2014 – fascicolo 1

STUDIA PATAVINA
ANNO LXI – N. 1 GENNAIO-APRILE 2014
Editoriale
D. Zordan
Il cinema e le trasformazioni del religioso
Focus
La fede e lo schermo. Religione e cinema nel contesto italiano
Ricerche
Temi e discussioni
Osservatorio
D. Girardi
Difficoltà occupazionali e perdita di senso
Notiziario
M. Girolami
L’Oriente in Occidente: l’opera di Rufino di Concordia
Recensioni e Segnalazioni
Libri ricevuti

Dario E. Viganò
La chiesa nello specchio del cinema contemporaneo
L’articolo si propone di indagare la rappresentazione della chiesa e dei sacerdoti nel cinema italiano degli anni Duemila e la sua capacità di enucleare alcuni momenti significativi dell’esperienza religiosa: la povertà e gli stanchi reiterati gesti della formazione catechistica in Corpo celeste; la fatica del discernimento nel film In memoria di me; la contrapposizione tra chiesa di strada vs chiesa di palazzo silenziosa per i potenti in Alla luce del sole; la passione di un vecchio prete in una chiesa incidentata nel film Il villaggio di cartone; e l’idea del potere vs quella del servizio in Habemus Papam. Attraverso e oltre la complessità e, a volte, la carica provocatoria di tali rappresentazioni, si possono cogliere opportunità inedite per leggere, con sguardo rinnovato, l’esperienza credente in un tempo in cui l’egemonia del pensiero e delle tradizioni cattoliche e l’unitarietà del cristianesimo geografico sono definitivamente tramontate.
The Church in the mirror of modern cinema.
The article wants to focus on the Catholic Church and priests represented in the Italian cinema during this last decade, the early years of 2000. In fact, cinema has an extraordinary aptitude in showing meaningful but also problematic aspects of the religious experience: the poverty and tired, reiterated gestures regarding the catechism studies in the movie Corpo celeste; the difficult path regarding vocation in the movie In Memory of Me; the contraposition between a «street Church» vs an «institutional Church» that doesn’t condemn corruption in the movie In the Light of the Sun; the passion of an old priest in a dismissed church in the movie The Cardboard Village; and the conflict between power and duty in We Have a Pope. In those movies – often problematic or provocative – it is possible to catch and underline a different (significant) perspective about the experience of the faith, of being catholic, in a period in which the catholic traditions and the idea of a geographical Christianity have changed.
Tomaso Subini
I cattolici, il cinema e l’osceno
Il contributo analizza i rapporti tra chiesa cattolica e cinema in Italia nell’ottica di una problematica specifica: la rappresentazione della sessualità, il tabú dell’osceno e il suo superamento nell’hard core, fino all’attuale processo di «pornografizzazione» che trova nel web un potentissimo propulsore. Se la presenza della chiesa in Italia ha aiutato, fino almeno agli anni ʼ60, a preservare la sessualità tra le «cose sacre» dell’esistenza, il ruolo da essa giocato è anche costellato da evidenti errori «tattici», come emerge emblematicamente analizzando i documenti relativi alla condanna de La dolce vita di Federico Fellini. L’articolo si propone di tracciare un bilancio di tale presenza e azione della chiesa in Italia e si interroga, in conclusione, circa l’opportunità di rinnovare tale impegno a partire da una nuova consapevolezza e da piú mature competenze critiche.
The Catholics, the movies and the obscene.
This contribution focuses on the relationship between Catholic church and Italian cinema from the point of view of a specific set of problems: how it represents sexuality, its taboo of the obscene evolving into hard-core representations and finally how it results into the present pornographic outbreak which finds an excellent promoter on the web. If until the 1960s the Catholic church in Italy has helped to consider sexuality among the sacred things of human life, nevertheless the church role is cluttered with tactic blunders as it emerges emblematically from the documents condemning The dolce vita of Federico Fellini. This article evaluates the influence and action of the church in Italy. On conclusion the church takes into consideration the opportunities of renewing its commitment starting from a new awareness and a more mature critical competence.
Davide Zordan
Ciò che i film sanno di noi. Il cinema, la teologia e gli studi culturali sulla religione
Quale interesse riveste il cinema agli occhi della teologia? Dopo una disamina dei rari ma ambiziosi tentativi di produrre qualcosa come una teologia del cinema (A. Ayfre, P. Schrader), e di ciò che pregiudica la loro affidabilità nel contesto contemporaneo, l’articolo si propone di presentare le prospettive della ricerca svolta nell’ambito dei Religion and film studies, impostosi nel contesto degli studi culturali applicati al cinema e ancora poco conosciuto in Italia, dove pure c’è un’indubbia attenzione al rapporto tra cinema e religione. Attraverso una presentazione di alcuni studi significativi svolti in tale ambito (N. Hurley, J. May, C. Marsh, J. Lyden) ci si interrogherà circa le metodologie e le finalità degli studi culturali su cinema e religione e si esaminerà criticamente l’idea di una analogia esistente tra cinema e religione relativa soprattutto ai rispettivi modi di funzionamento.
Do movies really know us? Cinema, theology and cultural studies on religion
What interest may cinema represent for theology? This article examines the rare but ambitious efforts to produce something similar to a theology of cinema (A. Ayfre, P. Schrader). Presently it considers what prejudices their reliability in the modern context and the views of the research Religion and film studies which predominates on the context of cultural studies related to cinema and yet little known in Italy where a sure interest is paid on this subject. A number of significant studies will highlight the methods and aims of these cultural studies on cinema and religion. Moreover the idea of an analogy between cinema and religion will be examined in relation to their respective methods and patterns.
Arianna Prevedello
«Vieni e vedi» (Gv 1,46): il cinema nelle dinamiche pastorali odierne
L’articolo si interroga circa il contributo che le sale della comunità possono offrire alle comunità cristiane nel territorio e sul ruolo del cinema nei processi formativi e nei percorsi spirituali. Si proporranno alcuni esempi significativi delle opportunità che il medium offre, nell’ottica di una proposta culturale a sostegno di una ricerca spirituale abbinata a una revisione di vita. Ci si soffermerà inoltre su un caso esemplare: il progetto distributivo del film L’amore inatteso di Anne Giafferi (Francia, 2010), che consente di valutare sia le criticità sia le potenzialità dell’attuale scenario della pastorale della comunicazione sociale in Italia.
«Come and see» (John 1,46): cinema in present pastoral progress
This article wants to evaluate the contribution given by parish cinemas to the Christian communities settled on the territory. Moreover it wants to examine how cinema can influence their formation and spiritual path. Some significant examples focus on the opportunities given by this medium in view of a cultural proposal sustaining both a spiritual research and a revision of our own life. An emblematic case will be examined in detail: the distribution plan of the movie L’amore inatteso by Anne Giafferi (France, 2010). Here we can evaluate the critical aspects and potential contributions both of pastoral and of social communication in Italy.
Lloyd Baugh
Una Passione enigmatica: Su Re nella tradizione e oltre la tradizione
Il contributo si propone di analizzare il film Su Re di Giovanni Columbu (Italia, 2012), appartenente alla tradizione dei film su Gesú e interamente consacrato agli eventi della sua passione. Dopo aver sottolineato il carattere eterogeneo della tradizione dei film su Gesú, l’articolo propone un’analisi di Su Re dalla quale emerge la capacità del film di rinnovare a molteplici livelli (l’ambientazione, la fotografia, la colonna sonora, la sceneggiatura) la tradizione filmica. Dopo aver messo in luce la struttura del film e il suo originale rapporto con le fonti bibliche, si concluderà con una considerazione a riguardo del perenne problema della rappresentazione della resurrezione, dimostrando l’efficacia della soluzione proposta da Columbu.
An enigmatic passion: Su Re inside tradition and beyond
This contribution analyzes the movie Su Re (Italy, 2012) which belongs to the tradition of movies on Jesus and on the events of his passion. First, the article underlies the heterogeneous characters of this film tradition. Then it highlights the ability to renew this film current in all its aspects – setting, photography, sound-track and screenplay. Moreover the article highlights the film ability to bring forth its original relationship with biblical sources. On conclusion the article focuses on the everlasting problem of how resurrection is to be represented and how Columbus undoubtedly hit the target.
 
Alessandro Grossato
Alcuni aspetti della presenza di Maria nell’islam. Dai riferimenti coranici alla devozione popolare e dalla mistica all’iconografia.
La figura di Maria è certamente il principale punto di convergenza, sia scritturale che teologico, fra il cristianesimo e l’islam. Ma ha attirato l’interesse degli studiosi solo dalla metà del Novecento, con un’accelerazione nella produzione di traduzioni e ricerche che è andata intensificandosi solo negli ultimissimi anni. Resta ancora molto da dire dal punto di vista della teologia spirituale e della teologia della mistica, anche in termini comparativi, per il ruolo centrale che Maria ha rivestito nel sufismo islamico.
Aspects of Mary’s presence in Islam. From Koranic references to popular devotion and from mysticism to iconography
The figure of Mary is certainly the scriptural and theological point where Christianity and Islam converge. It has raised the scholars’ interest only since the mid XIX century which has seen a flourishing of translations and researches which has increased in the last years. There is still much to say in the field of spiritual and mystic theology – even on comparative terms – when we observe the key role Mary has assumed in Islamic Sufism.
Guido Benzi-Simone Paganini
Dal centro agli estremi. Dinamiche sincroniche e diacroniche dell’intero libro di Isaia
L’analisi del processo ermeneutico di formazione del libro di Isaia permette di individuarne la dinamica diacronica. A partire da due blocchi originariamente indipendenti (Is 2-32 e Is 40-64) formatisi a partire dall’VIII secolo, la redazione finale costruisce un centro letterario (Is 33. 34-35. 36-39) e produce una cornice letteraria e teologica, che fornisce anche la chiave ermeneutica per la comprensione dell’intera opera. Il riconoscere il processo di formazione diacronico non vuole tuttavia negare l’insieme sincronico dei 66 capitoli del libro. Questo riprende i momenti della sua formazione diacronica strutturando le diverse sezioni in maniera bipartita e corrispondente intorno al centro formato dai capitoli 33-39, incorniciandole mediante i capitoli 1 e 65-66. La dinamica sincronica identifica uno sviluppo teologico coerente, che conduce al messaggio centrale di salvezza per tutti coloro che sono disposti ad accettare la nuova legge divina.
From the center to the extremes. Synchronic and diachronic dynamics of the one book of Isaiah
The analysis of the hermeneutical process of formation allows identifying the diachronic dynamics of the book of Isaiah. Beginning from the two blocks (Is 2-32 and Is 40-64) which were originally independent, the final redaction builds a literary center (Is 33. 34-35. 36-39) and produces a literary and theological frame (Is 1 and Is 65-66). It also provides an hermeneutical key to understand the entire work. The recognition of the diachronic process of formation however will not deny the synchronic unity of the 66 chapters of the book. This conforms the different moments of his diachronic development to a corresponding bipartite structure formed around the center and framed by Is 1 and 65-66. The synchronic dynamic identifies a coherent theological development, which leads to the central message of salvation for all those who are willing to accept the new divine dispositions.
Isabella Adinolfi
Il viaggio interiore in Etty Hillesum
Nella vita della Hillesum ritroviamo tutti i momenti di quel percorso mistico di cui De Certeau ha con intelligenza disegnato la mappa. All’inizio del suo viaggio interiore c’è un desiderio che rimane sempre piú grande della soddisfazione che dovrebbe placarlo. Dalla disperazione del finito prende avvio la ricerca dell’infinito. Ma come il mistico non può giungere a Dio da se stesso, con le sue sole forze, cosí Etty può solo attendere che Dio la visiti. L’attesa tuttavia è attiva e non passiva: ella fa il vuoto in se stessa affinché Dio lo riempia. Estirpa le erbacce dal suo cuore affinché il seme che Dio vi ha deposto possa germogliare e dare frutto. Dopo l’incontro con Dio, dopo la fusione e l’unione con l’Assoluto, la sua vita muta radicalmente. Si ha ciò che De Certeau definisce un nuovo inizio. E come il rapporto del mistico con Dio è essenzialmente un rapporto d’amore cosí la vita della Hillesum diviene un dialogo ininterrotto con l’amato, un continuo ascoltare Dio dentro di sé.
Interior journey in Etty Hillesum
In Hillesum’s life we find all the steps of a mystical path that De Certeau cleverly mapped. At the beginning of her interior journey there is a desire that is always larger than the satisfaction that it should appease. From the despair of the finite originates a search for the infinite. But as the mystical man can not reach to God by himself, so Etty can only wait for God to visit her. Her expectation, however, is active and not passive. She creates the emptiness within herself, in order for God to fill it. She eradicates the weeds from her heart, so as the seed that God has placed shoots and bears fruit. After her encounter with God, after her fusion, union with the Absolute, her life changes radically. It happens what De Certeau defines a new beginning. And as the relationship of the mystical with God is essentially a love relationship, so Hillesum’s life becomes an uninterrupted dialogue with the beloved one, a continuous listening to God within herself.
Paolo Benanti
Il cyborg e l’enhancement umano. Alcune tracce per una valutazione etico-teologica
Durante gli anni Sessanta dello scorso secolo due ricercatori, Manfred E. Clynes e Nathan S. Kline, coniarono, dall’unione dei termini cybernetic e organism, il termine cyborg. L’intento dei loro studi era indagare sulle possibilità dell’uomo di viaggiare oltre l’atmosfera terrestre e colonizzare altri pianeti. Da allora il termine ha subito una complessa evoluzione fino ad assumere il significato di miglioramento umano tecnologicamente realizzato. Il testo propone un’analisi di questo percorso e un tentativo di analisi etico-teologica delle questioni che riguardano l’interazione tra uomo e tecnologia volta a ottenere il miglioramento umano (enhancement). Nella parte specificatamente etica-teologica, il testo presenta gli argomenti che attualmente si utilizzano nell’analisi etica del cyborg e dell’enhancement e, successivamente, una proposta per la gestione di questi processi di innovazione tecnologica.
Cyborg and human enhancement. Mainlines for an ethical-theological evaluation
During the 1960s two researchers – Manfred E. Clynes and Nathan S. Kline – joined the two terms cybernetic and organism thus coining the term cyborg. Their study intended to investigate which opportunities were available for human journeys into the extraterrestrial space resulting into a future colonization of other planets. Since then this term went through a complex evolution until it assumed the meaning of human improvement achieved through technology. This study analyses this path and proposes a possible ethical and theological analysis on the questions rising from the interaction between man and technology and resulting into human enhancement. In its specific ethical-theological part this text presents a few subjects currently used in the ethical analysis of both cyborg and human enhancement. Finally this contribution presents a proposal on how these processes may be dealt with.
Giorgio Nardone
Alcune vicende dell’Istituto filosofico Aloisianum della Compagnia di Gesú
L’articolo delinea la storia di un Istituto di insegnamento di filosofia dei gesuiti italiani. Tale storia unisce assieme fatti culturali ed eventi politici. Appartiene alla storia della cultura ciò che la Ratio studiorum affermava degli studi in genere e in particolare degli studi di filosofia. La non considerazione della letteratura e della saggistica moderne segna però una crescente distanza culturale col mondo che stava nascendo. Tale distanza diventa chiaramente politica nell’epoca del nascente stato nazionale. A sua volta, la tensione tra i gesuiti dell’Aloisianum e il «liberalismo» moderno si riflette all’interno del loro neo-tomismo, peraltro animato da seri intenti teoretici. La crisi modernista è valutata come problema essenzialmente filosofico contribuendo cosí a unire ortodossia e filosofia.
Some events of the philosophic institute Aloisianum of the Society of Jesus
The article illustrates the history of an Institute created for the philosophical formation of Italian Jesuits. Such history links together cultural facts and political events. It belongs to the cultural history those guiding lines highlighted by the Ratio sudiorum regarding general studies and, more specifically, philosophical ones. Yet, neglecting modern literature opens at an increasing distance from the sorrounding cultural world. Such distance becomes clearly political at the time of the incipient National State. In turn, the tension between Jesuits belonging to the Aloisianum and modern Liberalism is reflected in their Neo-Thomism, although based on strong theoretical purposes. The modernist crisis is understood essentially as a philosophical problem, thus producing convergence between orthodoxy and philosophy.
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