Anno LVI – n. 1 Gennaio-Aprile 2009
Articolo
Miranda
I due Benedetto (XV e XVI) e i diritti dell’uomo. Avvio e sviluppi di un dibattito novecentesco ►
Simposio
«Chiesa, diritto e morale»: un dibattito attuale
G. Trentin (cur.)
Introduzione ►
W. Wolbert
Il punto di vista dell’etica teleologica
E.R. Tura
Sul soggetto della norma ecclesiale
G. Brena
Diritto e morale in situazione di pluralismo
P. Campogalliani
Diritto naturale e natura: alcune riflessioni
Problemi e discussioni
A.N. Terrin
Rompere l’incantesimo. Dennett e la religione come fenomeno naturale ►
Nota
P. Zovatto
Don Calabria, il vangelo della provvidenza
Comunicazione
J.W. Woś
András Dudith Sbardellat (1533-1589). Umanista italo-ungherese negli ambienti ereticali europei
Recensioni, schede e segnalazioni bibliografiche
Libri ricevuti
Americo Miranda
I due Benedetto (XV e XVI) e i diritti dell’uomo. Avvio e sviluppi di un dibattito novecentesco.
Il ricorrere nel magistero dell’attuale pontefice dei diritti dell’uomo può essere riportato ad alcune prese di posizione di Benedetto XV. Il riconoscimento della dignità di tutte le nazioni coinvolte nella Grande guerra è alla base di un proficuo rapporto con le organizzazioni internazionali, pur espressione di una cultura prevalentemente laica, e del sostegno ad esse fornito nel corso del Novecento. Papa Dalla Chiesa mostrava di accettare la legittimità dei diritti delle minoranze; su di essa convengono oggi la chiesa e gli stati occidentali, laddove non venga asserito un garantismo a oltranza in tema di diritti individuali. Il richiamo di Benedetto XV ai «diritti di Dio» suona come una rivolta contro il tecnicismo bellicista ormai largamente condivisa in Occidente; le esigenze della globalizzazione sembrano rimetterla in discussione. La continuità nella rivendicazione del complesso di tali diritti rende ragione di molti motivi delle convergenze e della conflittualità della chiesa con il mondo contemporaneo.
The many references of the pope today to human rights depends on some affirmations of Benedict XV. The affirmation of the dignity of all the nations involved in the First World War is at the basis of a strong relation with international organizations, expression of the lay culture, and of the support to them during the Twentieth century. Pope Dalla Chiesa seemed to accept the rights of minorities; they are today defended so by the Church as by the West governments, when individual rights are not granted above all. The call of Benedict XV to the «rights of God» sounds as a rebellion towards the war-generating technology, now largely diffused in the West; the globalizing tendencies seem to re-open these instances. The continuity in asserting such rights explains many convergences and contrasts of the Church with the contemporary world.
Giuseppe Trentin (cur.)
Simposio su «Chiesa, diritto e morale: un problema attuale».
Gli atti del simposio comprendono una introduzione del moderatore, una relazione del prof. Werner Wolbert, docente di teologia morale all’università di Salisburgo (Austria), tre interventi integrativi dei proff. Paolo Campogalliani, storico della scienza, Gianluigi Brena, filosofo della conoscenza, Ermanno Roberto Tura, teologo sistematico. Nell’introduzione il moderatore ha posto il problema della difficile mediazione dei cosiddetti valori o «principi non negoziabili» in un contesto comunicativo nuovo. Nella sua relazione il prof. Wolbert arriva alla conclusione che tale difficoltà di comunicazione non è ancora segno di relativismo, se per relativismo intendiamo una teoria che nega la validità universale di criteri di valutazione etica, per cui tutto è relativo al singolo individuo o a una determinata cultura. I tre interventi successivi non arrivano a delle conclusioni vere e proprie, semmai aprono nuove prospettive e offrono stimolanti spunti di riflessione sul tema rispettivamente da un punto di vista scientifico, filosofico e teologico.
(Symposium on «Church, Law and Morality: an actual subject»). The documents of the Symposium are: an introduction of the moderator, a contribution of professor Werner Wolbert, professor of Moral Theology at the University of Salzburg (Austria), three contributions of Paolo Campogalliani, professor of History of Science, Gianluigi Brena, professor of Philosophy of Knowledge, Ermanno Roberto Tura, systematic theologian. In the introduction the moderator proposes the question of the difficult mediation of the so called values or «non-negotiable principles» in a new communicative context. In his contribution professor Wolbert comes to the conclusion that this difficulty of communication is not a sign of relativism yet, if relativism can be considered as a theory that denies the universal validity of the criteria of the ethical judgement, so that everything can be judged only in relation to the individual or a particular culture. The other contributions do not come to a conclusion, but they propose new perspectives and reflections on the theme from a scientific, philosophical and theological point of view.
Aldo Natale Terrin
Rompere l’incantesimo. Dennet e la religione come fenomeno naturale.
Investigando le premesse filosofiche dell’ultimo libro di D. Dennett, questo articolo presenta e discute criticamente la validità che possono pretendere di avere le teorie naturalistiche sull’intenzionalità, discutendo soprattutto la consistenza della «spiegazione scientifica» proposta dal nostro autore. In questo saggio l’intenzione è quella di mostrare come il filosofo della mente D. Dennett, con la sua visione biologica evoluzionistica e la sua auto-comprensione delle scienze cognitive, è riduttivo non soltanto in rapporto alle idee religiose, ma anche nei confronti delle stesse scienze cognitive di cui si fa portavoce. La critica riguarda specialmente il concetto di intenzionalità e il concetto auto-contraddittorio di intersoggettività che sta alla base del suo disegno naturalistico.
By investigating the philosophical premises of D. Dennett’s latest book, Breaking the Spell, this article presents and critically discusses the validity which can claim the naturalistic theories about intentionality and the consistency of the «scientific explanation» of religion. In this essay it is my intention to show how the philosopher of mind Dennett, with its evolutionary biology and his self-understanding of cognitive sciences, is reductive not only in relationship with the religious ideas, but also with the cognitive sciences theirselves. I expecially criticize the concept of intentionality and the self contradictory conception of intersubjectivity.