Oggi si assiste a un progressivo cambiamento delle famiglie: nuclei sempre più ristretti, nuove forme familiari e situazioni diverse a sollecitare la vita delle persone. Il contesto chiama in causa anche l’agire ecclesiale, lo costringe a fare i conti con le situazioni concrete, con la qualità delle relazioni.
Il biennio di specializzazione in Teologia pastorale della Facoltà teologica del Triveneto nel prossimo anno accademico mette a tema proprio queste questioni, con un programma di corsi che avranno il matrimonio e la famiglia come filo conduttore e con un seminario-laboratorio dal titolo Forme di famiglia. La pastorale di fronte alle trasformazioni sociali e culturali, condotto da Francesco Pesce e Assunta Steccanella.
Professor Francesco Pesce, conviventi, divorziati risposati, matrimoni misti… oggi quali e quante forme di famiglia ci sono? Quali forme di famiglia stanno prendendo corpo all’interno delle trasformazioni sociali e culturali in atto?
«Quando pensiamo alle “nuove forme familiari” spesso pensiamo immediatamente a conviventi e divorziati risposati, forse anche alle relazioni omogenitoriali, perché sembrano più difficili da affrontare dal punto di vista teologico-pastorale. Ma lo sguardo va allargato alla complessità delle forme familiari e alle tante situazioni che sollecitano la vita delle persone: coppie senza figli (Il Nord-Est ha il primato, con un 4% in più rispetto alla media nazionale, che si attesta introno al 30%), a famiglie monogenitoriali (padre o madre con uno o più figli), a persone sole (vedove o single), a persone della stessa famiglia ma senza legame matrimoniale (ad esempio, due fratelli che vivono insieme), a coppie omosessuali con o senza figli, fino alle coppie che non convivono (abitando invece ognuno per conto proprio)…
Secondo l’Istat, circa un terzo dei “nuclei familiari” è costituito da persone che abitano da sole.
Un altro dato offerto dalle ultime indagini Istat è che il numero di famiglie sta aumentando (e la cosa potrebbe far esultare alcuni), ma a motivo di un rimpicciolimento progressivo delle famiglie stesse: sono di più perché sono sempre più piccole.
Sono tutti aspetti che sfidano la vita delle persone e, perciò, domandano l’attenzione e la vicinanza della comunità cristiana e l’interesse della riflessione teologica».
Qual è lo spazio, e quali le prospettive, per la famiglia cristiana?
«Innanzitutto, credo che tutte le situazioni appena nominate possano essere vissute alla luce della fede cristiana. Il caro papa Francesco ci ha provocati a contemplare l’azione di Cristo Risorto nelle situazioni concrete vissute dalle persone e nelle loro storie d’amore, imperfette, parziali, in cammino.
Dentro questa prospettiva, una famiglia che vive il dono del sacramento del matrimonio ricorda, senza essere esente dalla parzialità e dall’invito a fare un passo in più, che la pienezza è stata promessa a tutti e che non c’è festa piena finché manca qualcuno a tavola. È possibile far gustare a tutti un po’ di questa pienezza, accoglienza, vicinanza?».
Quali provocazioni lanciano le diverse forme familiari all’agire ecclesiale?
«Credo innanzitutto una provocazione a tutta la pastorale a fare i conti con le situazioni concrete e le possibilità effettive delle persone: dove sono? Quali vissuti? Quali sofferenze e fatiche? Quale bene stanno vivendo?
Di conseguenza, si tratta di prendere in considerazione la vita delle persone nei loro vissuti familiari: le relazioni familiari non possono essere solo questione dei singoli, come se l’agire pastorale fosse concentrato soltanto alle “attività parrocchiali”. Le relazioni familiari possono diventare l’interesse della chiesa stessa. Come dice il prof. Philippe Bordeyne, “imparare da tutte le famiglie, per quanto imperfette possano essere, significa imparare a scoprire come il Signore le accompagna già, per collaborare meglio con Lui”».
Quale pastorale familiare si sta configurando (o si dovrebbe configurare)?
«Una pastorale familiare che sia sempre meno di nicchia, sempre meno un settore di/per alcuni. Direi una pastorale familiare capace di farsi carico della vita familiare in tutte le sue forme e aspetti, di tutto il ciclo di vita di una famiglia, con la complessità che la caratterizza. Una pastorale familiare che si faccia portavoce della necessità di superare la divisione in settori, perché la qualità delle relazioni familiari è ciò che più interessa le persone».
Paola Zampieri
- Il seminario-laboratorio si terrà il martedì pomeriggio (ore 14.15-16.40 nel I semestre – 14.15-15.45 nel II semestre), a partire dal 30 settembre 2025.
Scopri tutti i corsi in programma sul tema della famiglia – clicca qui
Informazioni e iscrizioni: email segreteria.secondociclo@fttr.it – tel. 049 664116