L’Opera omnia di Joseph Ratzinger: una visione di teologia per oggi

Teologia della liturgia. Per una fondazione sacramentale dell’esistenza cristiana

Il settecentesco teatro – aula magna della Facoltà Teologica del Triveneto ha fatto da cornice, giovedì 17 febbraio 2011, alla presentazione del primo volume tradotto in italiano dell’Opera omnia di Joseph Ratzinger: Teologia della liturgia. Per una fondazione sacramentale dell’esistenza cristiana, libro che, a meno di un anno dalla pubblicazione, è già alla terza edizione. L’iniziativa si è inserita nel contesto della preparazione della visita del papa ad Aquileia e Venezia il 7 e 8 maggio prossimo. «Il legame di Joseph Ratzinger con le nostre terre non è nuovo – ha esordito il preside della Facoltà, don Andrea Toniolo, nell’introduzione della mattinata – Nel 1975 e 1976, professore di teologia a Ratisbona, ha partecipato a Roana (Vicenza) a due convegni organizzati dal gruppo Teologi Triveneto e i suoi interventi restano agli atti. L’imminente visita è un’occasione per scoprire le radici e il filo conduttore del suo pensiero».

Il vescovo di Ratisbona mons. Gerhard Ludwig Müller ha quindi tenuto una lectio magistralis dal titolo L’Opera omnia di Joseph Ratzinger – Papa Benedetto XVI. Una visione di teologia per oggi. Il vescovo Müller, incaricato personalmente da papa Ratzinger di curare i 16 tomi dell’Opera omnia nell’edizione tedesca, ha definito papa Benedetto XVI come «uno dei grandi teologi sul soglio di Pietro, paragonabile con quella figura di eminente erudito del diciottesimo secolo che fu papa Benedetto XIV (1740-1758) e con papa Leone I Magno (440-461), il formulatore della cognizione decisiva per la confessione cristologica del concilio di Calcedonia (451). Papa Benedetto XVI, nel corso della sua lunga attività accademica come professore di teologia fondamentale e di dogmatica, ha elaborato in autonomia un’opera teologica che lo pone senz’altro tra i più significativi studiosi del ventesimo e ventunesimo secolo. Da più di 50 anni al nome di Joseph Ratzinger si ricollega un’originale visione d’insieme della teologia sistematica. I suoi scritti uniscono le cognizioni scientifiche della teologia alla figura di una fede viva e vissuta. Come scienza che ha la sua genuina collocazione all’interno della Chiesa, la teologia può segnalarci la vocazione particolare dell’uomo in quanto creatura e immagine di Dio».

Fra le caratteristiche dell’Opera, Müller ha richiamato la capacità di rendere accessibili alla comprensione comune anche tematiche complesse, grazie al repertorio lessicale e linguistico utilizzato. Ha poi regalato qualche nota di vita familiare del papa: il suo legame con il fratello, con i genitori che riposano nel locale cimitero, con Ratisbona dove dichiara di “sentirsi a casa” nel suo domicilio alle porte della città e dove, nel 2006, ha tenuto all’Università l’importante lectio sull’intima connessione tra fede e ragione: «Correggendosi e purificandosi a vicenda, la ragione e la fede si salvaguardano da pericolose patologie. In tal senso, papa Benedetto XVI si riallaccia alla grande tradizione delle scienze teologiche, che nella struttura globale dell’università può fungere da elemento di connessione onnicomprensiva».

Così Ratisbona è divenuta il centro che si propone di raccogliere e tutelare l’Opera omnia di Ratzinger, attività di cui il Papa ha incaricato personalmente il vescovo Müller, che per questo ha fondato l’Istituto Papa Benedetto XVI. «L’elaborazione del progetto editoriale complessivo è stata strettamente concordata con Benedetto XVI. Ogni singolo tomo è autorizzato personalmente dal Santo Padre, sia per quanto concerne il complesso tematico che la scelta dei testi. L’obiettivo è l’esaustività dell’opera: una presentazione il più possibile completa dell’opera già pubblicata, integrata da testi finora inediti o non ancora apparsi in tedesco, secondo un ordinamento sistematico che instaura un legame tra gli aspetti cronologici e quelli tematici».

È poi intervenuto don Luigi Girardi, preside dell’Istituto di liturgia pastorale di Santa Giustina di Padova, che ha evidenziato come l’iniziare dalla liturgia da parte di Ratzinger per la traduzione de suoi scritti sia un preciso richiamo al Concilio Vaticano II: «È un ordine di priorità, – ha detto – è mettere prima di tutto Dio: è la posizione dell’uomo che corrisponde a Dio, con la giusta adorazione della sua gloria. Il papa ha scelto la liturgia come luogo del primato vissuto e dato a Dio». Altra sottolineatura è stata fatta sul rigore di argomentazione e sulla grande chiarezza espositiva degli scritti, che fanno di Joseph Ratzinger un interlocutore di grande spessore: «Dovremmo imparare dal suo argomentare con rigore e passione – ha detto Girardi – perché la passione del teologo rende fecondo il dibattito nella chiesa».

Altri due passaggi dell’intervento del liturgista di Santa Giustina hanno toccato i temi del rito e della musica sacra. «Il teologo mette in guardia dal pericolo di una celebrazione che sia autoreferenziale: la liturgia non è “creata” dal celebrante, ma siamo “nel” rito, attivi in quanto destinatari». Infine, anche in scritti che possono apparire marginali come quelli sulla musica sacra, «sono comunque evidenti la sensibilità e la passione dell’autore nel ritrovare una visione della liturgia: anche il linguaggio musicale è un investire sulla forma celebrativa perché sia all’altezza del mistero che deve esprimere».

A chiudere la mattinata il saluto del vice gran cancelliere della Facoltà, il vescovo di Padova mons. Antonio Mattiazzo, che ha definito il volume Teologia della liturgia «una provocazione e uno stimolo, anche per la Facoltà e suoi docenti, a essere davvero ricercatori e cultori di Dio e della sapienza, e a viverla nella liturgia».

 

Paola Zampieri

 

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