2008 – fascicolo 2

STUDIA PATAVINA
Anno LV – n. 2 Maggio-Agosto 2008
 

Atto Accademico in onore di Luigi Sartori (28.02.08)

G. Ziviani
Presentazione ►

P. Coda
Sartori e l’ontologia della carità. Un’introduzione metodologica

S. Panizzolo
L
’ecclesiologia di Luigi Sartori

E. Berti
Luigi Sartori e «Studia Patavina»

M. Vergottini
Luigi Sartori, docente alla Facoltà teologica di Milano

T. Vetrali
Luigi Sartori: cuore e guida per la vita dell’Istituto Studi Ecumenici

Articoli

P. Gilbert
La filosofia e lo studio della teologia ►

Ricerche

G. Fedalto
Liste vescovili dell’Africa cristiana. Secoli III-IX ►

Problemi e discussioni

V. Bortolin
La religiosità come apertura al mistero ►

G. Trentin
Il discorso della montagna nella prospettiva di W. Wolbert: istruzione biblica e riflessione etica ►

Notiziario

G. Segalla
Simposio di Sacra Scrittura: la terza ricerca del Gesú storico (Barcellona 15-17 giugno 2008)

Recensioni, schede e segnalazioni bibliografiche

Libri ricevuti


 


Giampietro Ziviani
Atto Accademico in onore di Luigi Sartori

Ad un anno dalla scomparsa di mons. Luigi Sartori la Facoltà teologica del Triveneto e il Seminario di Padova hanno voluto ricordare la sua figura attraverso una giornata che ha offerto due relazioni dedicate alla personalità teologica ed umana di Sartori (S. Panizzolo) e alla metafisica dell’amore (P. Coda). Il numeroso pubblico ha potuto poi ascoltare quattro testimonianze dei luoghi dove egli ha operato: la rivista Studia Patavina, l’Istituto di liturgia pastorale S. Giustina, l’Istituto di studi ecumenici S. Bernardino e la Facoltà teologica di Milano. Oltre a tener vivo il ricordo dell’amico e maestro, la giornata ha così avviato una prima ricognizione della multiforme attività del teologo Luigi Sartori, che è stato anche consultore del Pontificio Consiglio per l’Unità dei cristiani e del Consiglio ecumenico delle Chiese, oltreché fondatore dell’Associazione teologica italiana e del Segretariato Attività ecumeniche.

(Academic Document in Honour of Luigi Sartori). A year after Monsignor Luigi Sartori’s death the Faculty of Theology of Triveneto and the Seminary of Padua commemorated him with a day that offered two contributions about Sartori’s theological and human personality (S. Panizzolo) and about the metaphysics of Love (P. Coda). The participants, who were many, had also the possibility to listen to four contributions about the places where he worked: the review «Studia Patavina», the “Istituto di liturgia pastorale S. Giustina” (Institute of pastoral liturgy), the “Istituto di studi Ecumenici San Bernardino” (Institute of Ecumenical Studies) and the Faculty of Theology of Milan. The day kept the memory of Sartori alive: he was a friend and a master. The day has also given beginning to an overview of the theologian Luigi Sartori’s varied activities. In fact he was also consultor of the Papal Council for Christian Unity and of the Ecumenical Council of the Churches and he founded the “Associazione Teologica Italiana” (Italian Theological Association) and the Secretariat for Ecumenical Activities.

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Paul Gilbert
L
a filosofia e lo studio della teologia

L’articolo offre una interessante riflessione sul posto e il ruolo della filosofia nello studio della teologia. Storicamente si possono rinvenire quattro modelli possibili d’articolazione della filosofia e della teologia nella formazione sacerdotale: un modello antico (la filosofia integra la teologia), un modello moderno (la teologia in quanto scienza si distingue dalla filosofia), un modello che si fa strada da qualche decennio (la teologia integra la filosofia), un modello che rovescia l’ordine moderno (la filosofia dà compimento alla teologia). L’analisi dei quattro modelli permetterà di pensare per l’oggi il senso della circolarità ermeneutica tra filosofia teologia.

(Philosophy and the Study of Theology). This article offers an interesting reflection on the place and role of philosophy in the study of theology. From a historical point of view it is possible to distinguish between four possible models of philosophy and theology in priests’ education: an ancient model (philosophy integrates theology), a modern model (theology as a science is distinguished from philosophy), a model that has been gaining importance during the last decades (theology integrates philosophy), a model that is the opposite of the modern order (philosophy completes theology). Today the analysis of these models will allow to reflect on the hermeneutical circularity between philosophy and theology.

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Giorgio Fedalto
Liste vescovili dell’Africa cristiana. Secoli III-IX

Il contributo intende elencare le liste vescovili dell’Africa cristiana nei secoli III-IX, suddivise nelle province già costituite con la riforma di Diocleziano (Proconsolare, Bizacena, Tripolitania, Numidia, Mauretania Sitifene, Mauretania Cesariana) ed accresciute dai Bizantini (Mauretania Tingitana). Il grande numero di diocesi si spiega sia con la vitalità di quelle chiese, sia con la volontà di contrapporre comunità cattoliche ad altre donatiste; il loro recesso è collegato con l’invasione dei Vandali ariani al tempo di s. Agostino e, soprattutto, degli Arabi musulmani a partire dalla metà del secolo VII.

(Bishops’ lists in Christian Africa. 3rd-9th century). This contribution aims at listing the bishops’ lists in Christian Africa from the 3rd to the 9th century. The lists are divided according to the provinces which had already been constituted after Diocletian’s reformation (Africa Proconsularis, Byzacena, Tripolitania, Numidia, Mauretania Sitifensis, Mauretania Caesarensis) and the number of which was increased by Byzantines (Mauretania Tingitana). The big number of dioceses is due both to the vitality of those churches and to the will to make Catholic communities counterbalance Donatist communities: the dicrease of their number is connected with Arian Vandals’ invasions at St. Augustine’s time and most of all with Arab muslims’ invasions from the last half of the 7th century.

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Giuseppe Trentin
Il discorso della montagna nella prospettiva di W. Wolbert

L’autore di questo contributo illustra alcuni criteri per una corretta interpretazione dei testi normativi biblici a partire da una recente pubblicazione di W. Wolbert da cui vengono riprese impostazione e metodologia. Si sofferma quindi sul discorso della montagna di cui richiama brevemente genesi, struttura e alcune delle interpretazioni più ricorrenti, da quelle più antiche e classiche alle più recenti e diffuse. Lo scopo è dimostrare come non sia oggi possibile cogliere adeguatamente la rilevanza dei detti e delle istruzioni di Gesú senza un’adeguata ermeneutica che si avvalga, oltre che dei tradizionali strumenti testuali, storici, narratologici, di un’adeguata riflessione etica che sia in grado di distinguere e articolare aspetti storici, genetici, etici, parenetici e metaetici di un determinato testo normativo biblico.

(The Sermon on the Mount in W. Wolbert’s view). The author of this contribution analyses some criteria for a correct interpretation of the normative texts in the Bible, starting from a recent work by W. Wolbert, from his definition of the problem and from his method. The author of this contribution dwells upon the Sermon on the Mount, briefly dealing with its genesis, its structure and some of the most frequent interpretations, from the most ancient and classical ones to the most recent and widespread interpretations. The aim is to demonstrate that today it is impossible to understand the importance of what Jesus said and taught without adequate hermeneutics that use not only traditional textual, historical, narratological means, but also adequate ethical reflection. This reflection should be able to distinguish among historical, genetical, ethical, parenetical and meta-ethical aspects of normative texts in the Bible.

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Valerio Bortolin
La religiosità come apertura al mistero

La presente ricerca vuole essere una riflessione sulla religiosità, intesa come quella struttura che rappresenta la condizione di possibilità, dal punto di vista antropologico, della religione in quanto modo particolare dell’esistenza. Tale struttura viene identificata con quell’apertura alla dimensione del mistero di cui solo l’uomo sembra essere capace. Successivamente si tenta di chiarire in che cosa consista tale apertura e in che senso si possa parlare di esperienza del mistero. Dopo aver puntualizzato la distinzione tra l’ignoto e il mistero, si mette in evidenza come quest’ultimo non possa essere inteso semplicemente e astrattamente come quella “parte” del reale accessibile solo attraverso una particolare e straordinaria esperienza mistica o grazie alla mediazione della riflessione metafisica. Il mistero, al contrario, appare nel momento stesso in cui l’ente viene semplicemente lasciato essere, viene colto nella sua gratuità, nella sua precarietà, nella sua finitezza. Il mistero quindi è il mistero stesso dell’ente, il mistero delle cose, nella misura in cui esse, nel loro puro esistere, rivelano e rimandano ad una dimensione che si sottrae a qualsiasi tentativo di spiegazione.

(Religiousness as Opening to Mystery). This research is a reflection on religiousness, which is considered as that structure that represents the condition of possibility of religion as a particular way of existing from an anthropological point of view. This structure is identified with the opening to mystery that only Man seems to be able to have. Then this research tries to explain what this opening is and the meaning of the experience of mystery. After having distinguished between «Unknown» and «Mystery», this research points out that Mystery cannot be simply and abstractly considered as that “part” of the real that is accessible only through a particular and extraordinary mystical experience or thanks to the mediation of the metaphysical reflection: mystery appears when the being is simply allowed to be, is understood in its gratuitousness, in its precariousness, in its finitude. Mystery is therefore mystery of the being, mystery of things, as they reveal and evoke a dimension that cannot be explained, just because they exist.

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