2013 – fascicolo 2

STUDIA PATAVINA
Anno LX – n. 2 Maggio-Agosto 2013
Editoriale
Roberto Tommasi
La vocazione ecclesiale e dialogale della teologia cristiana
 
Focus: La comunicazione mediale. Un cambiamento culturale e antropologico che interroga la teologia
Giovanni Giuffrida
Giovanni Del Missier
Bruno Seveso
Luca Bressan
Ricerche
Marzia Ceschia
Temi e discussioni
Gerhard Ludwig Müller
Juan Ignacio Arrieta
Tadeusz Sierotowicz
Stefano Didonè
Note
Gianfranco Maglio
 
Osservatorio
Davide Girardi
Esplorando il mutamento: i cambiamenti del Nordest
 
Recensioni e segnalazioni
Libri ricevuti
 

Giovanni Giuffrida
I media e i mutamenti sociali e antropologici. Come cambia l’esperienza umana nella cultura digitale
La comprensione teologica della cultura non può non incontrare oggi il mondo dei media, la cui presenza massiccia e pervasiva nel contesto culturale sta contribuendo, insieme ad altri fattori, a una consistente trasformazione dell’esperienza umana. Affinché il discorso teologico non risulti, però, separato rispetto a questa realtà, si richiede uno studio dei processi generati dalla comunicazione mediale che tenga conto anche delle acquisizioni rese disponibili dalle scienze sociali e dalle scienze della comunicazione. L’attenzione di questo articolo è rivolta, quindi, non tanto all’uso dei media nella pastorale e ai contenuti che essi veicolano, quanto alle forme della cultura – si parla anche di «cultura digitale» – che nascono dal sistema mediatico e ivi si alimentano. Lo scopo è mostrare come tali mutamenti sociali e culturali in atto incidano fortemente nella trasformazione dell’esperienza dei soggetti e quindi anche nella loro esperienza religiosa, per giungere, alla fine, a una ridefinizione di che cosa significa per l’uomo d’oggi, immerso in detta cultura, «fare esperienza» umana.
Media and social-anthropological changes. How digital culture influences human experience
In understanding culture, theology can’t help dealing with the world of media as their massive presence pervades our cultural context. With other elements they contribute to deeply influence our human experience. As the theological subject matter cannot be separated from this reality, a study on media processes is required, taking into account the new available achievements of social and communication sciences. This article focuses on the new cultural forms rather than on the use of media in pastoral and on the contents these sciences convey. These forms, defined «digital culture» come from media system and there they develop. This article aims to prove how these cultural and social changes influence the changes in the subjects’ experience and consequently in their religious experience. Thus a new final definition must be found explaining what means «to make human experience» to modern men imbued with this culture.
Giovanni Del Missier
Abitare da cristiani nell’epoca digitale. Coscienza ecclesiale nel contesto mediatico
Si tratta di un contributo a carattere prevalentemente esplorativo che vuole dar conto di come si sia sviluppata e a che punto sia pervenuta l’attuale coscienza ecclesiale in tema di comunicazione mediatica. Per questo, ci si sofferma inizialmente sugli interventi magisteriali che dal 2000 in poi si sono interessati al tema, evidenziando una promettente traiettoria di sviluppo. Essa prende avvio da una concezione strumentale dei media, per approdare progressivamente alla consapevolezza che essi generano un nuovo contesto esistenziale che deve essere evangelizzato in modo creativo. Successivamente si presentano i contributi italiani che in modo piú significativo e in termini propriamente teologici hanno cercato di delineare la portata di tale intervento, tratteggiando le linee direttrici per rendere efficace l’annuncio del vangelo nell’ambito inedito dell’esperienza digitale.
Christians in a digital era. Ecclesial conscience in the context of the media
This article, of an essentially exploratory nature, will attempt to review how Church consciousness of the new media has developed and at what point it has arrived. To this end, attention is first paid to the magisterial interventions on this theme from the year 2000 onward, which show a promising line of development. Having started out with a more or less instrumental vision of the new media, this teaching has gradually progressed toward an awareness of how these media generate a new existential context which must be evangelized in a creative fashion. The focus is then narrowed to the Italian contributions to this enterprise. Examining the most significant contributions, particularly in their specifically theological character, it is possible to outline the main directions which need to be taken in order to render effective the proclamation of the Gospel in the new world of digital experience.
Bruno Seveso
Pensare la fede cristiana nella cultura digitale. Nuove prospettive per la teologia
Il motivo del pensare la fede cristiana nella cultura digitale è scandito in cinque riprese. In via preliminare ne è discussa la necessità, se estrinseca, dipendente da fattori contingenti, o invece intrinseca, in ragione della fede cristiana stessa. La qualità mondana della fede dice la sua esposizione all’umano, e dunque anche la plausibilità di principio di una pratica della Rete da parte del pensare la fede. Un secondo momento si preoccupa della messa a fuoco dell’oggetto: che cosa si debba intendere per «fede cristiana». La figura del «deposito della fede», nell’intensità delle sue connotazioni, è proposta quale vettore di significato. Un terzo scandaglio si prende cura di articolare in quattro sfaccettature il «pensare» in tema di fede. Il quarto passaggio si impegna in una ricognizione sintetica della piattaforma digitale e della sua condensazione nella «cultura digitale». Da ultimo, e in termini molto stringati, è proposta nella sua essenzialità una istruzione della questione che è in capo all’indagine.
Christian faith in digital culture. New prospects for theology
In digital culture the way of thinking Christian faith is articulated in five steps. At first the necessity of faith should be debated. Whether it is an extrinsic factor depending on contingent factors or if it is intrinsic finding its reason of being in Christian faith itself. The secular aspect of faith explains it exposure to human events. Therefore media network can be plausibly used when elaborating the subject of faith.
Secondly we must focus on the object: what do we mean for «Christian faith». The figure «deposit of faith» in its intense connotations is proposed as a meaningful conveyor. The third step proposes that faith should be articulated in four facets. The fourth step surveys digital platform and how it turns into digital culture. Finally a brief instruction of the question is proposed that originates our research.
Luca Bressan
Diventare cristiani nel tempo dei social network
L’articolo esplora il tema della cultura digitale e dei mutamenti in atto nei modi di declinare oggi l’identità giovanile. Questo sforzo di comprensione è finalizzato a vedere come questa nuova figura culturale può essere assunta e interpretata nei termini di uno spazio antropologico dai confini e dalle forme tutte nuove, che chiede al cristianesimo (alla sua memoria, alle sue istituzioni, alle sue esperienze) di elaborare strumenti e percorsi perché possa essere abitato e diventare terreno sul quale costruire le identità cristiane di oggi e di domani.
To become Christians in the time of social networks
This article explores the field of media culture and its changes especially in relation with juvenile identity. This effort to understand aims to examine how this new cultural subject can be observed and evaluated in a new anthropological dimension with quite new limits and forms. This new area asks to Christianity (including its memory, institutions and experiences) to elaborate instruments and pathways leading to dwell where present and future Christian identities are to be founded.
Marzia Ceschia
La sapienza dello sguardo. La «visio» profetica di Ildegarda di Bingen
Lo straordinario ministero profetico di Ildegarda di Bingen (1098-1179) è, in questo lavoro, esplorato dalla prospettiva dello sguardo, nel tentativo di offrire alcuni spunti per la comprensione di una parola chiave nell’esperienza spirituale della monaca benedettina tedesca: visio. L’analisi verte su una selezione limitata, ma ugualmente emblematica, dei suoi scritti, in particolare delle lettere e di una sezione dell’ultima sua opera profetica, il Liber Divinorum Operum, allo scopo di cogliere in quale rapporto stia il vedere di Ildegarda con la sua vocazione profetica e quali siano i tratti peculiari del suo profetismo. Il tema dello sguardo, spazio di convergenza tra esegesi-Scrittura-parola detta e parola scritta, funge, quindi, da filo conduttore. Questo tema viene messo a confronto, in ultima battuta, con quello dell’anima e della razionalità, elementi costituivi della relazione – mediante immagini e simboli – con il Verbo, unica via d’accesso all’intima realtà trinitaria di Dio.
The wisdom of sight. The prophetic «visio» of Hildegarde von Bingen
Hildegard of Bingen’s extraordinary prophetic ministry (1098-1179) has in this work been investigated through the perception of sight, attempting to give suggestions about the comprehension of a key word in the spiritual experience of the German Benedictine nun: visio. This analysis focuses on a limited section – though equally emblematic – of her writings, in particular of the letters and a section of her last prophetic composition, the Liber Divinorum Operum. As a matter of fact it aims to understand the relationship between Hildegard’s sight and her prophetic vocation and the peculiar traits of her prophetism. The theme of sight – a convergence of exegesis-Scripture-spoken and written Word – serves as a leitmotiv and it is eventually put in comparison with the theme of soul and rationality, basic elements of her relationship with Christ – throughout images and symbols. It turns out to be the only way to penetrate the mystery of Trinity.
Gerhard Ludwig Müller
La fede come fondamento dell’esperienza cristiana
L’articolo parte dalla considerazione che solo una grande positività è in grado di attirare il nostro sguardo e che la fede comincia addentrandoci nella comprensione del reale che vediamo con i nostri occhi: parte da ciò che accade in questo mondo e si nutre della realtà. Colui che dà inizio alla fede e la porta a compimento è Gesú: in lui si svela il nesso profondo fra razionalità e amore, fra logos e agape, i fondamenti del reale alla radice di fede, speranza e carità. La vita vissuta nella fede si concretizza nell’identità nuova di un «io» relazionato a un «noi», il cui corpo consiste nella persona di Cristo risorto e di coloro che hanno accettato di appartenergli nel sacramento del battesimo: questa è la chiesa. Per tale motivo la fede cristiana, se vuole essere fedele a ciò che Dio stesso ha realizzato in Gesú Cristo, non può che essere fede «ecclesiale». Questa, conclude l’autore, è la sua autentica natura.
Faith as a base of Christian experience
This article considers that only a great «positiveness» attracts our attention and that faith begins when we are able to go deep into reality as it comes to our eyes. Faith starts from what happens in this world and is nourished with real facts. It is Jesus who starts faith and brings it to its end. He reveals the deep relation between rationality and love, logos and agape that are the fundaments of reality at the root of faith, hope and charity. A life of faith comes true when we achieve a new identity of «I» in relation with «us». This new faith is the person of resurrected Jesus Christ and of those who accepted to belong to him in Baptism. This is the church. For this reason Christian faith can’t be but ecclesial faith if it wants to stick to what God has actuated in Jesus Christ. The author concludes saying that this is the true nature of faith.
Juan Ignacio Arrieta
La legislazione civile dello Stato della Città del Vaticano a raffronto con l’ordinamento italiano
La relazione affronta il tema delle fonti del diritto della legislazione civile della Città del Vaticano (SCV), mettendo in evidenza non solo le fonti storiche di tale legislazione – i Patti Lateranensi del 1929 che fondano lo SCV, la Legge fondamentale dello SCV aggiornata nel 2000, e la Legge sulle fonti riaggiornata nel 2008 – ma anche le problematiche legate alla peculiarità dello SCV che, se da una parte afferisce all’ordinamento italiano e alla legislazione europea per alcune materie giuridiche, dall’altra rimane vincolata in modo stretto alla ricezione dell’ordinamento canonico della chiesa cattolica. Tale autonomia della legislazione dello SCV si manifesta nelle varie modifiche che il legislatore vaticano apporta alla legislazione suppletiva ricavata dall’ordinamento dell’Italia e dell’Unione Europea.
The civil judicial body in Vatican City State compared with the Italian Law
This article focuses on the origin of Civil Body of Laws in Vatican City State highlighting its historical sources: i.e. Lateran Pacts (1929) on which Vatican State is founded; the Fundamental Law of Vatican State adjourned in 2000; and finally the Act on Sources of Law adjourned in 2008. At the same time this study considers the problems connected to the peculiarities of Vatican State which refers both to the Italian Civil and Penal Code and to the European legislation. Moreover it is linked to the Canon Law of Catholic Church. This autonomy in Vatican laws is witnessed by the several changes Vatican legislators introduced into the supplementary laws taken both from Italian and European judicial orders.
Tadeusz Sierotowicz
La scienza e la visione del mondo nel pensiero di Vito Mancuso
Questo articolo si chiede fino a che punto la scienza contribuisca a costruire una visione del mondo come viene proposta nelle opere «teologiche» di Vito Mancuso; analizza inoltre l’influenza reciproca sia del discorso scientifico che di quello teologico nel contesto di questa stessa visione del mondo. Si prendono anche in esame il ruolo della fede nella costruzione di questa visione del mondo e il modo di ragionare di Mancuso.
The science and the world picture in Vito Mancuso’s thought
The paper investigates to what extent the science contributes to the construction of the world picture proposed in the «theological» works of Vito Mancuso, and analyses the reciprocal interference of both scientific and theological discourses in the context of his world picture. The role of the faith in the construction of the world picture proposed by Mancuso and his way of reasoning are also examined.
Stefano Didonè
«Secondo le Scritture». Sulla questione dell’interpretazione teologica del testo biblico
L’articolo, richiamandosi alla necessità di una lettura «teologica» del testo biblico secondo l’«ermeneutica della fede» (Verbum Domini, n. 35), riconosce nella proposta di P. Beauchamp un tentativo degno di nota in questa direzione. L’assegnazione di un rilievo sistematico a tre classi di scritti dell’Antico Testamento (legge, profezia e sapienza) viene realizzata riconoscendo in esse tre forme di mediazione dell’autocomunicazione storica di Dio che interpella la libertà dell’uomo. Analogamente, nel cristianesimo il rilievo costitutivo riconosciuto alla storia attiene alla forma drammatica del dinamismo stesso della rivelazione.
«According to the Scriptures». On theological interpretation of the biblical text
This article refers to the necessity of a theological interpretation of the biblical text, according to an «hermeneutic of faith» (Verbum Domini 35), and recognizes the importance of P. Beauchamp’s proposal. Attributing a systematic importance to Law, Prophecy and Wisdom, it is possible to recognize three forms of mediation of God’s historical revelation, which ask man’s freedom. Similarly, in the Christian interpretation of the Bible, the constitutive relevance given to history follows the revelation dynamism, that has a dramatic form.
Gianfranco Maglio
Il pensiero politico di Alcide De Gasperi
Il saggio si propone di richiamare l’attenzione su alcuni aspetti fondamentali del pensiero politico di Alcide De Gasperi, sottolineandone l’attualità e il grande significato di testimonianza ideale e rigorosa dei valori della tradizione cristiana, inseriti in una concezione laica dello stato, ma non laicista, né tantomeno neutrale sul fronte della giustificazione del potere e della visione generale della società e dell’uomo. Il cattolicesimo democratico di De Gasperi, frutto anche di una tradizione culturale che il grande statista trentino aveva assimilato nella sua giovinezza all’interno dell’Impero asburgico, è convinto assertore delle autonomie locali e di una grande Europa dei popoli capace di essere, a un tempo, gelosa custode dei grandi valori del cristianesimo ed esempio vissuto di pacifica e solidale convivenza. Nel complesso si tratta di un grande messaggio capace di orientare, ieri come oggi, l’impegno politico dei cattolici.
Alcide De Gasperi’s political thinking
This paper draws attention to some fundamental aspects of Alcide De Gasperi’s political thinking. While acknowledging the topicality of the statesman’s thought, this study bears witness of the traditional Christian values De Gasperi considered in a lay perspective, neither secularist nor neutral as far as the justification of power and the outlook on society and man at large are concerned. De Gasperi’s democratic Catholicism was deeply influenced by the cultural tradition the great statesman from Trento experienced during his youthful years in the Asburgic Empire. As a result his thought focuses on local autonomy, but at the same lime it presents the idea of a great Europe, which has to be a jealous guardian of Christian values and provide a model of peaceful and mutually supportive coexistence by encompassing all European peoples. All in all it is a great message, which constitutes today, as in the past, a strong reference point for the political engagement of Catholics.
Facebooktwitterlinkedinmail