La Fiera delle parole in Facoltà

La Facoltà teologica del Triveneto partecipa all’edizione 2024 della “Fiera delle parole”, che si terrà a Padova dal 2 al 6 ottobre. Presentazione dei libri di Andrea Toniolo (Male), Giuliano Zanchi (Farsi un’immagine), Lorenzo Biagi-Stefano Didonè (Oltre ChatGPT. Elogio del racconto). Partecipazione libera.

La Facoltà teologica del Triveneto partecipa all’edizione 2024 della Fiera delle parole, che si terrà a Padova dal 2 al 6 ottobre. Nella sede di Padova, in aula tesi, con inizio alle ore 18.15, si terranno tre appuntamenti. La partecipazione è libera.

Venerdì 4 ottobre Andrea Toniolo (ordinario di Teologia fondamentale alla Facoltà teologica del Triveneto) presenta il suo libro Male (Edizioni Messaggero Padova), in dialogo con Antonio Papa.
Perché il male? Che cos’è il male? Qual è la sua origine? Il male urta e travolge con una infinità di domande. Ed è bene ascoltarle fino in fondo, senza sconti, senza soluzioni affrettate. Esistono diversi significati del male: il male fisico (o psichico), ovvero il dolore, il patire del corpo o dell’anima in tutte le sue sfumature; il male morale, cioè l’azione cattiva, la malvagità, che è fonte di sofferenza; il male dell’essere, ovvero la condizione di caducità, di fragilità che avvolge l’uomo e la natura stessa. Il male chiama inevitabilmente in causa Dio. Le emozioni e le azioni, i mali patiti e commessi dischiudono o infrangono gli orizzonti di senso: pathos, ethos, logos costituiscono i fili con cui è tessuto il discorso sul male.

Sabato 5 ottobre Giuliano Zanchi (docente all’Università Cattolica di Milano e direttore della Rivista del clero italiano) presenta Farsi un’immagine (Queriniana), in dialogo con Lorenzo Voltolin.
La presenza pervasiva e la forza attrattiva delle immagini nella nostra civiltà sono un dato evidente. Le immagini hanno un potere simbolico che assume tratti intriganti, ancora tutti da esplorare, e che travalica una funzione semplicemente rappresentativa: le immagini creano realtà. In fondo, era questa la posta in gioco dell’antico dibattito cristiano sulle immagini sacre, sostanzialmente rimosso dalla storia dell’arte. In quella diatriba, consumatasi a cavallo fra VIII e IX secolo, non si trattava solo delle liceità della rappresentazione di Cristo, ma della prerogativa propria delle immagini sacre (icone) di essere segno della sua presenza e, per questo, oggetto di venerazione. In quel terreno si rendeva necessario distinguere l’icona dall’idolo, aspramente interdetto dal divieto biblico. Il dibattito occidentale successivo opererà delle precisazioni teologiche che attribuiranno al sacramento il compito di mediare la presenza, ridimensionando la funzione dell’immagine e sottomettendola – più o meno – al regime della parola. Sacramento e parola sono allora i due termini con i quali argomentare il potere dell’immagine. Sono proprio questi elementi a ritornare in campo nel contesto della cosiddetta “cultura visuale”, dell’attuale imperativo estetico e del suo crescendo infomediale: ancora una volta, l’immagine sembra fagocitare il regime della parola e agire con l’efficacia tipica del sacramento. Come saggiarne le potenzialità e giudicarne le ambizioni?

Domenica 6 ottobre Stefano Didonè (docente di Teologia fondamentale della Facoltà teologica del Triveneto e direttore della rivista Studia patavina) presenta il libro, scritto con Lorenzo Biagi, Oltre ChatGPT. Elogio del racconto (Edizioni Messaggero Padova), in dialogo con Lorenzo Voltolin.
Breve saggio a due voci in cui l’esperienza del narrare viene esplorata dal punto di vista filosofico e dal punto di vista teologico, in relazione al fenomeno della parola e della parola di Dio. Le applicazioni di massa dell’intelligenza artificiale pongono molte questioni sulla natura umana del raccontare, irriducibile alla sola produzione tecnica di testi in quanto espressione del mistero dell’autocoscienza e del suo formarsi. Dapprima gli autori analizzano il confronto tra i due principali paradigmi generativi di sapere, quello scientifico e quello narrativo, mettendo in discussione il primato del primo sul secondo. In seguito si concentrano sulla proposta filosofica di Paul Ricoeur (circa l’identità umana come “identità narrativa”) e sulla reinterpretazione dell’identità cristiana in chiave stilistica (Christoph Theobald).

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