Cromazio, ancora presbitero, partecipò al concilio di Aquileia del settembre 381 e lì fu attivamente coinvolto nell’esame dell’eterodossia dei vescovi ariani Palladio di Ratiaria e Secondiano di Singiduno. Succeduto al vescovo Valeriano sulla cattedra episcopale aquileiese, Cromazio si dimostrò particolarmente attento alla proclamazione della retta fede nei riguardi del mistero trinitario, concentrandosi particolarmente sul rapporto tra il Padre e il Figlio, senza dimenticare di affermare la piena identità divina dello Spirito Santo. Nel suo insegnamento egli dimostra di ben possedere la terminologia tecnica della triplicità delle persone divine nell’unità della sostanza, ma sceglie di usarla con grande moderazione, preferendo un approccio più pastorale, attento alla Scrittura e largo nell’uso di immagini. All’affermazione positiva della fede ortodossa corrisponde, nella predicazione di Cromazio, la denuncia del pericolo rappresentato dalla propaganda eretica, particolarmente di matrice ariana e fotiniana, che il vescovo si preoccupa di confutare con rigore, evidenziandone gli errori scritturistici e la malizia dottrinale.
#1700Nicea 10. Predicare (dopo) Nicea/2. Echi della questione ariana e fotiniana nella predicazione di Cromazio di Aquileia
14 ottobre 2023. Convegno della Facoltà teologica del Triveneto “Nicea andata e ritorno. Traiettorie di un Concilio”. Abstract della relazione di Massimo Frigo (Istituto Superiore di Scienze Religiose “Mons. Arnoldo Onisto” – Vicenza).