2001 – fascicolo 2

Studia Patavina – anno XLVIII (2001) – fascicolo 2 (maggio – agosto 2001)

Colloquio
Il cristianesimo nel pluralismo delle religioni e delle culture

JOHANN BAPTIST METZ
Il cristianesimo nel pluralismo delle religioni e delle culture

LUIGI SARTORI
Compassioni: religioni e politica. Considerazioni teologiche

GIOVANNI FIASCHI
Pensando il pluralismo. Riflessioni filosofiche-politiche

ANTONIO AUTIERO
Su Metz: riflessioni etico-teologiche

MICHELE NICOLETTI
Su Metz: compassione e potere

Ricerche

ERMINIO GIUS – LISA GILIOLI
L’approccio scientifico al mistero della coscienza. Dibattito fra riduzionismo e antiriduzionismo

LUISA BORTOLOTTI
L’interpretazione del sacrificio in René Girard e il suo approccio antropologico allo studio della religione

ROBERTO RAVAZZOLO
L’esamerone nel IV secolo. Una pagina di letteratura cristiana antica

Problemi e discussioni  

DANIELE ROSSI
Possibilità e limiti della libertà in Jean Paul Sartre

GIORGIO RONZONI
Insegnare teologia nella prospettiva della comunicazione della fede

Note

FABIO PEROCCO
Forme di neo-sincretismo religioso. Il caso dell’Omismo 

GABRIELE PENNA
Recenti studi e mostra itinerante su Melantone (Philip Schwarzerd) 1497-1560

ERMANNO ROBERTO TURA
Per la teologia sacramentaria in Italia: una proposta “benedettina”

Notiziario

TERESA SALZANO
Immagini – Simboli – Pregiudizi nei rapporti tra Ebrei e Cristiani.
XXI Colloquio Ebraico-Cristiano. Camaldoli (Arezzo), 6-10 dicembre 2000 

Recensioni, schede e segnalazioni bibligrafiche


 

Colloquio
“Il cristianesimo nel pluralismo delle religioni e delle culture”

I testi qui raccolti rappresentano gli Atti dei Colloquio con J.B. Metz, tenutosi all’Università di Padova il 23 novembre 2000. Metz, nella sua relazione, si chiede quale forma possa avere il cristianesimo nell’epoca della globalizzazione e del pluralismo religioso e culturale. La sua proposta consiste nel recupero del carattere universalistico della tradizione biblica purché sia primariamente orientato non all’universalismo del peccato dell’uomo, ma all’universalismo del dolore del mondo. Solo una religione e una ecologia compassionevoli, sensibili e partecipative al dolore altrui possono davvero avanzare la pretesa all’universalità. All’autorità di coloro che soffrono debbono essere sottomesse la ragione umana, l’etica, la politica, la chiesa, come anche tutte le religioni e le culture. E’ sul fondamento della compassione che diventa possibile giungere ad una reale ecumene tra le religioni dell’umanità.

L’intervento di Sartori propone quattro piste di sviluppo del tema proposto da Metz per un suo ulteriore approfondimento: la prima relativa alle religioni in quanto tali, la seconda di tipo antropologico-teologico, la terza di carattere etico-politico e l’ultima pi‡ specificamente teologica, Fiaschi mette in luce la necessità di oltrepassare l’universalismo dell’individuo, che annulla ogni differenza, nell’universalismo del soggetto, l’unico capace di concreta sensibilità verso la diversità e di compassione verso la sofferenza. La sua costitutiva incompiutezza non annulla, ma anzi mantiene aperto il suo rifiuto di considerare gli altri soggetti come puri oggetti utilizzabili per un uso sociale. Nicoletti pone due questioni a Metz riguardanti la possibilità di un riferimento alla compassione nell’ambito dell’esercizio del potere politico, là dove i beni degli esseri finiti si presentano come incompossibili e dove chi governa inevitabilmente impartisce agli altri sofferenza. 

The texts represent the acts of the seminar chaired by J.B. Metz at the University of Padua on the 23rd of November 2000. Metz’ presentation enquired as to the form Christianity can assume in the era of globalisation and religious and cultural pluralism. His proposal consisted in the recuperation of the universalistic character of biblical tradition orientated however not towards the universality of man’s sin but rather the universality of the world’s suffering. Only a compassionate religion and theology that participate in and are sensitive to the suffering of others can truly claim to be universal. Human reason, ethics, politics, the church and every religion and culture remain subjugated to the authority of those who suffer. Compassion is the basis on which it is possible to reach a genuine ecumenism between humanity’s religions.

Sartori’s contribution proposed four possibilities for further development of the issues raised by Metz: the first in relation to the religions themselves; the second of an anthropological-theological nature; the third from an ethical-political perspective and the fourth specifically theological. Fiaschi highlighted the need to go beyond the universalism of the individual that negates all differences, proposing the universalism of the subject as the only form capable of genuine sensitivity towards diversity and compassion in the face of suffering. The subject’s constitutive incompleteness does not nullify but rather preserves his refusal to consider other subjects as mere objects usable for social purposes. Nicoletti inquired as to the possibility of a refe-rence to compassion in relation to the exercise of political power, where the good of finite beings is seen as potentially disorderly and where who governs inevitably causes suffering for others.

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ERMINIO GIUS – LISA GILIOLI
L’approccio scientifico al mistero della coscienza. Dibattito fra riduzionismo e antiriduzionismo

Scopo primario di questo lavoro è quello di presentare una breve panoramica circa i nuovi interrogativi sulla coscienza e di rendere disponibile il carattere e il significato potenziale delle teorie che si vanno sviluppando anche in ambito psicologico, oltre che negli ambiti della filosofia della scienza, delle scienze cognitive e delle neuroscienze e dei recenti risultati sperimentali rispetto al dilemma epistemologico mente-corpo. Il presente lavoro, inoltre, è parziale rispetto ad una trattazione generale in quanto presenta il dibattito sulla coscienza dal punto di vista delle teorie che sono comprese all’interno della ricerca nel campo delle scienze cognitive e delle neuroscienze, filosofi compresi, le quali hanno avuto un grande impulso soprattutto in questi anni recenti a riguardo della ricerca sull’intelligenza artificiale. La tassonomia che sarà presentata qui di seguito è, quindi, una semplice astrazione categoriale, un riferimento normativo che tenta di sintetizzare, per grandi correnti di pensiero, il dibattito che in questi ultimi trent’anni ha caratterizzato la filosofia della mente. 

The principal objective of the contribution is to present a succinct panorama of the new debates regarding the conscience and the character and potential significance of the theories being developed both in the psychological sphere, as well as in that of the philosophy of science, the cognitive sciences and the neurosciences, and the recent experimental results relating to the epistemological mind-body dilemma. The article is not an exhaustive comment on the issues in that it discusses the debate on the conscience from the viewpoint of the theories included in the research underway in the cognitive science and neuroscience fields, including philosophers, which in recent years have received a significant impetus as regards the research into artificial intelligence. The classification presented is therefore a categorical abstraction, a normative reference that attempts to synthesize along the lines of the principal schools of thought the debate that during the last thirty years has characterized the philosophy of the mind.

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LUISA BORTOLOTTI
L’interpretazione del sacrificio in René Girard e il suo approccio antropologico allo studio della religione

René Girard suscita interesse nella cultura contemporanea per il suo approccio antropologico allo studio della religione e per la sua nuova interpretazione del sacrificio. Attraverso una ricchissima analisi di letteratura, riti e miti antichi, antropologia e psicologia, ha proposto un modo nuovo di interpretare la violenza: sostiene la tesi che nel sacrificio si rivela il nesso strutturale tra violenza e sacro. Attraverso il sacrificio le società cercano di sviare su di una vittima relativamente indifferente una violenza che rischia di colpire i suoi stessi membri. Il sacrificio restaura l’unità e l’armonia entro la società, perché ripete su una vittima sacrificale sostitutiva l’atto originario di fondazione della società. Nel polarizzarsi sul capro espiatorio la violenza viene espulso dalla comunità: con ciò svolge la sua funzione “fondatrice” della convivenza pacifica. In questo saggio: una sintesi dell’interpretazione girardiana del sacrificio, parti dedicate agli studiosi – Durkheim e Freud – che pi‡ hanno pesato sulla sua formazione ai quali esplicitamente si richiama ma dai quali anche si distacca e una a Burkert che si è occupato del sacrificio cruento e a cui è interessante accostarsi in vista di un approfondimento della metodologia che lo studioso francese ha adottato nell’indagine dei fenomeni religiosi e dell’alternativa fenomenologica alla sua lettura sociologico-funzionalista. 

René Girard bas provoked considerable interest in contemporary culture due to his anthropological approach to the study of religion and his original interpretation of sacrifice. By means of a detailed analysis of literature, ancient rites and myths, anthropology and psychology, he proposes a new way of interpreting violence, maintaining that the structural bond between violence and the sacred is revealed in sacrifice. Societies practice sacrifices as a means of diverting onto a relatively unimportant victim violence which otherwise risks to affect the other members. The sacrifice restores the threatened social unity and harmony because it re-produces in the substitutive sacrificial victim the original act of the society’s foundation. Concentrated on the scapegoat the violence is expelled from the community and in doing so fulfils its role as the “founder” of peaceful cohabitation. In this essay the author presents a summary of Girard’s interpretation of sacrifice, and then turns his attention to those thinkers – Durkheim and Freud – that have influenced him most and to whom he explicitly refers whilst nevertheless dissociating himself from them. Part of the essay is dedicated to Burket who looks at bloody sacrifice and whose approach is interesting with a view to developing the methodology that the French academic has used in the research into religious phenomena and the phenomenological alternative to his sociological-functionalistic approach.

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ROBERTO RAVAZZOLO
L’esamerone nel IV secolo. Una pagina di letteratura cristiana antica

Nei primi secoli molti pensatori cristiani si sono interessati all’esamerone. La prima parte di questo contributo è un capitolo di storia della letteratura: unitamente alla rassegna delle opere esameronali dei primi quattro secoli viene fatto il punto delle questioni riguardanti la composizione, la datazione e la redazione delle stesse. Obiettivo della ricerca è una lettura dell’ambiente entro il quale nasce l’esamerone, con l’obiettivo di cogliere elementi d” continuità e di novità tra cultura profana e sapienza cristiana al fine di verificare se istanze culturali del mondo laico sono state recepite dai pensatori cristiani e accolte come stimolo noti solo per una reazione apologetica ma soprattutto per un positivo progresso della riflessione. Infatti, nonostante la generale diffidenza verso una cultura considerata propedeutica, gli autori esameronali utilizzano ampiamente strumenti e contenuti della scienza profana e se ne servono per commentare la Scrittura ed esprimere il contenuto della sapienza cristiana. 

Many early Christian thinkers turned their attention to the “Hexaemeron”. The first part of the contribution is a history of the literature: the “hexaemeron literaturae” of the first four centuries is looked at, particular attention being paid to their composition, date and redaction. The research aims at an interpretation of the environment in which the “hexaemeron” appeared, with the specific scope of uncovering elements of continuity and difference between profane culture and Christian wisdom, and in doing so verify whether cultural aspects of lay society were perceived by Christian thinkers and welcomed as stimuli not only an apologetic reaction but also for a positive evolution in Christian reflection. In fact, and notwithstanding the general diffidence towards a culture regarded as preparatory, the authors of the [hexaemerons] made extensive use of the contents and tools of profane science to comment on Scripture and express the content of Christian teaching.

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DANIELE ROSSI
Possibilità e limiti della libertà in Jean Paul Sartre

In primo luogo viene valutata la concezione sartriana della libertà rispetto a una fenomenologia critica dell’esperienza. Sotto questo profilo, si rileva che mentre la libertà dei periodo esistenzialista sembra sottovalutare i limiti operativi riconducibili alla finitezza umana, nei periodi successivi, invece, il filosofo rilevò progressivamente il carattere insormontabile di tali confini. In secondo luogo si focalizzano i rapporti fra libertà, etica in generale e razionalità, individuando un filo conduttore del pensiero sartiano, costituito dalla irrazionalità della libertà nelle sue diverse versioni, dato che essa ha continuamente ignorato le direttive di un’etica razionale. Infatti, nel periodo esistenzialista Sartre ha posto la libertà sullo stesso piano delle emozioni e dell’immaginazione; successivamente, la libertà sartriana si è esaurita nell’immediatezza del desiderio e nell’impeto anarchico di una ribellione ostinata contro ogni valore precostituito. 

The author begins by evaluating Sartrés conception of liberty relative to a critical phenomenology of experience. In this context it is pointed out that whereas the liberty of the existentialist period seems to underestimate the operative limits attributable to human finitude, on the other hand the Philosopher in later periods emphasises the insuperable nature of such limits. The article then considers the relationship that exists between liberty, ethics in general and rationality, identifying the core idea of Sartrés thought in the irrationality of a liberty that, in its diverse forms, continually ignores the directives of a rational ethics. Sartre in fact places liberty on the same level as the emotions and the imagination in the existential period, subsequently however Sartrés liberty is consumed in the immediacy of desire and the anarchic impetus of an obstinate rebellion against any form of predetermined value.

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GIORGIO RONZONI
Insegnare teologia nella prospettiva della comunicazione della fede

L’autore si chiede quali attenzioni – nell’insegnamento delle materie teologiche – possano influire positivamente sullo sviluppo della fede degli alunni e possano quindi ispirare l’annuncio del Vangelo da parte dei presbiteri e degli operatori pastorali che hanno studiato teologia. Propone di prendere esplicitamente in considerazione le diverse rappresentazioni religiose degli alunni e le loro diverse capacità di ragionamento; di dare rilievo anche alle conoscenze procedurali e non solo a quelle dichiarative; di sostituire la valutazione quantitativa delle conoscenze apprese con una autovatutazione degli obiettivi conseguiti. 

The author asks which approaches in the teaching of theological subjects can positively contribute to the maturity of the student’s faith and consequently inspire the gospel proclamation by priests and pastoral workers that have studied theology. He proposes that factors such as the students’ differing religious conceptions and their varying degrees of intellectual capability should be explicitly take into account, paying attention to procedural and not only explanatory forms of knowledge, and substituting a quantitative evaluation of the knowledge acquired with a self-evaluation of the objectives achieved.

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