno più divulgativo, un secondo più articolato e un terzo per esperti. Inizialmente il tema sarà circoscritto a cosmologia-teologia-filosofia ma, in prospettiva, ci si potrà allargare al campo delle diverse religioni e alla dimensione estetica.

 

Paola Zampieri

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