Con la consegna dei diplomi di baccalaureato, licenza e dottorato, martedì 24 maggio 2011 si è concluso il sesto anno accademico della Facoltà Teologica del Triveneto. Una mattinata di festa, che si è svolta nella cornice del settecentesco teatro del Seminario di Padova – aula magna della Facoltà. Una mattinata che ha avuto come filo conduttore il binomio “teologia e vita”, coniugato al futuro per i 45 studenti che hanno appena acquisito il titolo accademico e al passato per i 13 docenti che, raggiunto il 70° compleanno, a norma di statuto si congedano dall’attività di insegnamento.
Il delegato della Conferenza episcopale Triveneta per gli Istituti teologici, mons. Eugenio Ravignani, vescovo emerito di Trieste, durante la sua lunga attività pastorale ha potuto seguire l’evolversi dello strutturarsi accademico degli studi teologici, a partire dagli anni ’80 fino alla fondazione della Facoltà Teologica del Triveneto. Nel suo intervento alla consegna dei diplomi ha sottolineato come la Facoltà, con i suoi sei anni di vita, si imponga già per un aspetto fondamentale, cioè per il dialogo aperto con le altre facoltà universitarie: «Oggi, grazie a una recente convenzione, Facoltà Teologica e Università di Padova camminano insieme e vediamo – ha sottolineato mons. Ravignani – che nel mondo accademico laico c’è esigenza di teologia, intesa come servizio alla verità».
La preminenza della cultura nelle attività dell’uomo è stato il passaggio fondamentale dell’intervento di Mario Carraro, presidente della Fondazione Antonveneta che ha finanziato diverse borse di studio per gli studenti della Facoltà. «Nel momento economico in cui la cultura sta perdendo molte possibilità, a causa di mancati finanziamenti pubblici, sostenere la Facoltà per noi – ha detto Carraro – significa tenere saldi i valori che sono fondamentali per il nostro paese. Le borse di studio sono vie di scambio molto importanti anche per l’integrazione fra le diverse culture: giovani intellettualmente preparati possono favorire l’incrocio di civiltà che caratterizza il nostro tempo, garantendo il rispetto di tutti».
Tornando a “teologia e vita”, un esempio di ricerca applicata alla prassi pastorale, con l’intreccio di temi quali Bibbia, trasmissione della fede e giovani, è la tesi di Tiziano Civettini, neo dottore della Facoltà (il terzo a conseguire il titolo); un lavoro dal titolo La Sacra Scrittura come anima nella catechesi giovanile. Analisi e prospettive a partire dai catechismi Cei dei giovani, discussa il 22 febbraio scorso, di cui Civettini ha presentato una sintesi (►).
Nasce dall’esperienza di quarant’anni di insegnamento della teologia, infine, la relazione (►) del prof. Luciano Bordignon. «La mia vita di prete insegnante – ha affermato – dice che teologia e vita si sono incontrate, provocate e arricchite. La teologia, secondo la definizione di sant’Anselmo, è l’attività di un credente segnato dalla fede, che cerca di penetrare con l’intelligenza ciò di cui ha già un’esperienza. La teologia si radica nell’esperienza di fede del soggetto credente: non c’è teologia senza vita cristiana. Dalla mia esperienza ho imparato che non si può essere teologi per mestiere: fare teologia è un modo esigente di vivere».
La seconda parte della mattinata è trascorsa in un clima di festa, prima con la consegna dei diplomi di baccalaureato, licenza e dottorato e poi con un omaggio ai docenti emeriti della Facoltà, “celebrati” con garbata ironia dal prof. Celestino Corsato, che ha strappato entusiastici applausi alla platea.
Questi i docenti che, raggiunto il 70° compleanno, si sono congedati dall’attività di insegnamento: Giuseppe Segalla, Tiziano Lorenzin, Giovanni Leonardi, Ermanno Roberto Tura, Giuseppe Trentin, Angelo Roncolato, Giuseppe Padovan, Mario Galzignato, Pierantonio Gios, Luciano Bordignon, Angelo Brusco, Italo De Sandre, Giuseppe Sovernigo.
Paola Zampieri
Alcune immagini della giornata.