Nell’anno della fede, riscoprire l’incontro con Dio

Inaugurato l’anno accademico a Padova

È stato inaugurato martedì 23 ottobre, con la celebrazione della messa nella chiesa del seminario, l’anno accademico 2012/2013 della sede della Facoltà teologica del Triveneto e degli Istituti teologici della città di Padova (Istituto superiore di Scienze religiose, Istituto teologico Sant’Antonio dottore, Istituto di Liturgia pastorale, Istituto filosofico Aloisianum). La celebrazione, presieduta da mons. Antonio Mattiazzo, vescovo di Padova e vice gran cancelliere della Facoltà, si è aperta con il saluto di accoglienza ► dato dal preside, mons. Roberto Tommasi, che ha evidenziato come «l’anno della fede chiama in causa chi, come noi, si impegna nella teologia, la quale ha tra i suoi compiti primari anzitutto quello di elaborare un pensiero capace di aprire agli uomini l’accesso a Dio. Per le nostre istituzioni teologiche e filosofiche l’anno della fede diventa perciò occasione propizia per riflettere sulla vocazione della teologia nelle circo­stanze attuali». La teologia «offre alla comunità dei credenti – ha aggiunto – adeguate opportunità di crescere in una fede matura e pensata radicata in quella profonda conoscenza e pra­tica di Cristo e delle Scritture cui corrisponde una rinnovata cono­scenza di se stessi, degli altri e della realtà del mondo. La teologia rappresenta così anche una dimensione fondamentale del volto pubblico della fede che mentre concorre a cercare la soluzione dei problemi uma­ni alla luce della Rivelazione custodisce e mette a disposizione di tutti elementi capaci di salvaguardare e promuovere – ascoltandola e rispettandola – l’umanità, la dignità e la libertà ciascuno».

 

La celebrazione è stata anche l’occasione per il saluto e il ringraziamento a don Andrea Toniolo al termine del suo servizio di preside della Facoltà. «In questi anni abbiamo sperimentato con quanta intelligenza e dedizione il prof. Toniolo abbia lavorato e collaborato affinché la Facoltà teologica potesse nascere e muovere i primi significativi passi – ha affermato mons. Tommasi –. Ci conforta sapere che, conclusa la presidenza e sebbene chiamato a importanti responsabilità presso la Conferenza episcopale italiana, egli rimane tra noi come docente stabile. La Facoltà teologica, per significargli il grazie, avrebbe voluto offrire a don Andrea un dono, qualcosa che gli potesse essere utile;  lui ci ha fatto sapere che il dono più bello che gli avremmo potuto fare era quello di mettere a disposizione quanto destinato al regalo per sostenere qualche studente. Cosa che ci preoccuperemo di fare, vedendo in questo gesto un ulteriore segno del bene che don Andrea ha voluto non solo all’istituzione-facoltà, ma anche alle persone che la rendono viva e vitale». E ha concluso: «Pregate anche per me, perché nel compito che mi è stato affidato come nuovo preside possa servire con sapienza e amore».

 

Anche il vescovo mons. Antonio Mattiazzo nell’omelia ha ringraziato il preside uscente «per l’impegno, la fatica, l’amore che ha donato nell’avviare la Facoltà» e ha fatto «i più sentiti auguri» al nuovo preside. Commentando poi le letture (Efesini 2,12-22, Luca 12,35-38), ha accentuato la necessità per l’uomo di essere consapevole della propria insufficienza a compiere, soltanto con le proprie forze, opere buone. L’anno della fede e la teologia ci aiuteranno in questo cammino, che chiede di coltivare la fede, la speranza e la carità, di praticare l’umiltà e la preghiera. Tutto ciò ci renderà più disponibili all’azione dello Spirito del Signore su di noi: «La luce della fede non è semplicemente quella del nostro intelletto, che pure resta sempre implicato, ma viene da Dio, illumina la mente e riscalda il cuore, creando una relazione personale. Dobbiamo arrivare a un’intelligenza che è luce e anche amore». Sarà più facile allora tenerci lontani dalle forme di giudaismo e di paganesimo che non hanno smesso di toccare il nostro tempo e che offuscano la speranza cristiana; ateismo e idolatria sono spesso diffusi sotto forma di indifferenza religiosa. La strada da percorrere è «cercare Dio non come concetto, ma come qualcuno che si ama e che ci è diventato familiare. Ciò esige un’autentica esperienza del Dio vivente». L’augurio conclusivo del vescovo è «che nell’anno della fede possiamo riscoprire la gioia dell’incontro con il Signore e l’entusiasmo nel comunicarla».

 

Paola Zampieri

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