Secondo ciclo – Teologia pratica: attualità e prospettive

News aa 2021/2022 Percorso di teologia – specializzazione in Teologia pastorale e Teologia spirituale. Specializzazione e formazione permanente sono i due binari su cui corre la proposta formativa del secondo ciclo di studi in teologia (licenza) della Facoltà teologica del Triveneto. Ne parliamo con la nuova pro-direttrice Assunta Steccanella.

Mettere assieme le esigenze di chi ricerca una formazione teologica completa, avendo già conseguito un titolo di baccalaureato in teologia, e di chi, per necessità di lavoro o personali, desidera seguire solo alcuni corsi. Il ciclo di licenza della Facoltà teologica del Triveneto (scarica il pieghevole) si sta strutturando sempre di più per rispondere a entrambe queste richieste. Una spinta in questo senso viene da Assunta Steccanella, da qualche mese pro-direttrice. Steccanella si è formata con licenza e dottorato alla Facoltà del Triveneto, dopo esperienze di carattere economico e organizzativo in ambito aziendale. È moglie, madre e nonna e vive questo incarico come un servizio, con l’impegno di portare in questo ruolo uno sguardo peculiare, segnato dalla sua esperienza di vita.

Fra le novità del prossimo anno accademico spicca una forte impronta femminile, nella docenza e nei temi dei corsi; un aspetto che tra l’altro è in sintonia con la scelta dell’Università di Padova di celebrare, nell’anniversario degli 800 anni dalla sua fondazione, la libertà e la donna. «Non si tratta di quote rosa – precisa Steccanella – ma di valorizzare il più possibile il pensiero delle donne in teologia. Il popolo di Dio è composto di uomini e di donne, e uomini e donne hanno il dovere di esprimere la propria voce. Le docenti vengono valorizzate per le loro competenze e per ciò che di originale possono portare».
Novità è anche il filo conduttore che lega tutti i corsi dell’indirizzo di Teologia pastorale «incentrato sui processi di cambiamento in atto in una società in profonda trasformazione, che provocano la chiesa a entrare in pieno nella conversione pastorale e missionaria auspicata da Evangelii gaudium» spiega Steccanella. L’indirizzo di Teologia spirituale invece avrà come punto centrale l’approfondimento del tema della preghiera cristiana.
Veniamo dunque alla struttura del secondo ciclo di studi teologici.

Professoressa Steccanella, qual è la specificità del percorso di licenza?
«Il ciclo di studi, biennale, è un percorso di specializzazione con due indirizzi: teologia pastorale e teologia spirituale. Possono accedervi come studenti ordinari coloro che hanno conseguito il titolo di baccalaureato – ormai la maggior parte sono laiche e laici –, ai quali gli studi offrono la possibilità di dare un taglio più specifico alla formazione di carattere generale ottenuta con il primo ciclo di studi teologici. In particolare, è il lavoro di tesi a risultare formativo in modo straordinario, perché “costringe” a pensare in modo teologico-pratico, secondo l’impronta che caratterizza la nostra Facoltà».

Che cosa significa pensare in modo teologico-pratico?
«Il metodo teologico-pratico insegna un modo di pensare e perciò forma la mente. Normalmente, anche nel discorso di fede, tendiamo ad applicare dei principi: siamo formati, preti e laici, a sapere che c’è una Verità alla quale è dovuta obbedienza, e certamente è una cosa indiscutibile. La Verità però si incarna nella storia e si comprende anche in ascolto dell’umanità. Chi apprende questo metodo di pensiero si dispone in modo diverso nei confronti delle persone che incontra: diventa da un lato meno inflessibile – perché sa mettersi in dialogo con chi ha di fronte – dall’altro meno “induttivista” – perché comprende che ciò che accade nella storia, nella propria storia, va messo in dialogo con la Verità. È l’apprendimento non solo noetico ma esistenziale di un metodo che struttura il rapporto con la Rivelazione e con le persone. Pensare in modo teologico-pratico significa mettersi radicalmente in ascolto di Dio e dell’uomo».

Questa caratteristica sembra molto importante, per un presbitero ma anche per un insegnante di religione e per un operatore pastorale. Che cosa si offre a chi non abbia la possibilità di seguire l’intero percorso?
«Per le categorie che hanno necessità di aggiornamento, e per chiunque desideri tenere vivo il pensiero, la riflessione, la speculazione, l’approfondimento nella propria vita e nella propria missione, la licenza offre la possibilità della formazione permanente. Si tratta di corsi, anche a moduli, che ciascuno può scegliere liberamente, in base ai propri interessi e motivazioni personali. Gli uffici scuola delle diocesi possono riconoscere crediti formativi».

La prospettiva formativa della specializzazione può favorire l’apertura verso altri sbocchi per gli studi teologici?
«Dobbiamo dire che oggi lo sbocco principale per un laico che studia teologia è l’insegnamento della religione. Non ci sono ancora le condizioni, economiche e istituzionali, perché molti laici e laiche teologicamente formati possano trovare stabilmente spazio in ambiti quali gli uffici diocesani o la docenza negli istituti teologici. Al di là di questo, però, dobbiamo anche dire che la singola persona formata può spendersi con libertà e intraprendenza nelle comunità locali e anche in settori di ambito civile».

Qualche esempio in ambito civile?
«Si tratta di casi sporadici, ma con aperture interessanti da perseguire. Ad esempio sappiamo che non è solo il matrimonio cristiano a essere in crisi, ma anche quello civile. E allora perché non pensare dei percorsi di formazione al matrimonio in sé, senza connotazione religiosa ma con uno sguardo antropologico, insegnando il significato della costruzione di un “noi”, anziché due “io” che stanno insieme? Sarebbe un servizio straordinario e molto utile da proporre come collaborazione agli enti comunali. Con le aziende, dove i dipendenti possono essere di religioni e culture diverse, si potrebbe lavorare sul dialogo interreligioso, oltre che sull’etica del lavoro. Un altro servizio prezioso si potrebbe rivolgere agli operatori sanitari, considerando le questioni morali oggi in gioco. Il corso di studi, come le altre lauree di carattere umanistico, forma inoltre competenze di dialogo e di relazione, che sono spendibili, ad esempio, in un ufficio di relazioni con il pubblico o di gestione del personale».

Per informazioni e iscrizioni: segreteria.secondociclo@fttr.it – tel. 049-664116 – fttr.it/licenza

 

Paola Zampieri

 

 

Foto da Pixabay

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